Come nasce un festival? Come si prepara uno spettacolo di teatro di strada? Abbiamo incontrato gli organizzatori dell'ormai celebre festival genovese che verrà presentato il 20 dicembre
Dal 22 dicembre al 6 gennaio, torna a Genova Circumnavigando, Festival Internazionale di Teatro e Circo. Giunto alla XII edizione, il festival -organizzato dall’Associazione Culturale Sarabanda– è un evento ormai ben noto ai genovesi. In attesa che venga reso noto il programma di questa edizione, siamo andati a sbirciare dietro le quinte della manifestazione per vedere come nasce quest’evento. Dal 2001 ad oggi: come è cresciuto “Circumnavigando” e cosa significa organizzare un festival di teatro di strada? A raccontarcelo, il direttore artistico di Circumnavigando, Boris Vecchio, e l’organizzatrice Barbara Vecchio.
«Il nostro festival è stato una scommessa», racconta Boris. «Siamo stati i primi ad organizzare una manifestazione di teatro di strada in inverno. Scelta insolita, e apparentemente controproducente. In realtà, all’inizio avevamo pensato di realizzare Circumnavigando a settembre, ma poi (era il 2001) c’è stato l’attentato alle Torri Gemelle e… ci siamo visti costretti a rimandare il progetto, che è slittato di qualche mese. Un po’ il caso, un po’ la voglia di metterci alla prova ci hanno fatto optare per dicembre: ogni anno il festival si svolge a ridosso del Natale, momento già di per sé “festoso” e propizio per richiamare le persone nelle strade e offrire loro spettacoli di vario tipo. La gente è coinvolta attivamente: è il teatro che scende in strada! Di certo, organizzare questo festival non è semplice, non fosse altro che per le tante sedi in cui è articolato: in centro, al Porto Antico, nel centro storico, alla Foce. E poi anche a Rapallo –dall’anno scorso- e Sestri Ponente. Tutto parte molto prima: i contatti con compagnie di artisti locali, nazionali e internazionali, il programma, le scenografie, i registi, il cachet. E ogni particolare va calcolato alla perfezione perché non c’è un pubblico pagante che viene a vederti a teatro, ma c’è una performance che deve attirare l’attenzione di gente che non sa nulla di cosa vedrà. È una scommessa, appunto».
A dimostrazione della portata dell’iniziativa, è da ricordare che lo scorso ottobre, Circumnavigando, assieme a Suq e al festival teatrale di Borgio Verezzi, è stato premiato al Festival of Festivals Awards 2012 di Matera. Tre iniziative grazie alle quali la Liguria si è aggiudicata questo importante riconoscimento nazionale e che fanno della nostra regione una delle eccellenze italiane in campo culturale. La Regione ha pubblicato solo poco tempo fa il bando annuale per lo stanziamento dei finanziamenti riservati alle attività dei festival del 2012. Oltre alle difficoltà nella messa a punto dei programmi, date dai tempi ristretti, un altro fattore non trascurabile è quello della portata dei fondi: quelli per il 2012 sono stati già ridimensionati, e per il 2013 si preparano scenari ancora meno rosei, visto che i tagli chiesti dalla spending review andranno a colpire anche il settore della cultura e delle arti. Nonostante queste previsioni infauste, dall’associazione Sarabanda arrivano parole speranzose:
«Finché si potrà, noi andremo avanti! Abbiamo intenzione di lottare fino alla fine per mantenere questo festival, importante perché è aperto alla dimensione europea e colloca Genova in un contesto multiculturale, con i tanti artisti che ci raggiungono nei giorni della manifestazione. E poi è un’iniziativa in grado di dare una mano alla città», dice Boris. «Oltre all’evento in sé di Circumnavigando, che richiama persone e fa vivere bar, locali, esercizi commerciali, ecc., non dimentichiamo che dietro c’è anche un’associazione che impiega dipendenti e da posti di lavoro. Facciamo un servizio gratuito: la città intera si anima e si mette in moto anche grazie a noi».
