La delibera di Giunta in tema di cultura e spettacoli. La logica è uscire dalla sola ottica dei grandi eventi per puntare sulla creatività cittadina come processo permanente e non momento occasionale
Con una delibera di giunta rimasta finora un po’ in ombra, il mese scorso il Comune di Genova ha predisposto un aggiornamento e un’integrazione delle priorità strategiche in ambito di cultura, eventi e promozione della città con un particolare indicazione operativa per quanto riguarda il biennio 2014-2015. Il provvedimento si era reso necessario per una serie di concause, prima tra tutte la necessità di porre fine alle polemiche degli scorsi anni che puntavano il dito contro l’amministrazione rea di dare “soldi” sempre ai soliti noti privati, ostacolando iniziative ed eventi culturali nuovi ed emergenti.
«Gli anni scorsi – ammette l’assessore alla Cultura, Carla Sibilla – un organizzatore di un Festival veniva dal Comune o partecipava a un bando e chiedeva un contributo, poi andava ad esempio da Palazzo Ducale e ne chiedeva un secondo, e magari pure a Società per Cornigliano… Così, non necessariamente in base alla qualità, c’era chi riusciva a ottenere più risorse degli altri». Per mettere fine a questo circolo vizioso è stata rivista la convezione quadro in atto tra Comune, Palazzo Ducale, Porto Antico e Società per Cornigliano per lo sviluppo di sinergie utili alla promozione e al sostentamento di attività culturali. «Con queste modifiche – spiega Sibilla – cerchiamo di dare vita a una sorta di coordinamento tra tutti i grandi soggetti che si occupano di cultura nella nostra città: adesso ci si dovrà per forza confrontare e mettere d’accordo sui sostegni che i vari soggetti possono fornire alle singole iniziative. Lo scopo della convenzione, infatti, non è tanto quello di versare contributi a Palazzo Ducale, piuttosto che al Carlo Felice, quanto di rafforzare e distribuire al meglio il calendario degli eventi della città perché questi stessi soggetti partecipano attivamente mettendo a disposizione spazi e servizi».
Questo, naturalmente, non vuol dire che le istituzioni della cultura e degli eventi genovesi resteranno a bocca asciutta. Sono, infatti, previsti i consueti contributi per la Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale, il Teatro Carlo Felice, il Teatro Stabile di Genova ma, naturalmente, per conoscerne l’ammontare bisogna attendere il nuovo bilancio augurandosi che le risorse a disposizione possano quantomeno restare sullo stesso livello del 2013. Senza dimenticare la sempre più difficile ma parimenti indispensabile ricerca di sponsorizzazioni legate agli eventi culturali, «su cui – assicura l’assessore – lavoriamo alacremente e con costanza. Il miglior modo per valorizzare e difendere la cultura è quello di dare qualità e di considerare come obiettivo la sostenibilità economica, fermo restando che ci sono realtà che per la struttura del proprio conto economico necessitano di finanziamenti. Ma questo non vuol dire che poi si possono avere inefficienze strutturali. E a Genova abbiamo tanti esempi di chi riesce a sfruttare in maniera intelligente e innovativa i fondi erogati, uno su tutti lo Stabile».
Possiamo, quindi, dire addio ai vecchi baronaggi tanto cari in città, anche e soprattutto nel mondo della cultura? «Vedrei tutto più sotto una luce positiva – ci risponde l’assessore Sibilla – nel senso che difendiamo al massimo la cultura, puntando molto sull’attenzione alla qualità e alla sostenibilità economica. Perché in realtà gli sprechi nel nostro settore non sono poi così sostanziosi rispetto ad altri ambiti. Negli anni, mentre su altri fronti economici, ahimé, abbiamo avuto delle involuzioni con la chiusura di numerose aziende, i visitatori e i partecipanti agli eventi culturali sono sempre in crescita grazie anche a un’offerta molto vivace. Sei anni fa Palazzo Ducale aveva i conti rosso, adesso sì che riceve il contributo comunale ma riesce a fare tanto di più autoalimentandosi trovando sponsorizzazioni e partner disposti a investire su Genova». Quindi è vero che, almeno a Genova, la cultura continua a dare da mangiare.
C’è anche un altro aspetto da non sottovalutare tra le pieghe del fermento culturale genovese, ossia l’opportunità di collaborare strettamente con la città di Milano, peraltro di colore politico-amministrativo molto vicino a quello di Palazzo Tursi, in ottica di Expo 2015: Genova, insomma, si vorrebbe candidare a diventare non solo il più naturale sbocco di servizio sul mare per la città meneghina ma punta a valorizzarsi come riferimento anche in ambito turistico.
