Passa una mozione votata da Pd e Pdl. Contrari M5S, Lista Doria, Sel e FdS. Il neo assessore Fracassi prima si dice contraria e poi dà l’ok al documento. Prove generali per la delibera sulle partecipate che arriverà in aula la prossima settimana
Larghe intese al Consiglio comunale di Genova. Con una maggioranza ben diversa da quella politica, continuamente traballante, ieri sera in sala Rossa è passata una mozione sulle iniziative a sostegno della maternità, presentata dai consiglieri Balleari (Pdl) e Lodi (Pd), che impegna il sindaco “ad adottare interventi mirati alla tutela della maternità e a favore della natalità, volti a sostenere socialmente ed economicamente le madri in gravidanza che, pur versando in situazione di difficoltà, scelgono comunque di non ricorrere all’interruzione della gravidanza; a strutturare e promuovere tali interventi all’interno della rete dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari pubblici e privati a sostegno della famiglia; a prevedere, tra tali interventi, ove possibile nelle disponibilità di bilancio, anche un contributo economico per collaborare a far fronte alle spese relative alle nascite”.
Un documento apparentemente innocuo, tanto che qualche consigliere di maggioranza all’inizio dei lavori aveva avuto facile gioco a lamentarsi dell’ennesima seduta inutile, senza alcuna delibera di giunta da discutere. Ma, alla prova dei fatti, la votazione si è trasformata nell’ennesimo banco di prova per Doria e la sua Giunta e ha visto, suo malgrado, tra i protagonisti anche il neo assessore alle Politiche socio-sanitarie, Emanuela Fracassi.
«Auguri alla nuova maggioranza» ha tuonato il capogruppo di Sel, Gian Piero Pastorino anticipando il risultato della votazione. Già perché la mozione è passata con 21 voti favorevoli e 14 contrari. Ma il sostegno è arrivato da Pd, Pdl, Lista Musso, Udc e Gruppo Misto. Hanno votato no, invece, i 5 consiglieri del Movimento 5 Stelle e, soprattutto, i 6 della Lista Doria, i 2 di Sel e l’unico rappresentate di FdS.
A voler fare un po’ di dietrologia, si potrebbe dire che quello di ieri altro non è stato che l’antipasto di quanto andrà in scena la prossima settimana con la delibera sulle società partecipate (in fase di studio la possibilità di predisporre alcuni schermi nel loggiato di Tursi per consentire al maggior numero di cittadini di seguire i lavori della Sala Rossa), finalmente pronta a tornare al cospetto dei consiglieri. Ma la situazione, per quanto riguarda il dibattito sul futuro di Amt, Aster e Amiu, sarà decisamente più intricata. Dalle voci che abbiamo colto nei corridoi di Palazzo Tursi, con l’approvazione di qualche emendamento “strategico”, non è escluso che la maggioranza politica “tradizionale” possa riuscire a salvarsi in calcio d’angolo. Almeno per il momento.
Ad ogni modo, ieri la scintilla è scattata quando, forse con un’interpretazione un po’ forzata della lettera della mozione, il dibattito si è concentrato su una presunta discriminazione delle madri costrette all’aborto. Secondo la consigliera Pederzolli (Lista Doria) «gli interventi sul tema non devono essere puntuali ma sistemici. Bisognerebbe puntare tutt’al più sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate. D’altronde esiste già un lavoro di rete da parte del Comune per sostenere le donne con reddito particolarmente basso nel momento della gravidanza. Invece, riteniamo che debba assolutamente essere difesa la legge 194 e il sostegno economico ai consultori pubblici. Va, infine, sostenuta in un certo qual modo la laicità sul tema della maternità e la libertà di scelta per chi vuole abortire che, invece, sembra sia oscurata da questo testo». Fuoco alle polveri, con una lunga discussione che ha raggiunto punti piuttosto infimi quando il consigliere De Benedictis (Gruppo Misto) si è rivolto direttamente alla collega Pederzolli con toni deprecabili: «Non sai quello che dici. Non va bene ragazzina. Questa è una discussione sulla vita e non sulla morte». Pederzolli ha immediatamente ottenuto la solidarietà del consigliere Pastorino: «Mi scuso a nome di tutta la categoria maschile del comportamento non certo urbano che ha tenuto il consigliere De Benedictis». È lo stesso De Benedictis a scusarsi successivamente per l’infelice uscita dovuta, a suo dire, a uno «sciupun de futta». Ma anche in questo caso il rappresentante del Gruppo Misto è caduto nella tentazione di un apprezzamento maschilista tanto innocuo quanto evitabile.
Ciò che ha colpito maggiormente resta comunque il repentino cambio di rotta della Giunta circa la propria posizione sulla mozione. Inizialmente, il neo assessore alle Politiche socio-sanitarie, Emanuela Fracassi, si era detta disponibile ad accogliere il documento solo se i proponenti avessero apportato alcune sostanziali modifiche. Tra queste, la sostituzione dei riferimenti ai consultori privati e pubblici con una più generale rete di servizi socio-sanitari che comprendesse tutte le azioni già intraprese dal Comune e l’eliminazione della previsione di un sostegno economico per chi decide di non abortire. Dopo accese discussioni e alcune sospensioni del dibattito, invece, la stessa Fracassi si è dichiarata favorevole alla mozione così come presentata ed emendata solo nel punto riguardante la necessità di copertura del bilancio per il sostegno economico a chi decide non ricorrere all’interruzione della gravidanza. «È stata male consigliata» dicono i maligni. Fatto sta che il primo round tra Fracassi e Lodi, che Radio Tursi dà tra le più deluse dalla nuova nomina voluta e difesa da Doria, sembra essere stato ampiamente vinto dalla consigliera democratica. A dire il vero ci starebbe anche l’interpretazione opposta. Ovvero che la Lista Doria abbia chiaramente voluto mostrare a Fracassi da che parte si debba schierare se vuole ottenere sostegno in futuro, magari su questioni più delicate e non necessariamente condivise dal Pd.
Ma la giornate delle diatribe ha registrato anche l’ennesimo scontro tra il Movimento 5 Stelle e la Segreteria generale nella figura del vicesegretario Graziella De Nitto. Motivo del contendere, la dichiarazione di inammissibilità di due emendamenti proprio sulla mozione del sostegno alla maternità perché riguardanti materie sanitarie di competenza regionale. Non l’ha presa bene il consigliere Boccaccio che, off records, ha minacciato di intraprendere future azioni legali contro il vicesegretario se proseguirà con l’opera ostativa nei confronti del suo gruppo. «Dissentiamo profondamente rispetto alla non accettazione degli emendamenti perché riprendono esattamente i termini già previsti nell’impegnativa della mozione» ha dichiarato il capogruppo 5 Stelle, Paolo Putti. Sempre a proposito di segreteria generale, segnaliamo infine la fresca nomina del nuovo Segretario Generale, incarico che dal prossimo 2 dicembre sarà ricoperto da Franco Mileti, proveniente dal Comune di Pavia, in sostituzione di Vincenzo Del Regno, trasferitosi a Siena per motivi personali.
Simone D’Ambrosio