Racconta Barbara Vecchio: «Abbiamo stimato che negli anni scorsi Circumnavigando ha impiegato dalle 30 alle 50 persone. Non male, direi! Dietro quello che si vede nelle piazze, c’è una schiera di elettricisti, operai, manovalanza di vario tipo. Siamo un’azienda come le altre, ma forse con più difficoltà: facciamo cultura, ma abbiamo scelto di farla in inverno, all’aperto, al freddo, con luce artificiale!»
La Liguria, a dispetto della fama di “città vecchia” e poco aperta alle esigenze dei giovani, ospita numerose manifestazioni circensi: dal Levante al Ponente, dall’Andersen di Sestri Levante al Grock di Imperia. Sarabanda, oltre a “fare rete” con gli altri festival della zona, da sola organizza ben tre iniziative: assieme a Circumnavigando, Circoscienza, a novembre nell’ambito del Festival della Scienza, e FESTeatrodistrada a giugno nei giardini di Villa Bombrini, a Cornigliano. Il teatro di strada sembra essere stato finalmente sdoganato: dopo la diffidenza suscitata per tanti anni, si riscontra oggi maggiore apertura, meno pregiudizi verso gli artisti, finalmente riconosciuti come tali. La risposta del pubblico è molto buona: non più una massa inconsapevole, ma un pubblico curioso e addirittura preparato. L’arte del circo in commistione con il teatro di strada, nata in Francia e che affonda le sue radici nella tradizione del Cirque du Soleil, oggi piace anche agli italiani, meno provinciali di un tempo. Clownerie, recite, narrazioni, burattini, spettacoli di sole immagini, cui da un decennio si è aggiunta anche la danza: si tratta di teatri in strada (gli esempi più rilevanti sono il festival di Santarcangelo di Romagna e il Mercantia di Certaldo), di certo meno istituzionali del teatro che abbiamo imparato a conoscere negli anni, ma non per questo meno legittimi. Anche qui, non possono mancare delle compagnie di attori, che recitano testi, interpretano personaggi, seguono un copione.
Ma come si costruisce uno spettacolo di teatro di strada, qual è la filosofia alla base? «Il teatro di strada non lo possono fare tutti. Se sei un attore, non per questo puoi fare questo tipo di spettacoli, per i quali è richiesta una formazione specifica a 360 gradi. Sono performance complicate da eseguire, per le quali sono richiesti anni e anni di studio. Molti pensano ancora che ci si possa improvvisare artisti di strada, che lo si possa fare per diletto, ma non è così», racconta Barbara. «Anche qui sta l’abilità dell’organizzatore, che deve fare da filtro e selezionare gli artisti per preservare innanzitutto la qualità degli spettacoli e la dignità di questo mestiere. È fondamentale offrire un qualcosa che non si può trovare altrove».
Lo stesso Boris Vecchio, con decennale esperienza nel campo del teatro, del circo, insegnante di clownerie, artista acclamato a livello europeo, ci espone le sue riflessioni sul mondo del circo e del teatro: «La sua filosofia? Si può sintetizzare nel fatto che il teatro di strada va in direzione opposta a quella del teatro di prosa. Se l’ultimo sta su un palco, dentro quattro mura, il primo scende dal palco, va tra la gente, nelle strade, a cercare il pubblico, anzi a crearlo. L’artista di strada ha l’arduo compito di dover conquistare attimo dopo attimo l’attenzione degli spettatori, che altrimenti possono sempre andare via. Da qui, anche il nome che abbiamo scelto per la manifestazione: Circumnavigando, a richiamare l’idea di movimento, del circo che si sposta e viene a cercarti. La filosofia del circo è l’idea della famiglia: spesso legati al loro interno da un rapporto di sangue, cercano di instaurare anche all’esterno, con il pubblico, un rapporto festoso, “popolare”. È una ricerca poetica, capace di sintetizzare la profondità estrema dei contenuti e la superficialità della bellezza estetica. Il teatro di strada è poesia pura e semplice: ho visto persone ridere a crepapelle, o emozionarsi fino alle lacrime. L’artista comunica con il pubblico tramite il suo numero, per questo ricerca spasmodicamente di eseguirlo in modo impeccabile. Mi ha sempre affascinato questa ricerca di profondità emotiva attraverso la perfezione estetica».
Elettra Antognetti
[foto di Constanza Rojas]