L’EFSA (European Food Safety Autority), vista l'influenza che potrebbero avere alcune sostanze sulla nostra salute, sta attualmente riesaminando la loro sicurezza
Quando per vendere un prodotto si è disposti a tutto, anche a calpestare impunemente il diritto alla salute dei cittadini, si è forse giunti a superare la soglia del non ritorno.
Accade in un settore delicato come quello dell’industria alimentare, nella quale emerge, da parte delle aziende, un uso fin troppo disinvolto dei coloranti alimentari.
Lo scopo principale dei produttori è rendere i prodotti più appettibili e, in molti casi, mascherare la loro scarsa qualità. Il marketing insegna che un prodotto dal colore accattivante, per il consumatore medio, equivale ad un alimento genuino.
Ma tecnicamente di cosa stiamo parlando? I coloranti alimentari sono additivi alimentari che vengono aggiunti agli alimenti principalmente per: compensare le perdite di colore dovute all’esposizione a luce, aria, umidità e variazioni di temperatura; migliorare i colori naturali; aggiungere colore agli alimenti che altrimenti ne sarebbero privi o sarebbero colorati diversamente.
Sono contenuti in un’ampia gamma di prodotti alimentari, tra cui snack, margarina, formaggio, marmellate e gelatine, dolci, bevande analcoliche, prodotti da forno, salse e condimenti. Ogni colorante alimentare il cui impiego è autorizzato nell’Unione europea è soggetto a una rigorosa valutazione in termini di sicurezza.
Occorre però una precisazione: i coloranti alimentari infatti si dividono in naturali e sintetici.
I primi vengono in gran parte estratti da prodotti vegetali, fatta eccezione per il colorante rosso E124 che deriva dall’essiccazione delle cocciniglie(insetti); i secondi, quelli sintetici, vengono prodotti in laboratorio, e oltre ad avere un ciclo di vita più lungo, nonostante vi sia più di qualche dubbio sulla loro innocuità, hanno il grande vantaggio di essere molto economici.
Proprio per la loro economicità rispetto a quelli naturali, i coloranti di sintesi vengono largamente utilizzati nell’industria alimentare.
La notizia è che l’EFSA (European Food Safety Autority), vista l’influenza che potrebbero avere alcune sostanze sulla nostra salute, sta attualmente riesaminando la loro sicurezza.
Tra i coloranti sintetici indicati come i più dannosi, vengono indicati il Patent Blue V (E131) e l’amaranto. Basti pensare che il primo viene correntemente usato in medicina per la mappatura linfatica della biopsia del linfonodo sentinella, mentre l’amaranto, scientificamente conosciuto come molecola azoica, è stato dichiarato mutageno e potenzialmente cancerogeno.
Già nel 2008, l’Ufficio di Farmacovigilanza dell’Agenzia Italiano del farmaco (AIFA), segnalava sospette reazioni avverse al Blue Patent, come rash cutanei, orticaria e in casi più gravi, reazioni ipotensive.
Ovviamente tra i soggetti più a rischio, secondo un gruppo di esperti scientifici dell’EFSA, ci sono i bambini.
In merito al colorante amaranto, formato da molecole azoiche, se combinato con prodotti che presentano benzoati, come frutta, prodotti caseari e pesce, oltre a portare iperattività, può causare asma, orticaria e insonnia.
Matteo Quadrone