Le voci di spesa del bilancio 2015 del Comune. Welfare, Scuola e Sport le direzioni più "ricche"; sempre meno soldi, invece, per Cultura e Turismo per cui sono stanziati 2,6 milioni di euro, davvero pochi spiccioli per una città che undici anni fa si proponeva all’Europa come Capitale della Cultura
Dopo gli zoppicamenti della prima giornata in cui il numero legale è stato assicurato dalla presenza in aula dei due consiglieri di Udc (Gioia e Repetto), la maggioranza allargata in Sala Rossa tiene sul bilancio e sui documenti collegati. La votazione definitiva è prevista, con tutta probabilità, nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio di domani ma non dovrebbero esserci particolari sorprese.
Come già ampiamente raccontato nelle scorse settimane, si tratta di un bilancio previsionale ancora fortemente provvisorio. Manca, infatti, circa una ventina di milioni di trasferimenti da Roma che dovrebbero rappresentare il rimborso dei mancanti introiti per le nuove formulazioni dell’Imu e della Tasi. Per questo motivo, non possono essere considerati definitivi soprattutto gli importi a disposizione delle singole direzioni, ovvero quel famoso “plafond” che rappresenta una delle voci più interessanti delle uscite di parte corrente. Nel 2014, il bilancio preventivo per questa partita ammontava a 97,3 milioni mentre, in attesa della manovra correttiva che dovrebbe arrivare prima dell’estate, per il 2015 la cifra scende a poco più di 87 milioni.
Ma dove sono stati sottratti, almeno temporaneamente, questi 10 milioni e oltre? Come anticipato dall’assessore Miceli in sede di presentazione del bilancio, un po’ da tutte le direzioni. Ce ne sono alcune, però, per cui le cinghie si stringono particolarmente finché non verrà messa nero su bianco l’annunciata variazione. È il caso delle politiche sociali, la direzione con più risorse a disposizione di tutto il Comune, che si ferma a 29,5 milioni di euro: ben 6,5 milioni in meno rispetto alla “quota 36” che l’anno scorso era stata ritenuta come limite sotto il quale sarebbe stato impossibile mantenere l’offerta di servizi di welfare essenziali per la città. Molto più distanti, invece, sono i 40 milioni che rappresentano la cifra storica impiegata da Tursi e che con molta difficoltà potrà essere raggiunta anche con assestamenti di bilancio, ulteriori alla variazione già annunciata, o attingendo al fondo di riserva (7,5 milioni con una leggera contrazione di circa 300 mila euro rispetto alla scorso anno) come da tradizione.
Anche quest’anno, si conferma seconda voce di investimento la direzione Scuola, sport e politiche giovanili per cui in parte corrente sono messi a disposizione poco meno di 27 milioni di euro. Presumibilmente la prossima variazione di bilancio interverrà anche su questo capitolo per superare l’asticella dei 30 milioni impiegati sia nel 2014 che nel 2013.
Saranno poco più di 5 milioni i fondi a disposizione del Corpo di Polizia Municipale, mentre per Cultura e Turismo sono previsti solamente 2,6 milioni di euro, davvero pochi spiccioli per una città che undici anni fa si proponeva all’Europa come Capitale della Cultura e che ha provato, con scarso successo, a trasformarsi quest’anno nell’affaccio al mare dell’Expo milanese. Probabilmente i nuovi flussi governativi consentiranno di arrivare ai 3,7 milioni preventivati lo scorso anno ma ne servirebbero davvero molti di più. Attorno ai 2,5 milioni si attestano le cifre previste per le direzioni Sviluppo economico, Sistemi informativi, Politiche per la casa mentre meno di 1,7 milioni sono presenti alla voce Ambiente, Igiene ed Energia e qualche manciata di euro in più di un milione per la direzione Mobilità.
Interessanti anche le cifre trasferite ai Municipi per una gestione legata alle dirette necessità del territorio. Già detto, in sede di presentazione del piano triennale dei lavori pubblici, del raddoppio delle risorse straordinarie a disposizione, sul capitolo plafond sono previsti più di 817 mila euro per i 9 parlamentini, con gli stanziamenti maggiori per Levante (104 mila) e Media Val Bisagno (102 mila).
A livello aggregato (quello che riguarda il bilancio complessivo del Comune di Genova che ammonta a circa 1,7 miliardi di euro e comprende, dunque, anche gli investimenti in conto capitale), invece, oltre al capitolo dedicato ai servizi generali, istituzionali e di gestione per il funzionamento della macchina amministrativa che da sempre rappresenta la spesa più corposa e quest’anno scende da 414 milioni a 337,5, a farla da padrone sono le competenze annuali previste per la missione dedicata a Trasporto e Diritto alla Mobilità per cui sono previsti circa 313 milioni di spesa a fronte dei 344 dell’anno scorso.
Per Sviluppo sostenibile, Tutela del Territorio e dell’Ambiente si parla invece di 208 milioni, 15 in meno dello scorso anno, mentre Diritti sociali, Politiche sociali e Famiglia scende da 104,5 milioni a 97. Aumentano invece le competenze per Ordine pubblico e sicurezza (da 46 a 49 milioni), Politiche giovanili, Sport e Tempo Libero (da 7 a 9,5 milioni) e Sviluppo economico (da 7,5 a 8,8). Non cambia molto per quanto riguarda le previsioni di cassa delle stesse missioni: 322,5 milioni per il funzionamento generale di Tursi, 194 per la mobilità, 185 per ambiente e territorio, 101,5 per il welfare, 86 milioni per istruzione e Diritto allo studio, 63 per Ordine pubblico e sicurezza.
Ma anche per quanto riguarda le cosiddette “missioni” si dovranno attendere le correzioni in meglio che arriveranno a seguito dei maggiori stanziamenti da Roma.
In attesa della manovra correttiva, sono ancora molti gli scogli che il Consiglio comunale si dovrebbe trovare ad affrontare prima dell’estate: il regolamento sulla movida, la famosa mozione del Pd sul mercatino di Turati che sembra essere scomparsa nel nulla ma soprattutto l’ultima votazione in Sala Rossa sul nuovo Piano Urbanistico Comunale (prevista il 28 luglio) la cui recente accelerazione sta facendo mormorare parecchio tra i corridoi di Tursi. Secondo più di qualche voce, infatti, sindaco e giunta vorrebbero approfittare di questa almeno temporaneamente ritrovata compattezza (numerica) della maggioranza. Un po’ come dire: portiamo a casa il Puc entro l’estate e sul futuro politico di medio periodo si vedrà. Intanto, martedì prossimo il Consiglio potrebbe prendersi una pausa non tanto per celebrare il 14 luglio quanto per recuperare il tour de force di questa settimana, con tre sedute consecutive, e soprattutto per evitare calde concomitanze con lo sciopero dei dipendenti delle partecipate.
Simone D’Ambrosio