Vi è, poi, tutta una serie di principi generali a cui le nuove linee guida devono tendere, come previsto anche dallo stesso Statuto della città. Si tratta, in sostanza, di valorizzare la dimensione nazionale e internazionale del patrimonio cittadino, dell’immagine e dell’appeal turistico della città, delle attività e degli eventi che ne sottolineano la multiculturalità mediterranea e, naturalmente, di tutte quelle iniziative che possano rappresentare un trampolino di lancio per i talenti locali puntando a stimolare un ricambio generazionale, che in questi giorni va parecchio di moda (ministro Madia docet). Insomma, si tratta di tradurre nella concretezza il nuovo, felice slogan che ricorda come Genova nei fatti sia, o forse sarebbe il caso di dire voglia essere, “more than this”. (A proposito di nuovo logo, il Comune ha dato via libera all’utilizzo commerciale per la produzione di merchandising, fino al 28 febbraio 2015, con il versamento di una royalty pari al 7% del fatturato; resta, invece, gratuito l’uso promozionale a fini non commerciali, da parte di soggetti pubblici o privati).
Per fare questo vengono, dunque, evidenziate quattro linee guida, che dovrebbero diventare il nuovo catechismo della cultura e degli eventi genovesi per i prossimi due anni.
Come già accennato, si parte dalla tutela delle grande istituzioni culturali cittadine, fondamentali nella promozione del patrimonio materiale e immateriale di Genova. Non si tratta, comunque, solo di Palazzo Ducale, Carlo Felice e Stabile ma anche di tenere vivi appuntamenti ormai consolidati che coinvolgono i Palazzi dei Rolli e i Musei civici. Inoltre, particolare attenzione si vuole porre alla valorizzazione del Cimitero Monumentale di Staglieno, tra i più importanti d’Europa. E poi tutti gli eventi sempre presenti nel calendario della nostra città in ambito musicale (premio Paganini e sostegno alla musica d’autore) e tradizionali – folkloristici (cortei storici, Confuego e conservazione del dialetto e del teatro genovese).
Il secondo “comandamento” è, invece, interamente dedicato al sostegno, valorizzazione e promozione degli spettacoli, dalla multisfaccettata offerta teatrale alla sempre crescente offerta musicale; ma si parla anche di Accademia Ligustica di Belle Arti, Museo dell’Attore, cinema, poesia, danza, artisti di strada e chi più ne ha più ne metta.
La terza linea guida sottolinea la necessità di promuovere l’avvio di progetti innovativi, di imprese culturali locali e di talenti genovesi. In particolare, si fa riferimento ai progetti Sala Dogana e Cre.Sta come esperienza virtuosa nel far emergere le migliori proposte della creatività artistica cittadina.
Strettamente connesso a ciò è anche il quarto e ultimo aspetto, interamente dedicato alla relazione con il territorio. In questo capitolo, la delibera proposta dall’assessore Sibilla indica tre obiettivi considerati virtuosi e di conseguenza da raggiungere: programmare iniziative con i Municipi e con Civ, valorizzare percorsi cittadini turistico-culturali con particolare riferimento al Centro Storico (vi ricordate il nostro tour alla scoperta delle Botteghe storiche della settimana scorsa?) e dare vita a iniziative specifiche di valorizzazione e rigenerazione urbana attraverso la promozione e fruizione culturale.
«L’obiettivo di promuovere progetti “stanziali” e innovativi, imprese culturali e produzioni indipendenti che emerge da questi due ultimi punti – commenta Maddalena Bartolini, consigliere comunale di Lista Doria – credo sia il risultato di un percorso di confronto che vede la cultura uscire dalla sola ottica dei grandi eventi per puntare sulla creatività cittadina come processo permanente invece che momento occasionale. Ne consegue necessariamente un coinvolgimento dei territori (attraverso Municipi, associazioni, Civ e gruppi informali) per rendere la città “abitata” in tutta la sua lunghezza e complessità. Credo che si inizi finalmente a guardare a Genova da altri punti di vista in cui l’arte pubblica, l’apertura di spazi chiusi e la rivitalizzazione di spazi urbani rendono dinamica una città che speriamo diventi sempre più “diffusa”».
A dimostrazione di ciò è in previsione l’emanazione di un bando per l’assegnazione di contributi da erogare durante il 2014 a sostegno di progetti imprenditoriali innovativi e di industria creativa. La cifra, come tutti gli altri contributi previsti (in previsione ce ne sono anche altri destinati ai teatri più o meno stabili, ai teatri per bambini e alle rassegne musicali) naturalmente è ancora assolutamente incerta e dovrà attendere l’approvazione definitiva il Sala Rossa del Bilancio previsionale 2014. Ma, ad esempio, è già possibile sapere che i contributi richiesti, che dovranno servire a finanziare lo sviluppo di prodotti, servizi e attività creative e culturali che presentino caratteristiche di commerciabilità e capacità di inserimento nel mercato di settore, non potranno superare gli 8 mila euro a progetto. Oltre ai parziali finanziamenti, comunque, l’amministrazione si dichiara assolutamente disponibile a coadiuvare tutti i progetti attraverso l’apporto dei servizi degli Uffici comunali coinvolti nella realizzazione dei vari eventi, in particolare per le questioni burocratiche in materia di rilascio dei permessi e delle autorizzazioni necessarie.
Simone D’Ambrosio