L’evoluzione degli schieramenti politici a livello nazionale di questi ultimi mesi ha solo in parte influito sugli equilibri nelle istituzioni locali. Vediamo come...
Questo martedì non è stato convocato il Consiglio Comunale per una pausa pre-elettorale. In previsione delle prossime elezioni abbiamo cercato di capire se e in che modo i recenti cambiamenti politici abbiano avuto degli effetti sulla politica locale a Genova.
A partire dal 6 dicembre 2012, quando il Pdl ha ritirato la propria fiducia al Governo Monti, la scena politica nazionale ha subito diverse mutazioni. Nuove forze politiche hanno fatto la loro comparsa, altre rischiano lo scioglimento.
A Genova la destra, più precisamente il gruppo consiliare del Pdl, ha perso un proprio componente, che è confluito nel Gruppo misto. Il consigliere Baroni, che era stato uno dei fondatori di Forza Italia, ha dichiarato di non essere intenzionato a restare in un partito «ormai di proprietà privata del Cavalier Berlusconi». Baroni sosterrà la lista creata dal Presidente del Consiglio uscente Mario Monti “Con Monti per l’Italia”, ma non ha specificato se questo passaggio modificherà la sua posizione nei confronti della Giunta Doria.
A sinistra i maggiori cambiamenti hanno riguardato l’Idv, che alle prossime elezioni non si presenterà con il proprio simbolo, ma farà parte del movimento guidato dall’ex magistrato Antonio Ingroia “Rivoluzione Civile”. Entrato in consiglio come partito di maggioranza, l’Idv è stato spesso critico verso le scelte della Giunta Doria. La scissione tra il leader nazionale Antonio di Pietro e il capogruppo alla Camera Massimo Donadi ha comportato una separazione anche all’interno del gruppo consiliare comunale. Anzalone e Mazzei sono rimasti all’interno del partito, mentre De Benedictis ha aderito alla nuova forza politica di Donadi (Diritti e Libertà), che sostiene Bersani come Presidente del Consiglio. Anche in questo caso è difficile prevedere grandi cambiamenti nel comportamento dei consiglieri eletti tra le fila dell’Idv, mentre è prevedibile un maggiore avvicinamento alle posizioni del Pd da parte del “fuoriuscito” De Benedictis.
Ad una prima analisi non sembra quindi che il quadro politico nazionale abbia inciso profondamente sugli equilibri del Consiglio Comunale. Benché la minoranza di centro-destra abbia perso un suo componente, non ne derivano infatti particolari vantaggi per il centro-sinistra.
Al tempo stesso la maggioranza non sembra nemmeno essersi indebolita per la fuoriuscita di De Benedectis dal proprio partito, il quale, anzi, è entrato a far parte di una nuova forza politica che a livello nazionale farà parte della coalizione di centro-sinistra.
Ma se nell’immediato non vi sono state particolari trasformazioni è per il futuro che si presentano alcune incongite. Di fronte ad un quadro politico nazionale così incerto è difficile immaginare cosa accadrà ai rappresentanti locali di alcune forze politiche di cui non si conoscono ancora le sorti. A quale partito nazionale faranno riferimento i restanti consiglieri dell’Idv, se tale partito verrà sciolto per confluire all’interno del nuovo movimento di Ingroia? La lista civica di Monti si trasformerà in un partito con una propria struttura anche nelle regioni e nei comuni? A chi risponderanno delle proprie scelte i rappresentanti di queste forze politiche? Insomma quali saranno i collegamenti tra i loro rappresentanti locali (non solo a Genova) e quelli nazionali?
Ogni risposta a questi interrogativi sarebbe un azzardo, anche per la forte incertezza sul risultato stesso delle prossime elezioni. Tuttavia questa situazione mette in evidenza come il sistema politico italiano stia attraversando una fase di grande trasformazione e, al tempo stesso, di debolezza che ancora non si è arrestato e che, in futuro, potrebbe avere forti ripercussioni anche sulla politica locale.
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]