Nata nel 2003 per presiedere alla riqualificazione di un quartiere in forte mutazione, Società per Cornigliano si è occupata in questi anni anche di interventi che non riguardano strettamente la propria mission. Non solo bonifiche, nuove infrastrutture e restyling di edifici pubblici e privati, ma anche promozione culturale e assistenza al lavoro. Facciamo il punto con il direttore Enrico Da Molo
Quando nei primi anni duemila l’Ilva di Cornigliano abbandonava la produzione siderurgica a caldo fu da subito chiaro che per il quartiere si stava chiudendo un’era e che quello che era stato uno dei cuori del vertice basso del triangolo industriale avrebbe dovuto parzialmente cambiare identità. Fu anche da subito chiaro che non sarebbe stato uno scherzo. Proprio per gestire quel delicato passaggio, la legge 448 del 2001 sancì la nascita della Società per Cornigliano, che prenderà forma due anni più tardi con la partecipazione della Regione Liguria (45%), del Comune di Genova (22,5%), della Provincia alla stessa percentuale (oggi passata alla Città Metropolitana di Genova) e di Invitalia Partecipazioni (10%), una partecipata del ministero dell’Economia indicata dallo Stato. Tra il 2006 e il 2007, la società diventa proprietaria dell’area dismessa dall’Ilva pari a 266840 mq. Da quel momento inizia un intenso lavoro di riqualificazione del quartiere, innanzitutto dal punto di vista della bonifica del territorio, duramente provato da decenni di industria pesante.
Di quei quasi 267 mila metri quadrati, oggi, ne restano da bonificare circa 18 mila, in corrispondenza dell’area “ex sot”, chiamata così perché ospitava i sottoprodotti dell’ex cocheria. «In realtà – spiega a “Era Superba” il direttore di Società per Cornigliano, Enrico Da Molo – la soluzione per la messa in sicurezza permanente l’avremmo trovata da tempo».
Quella della bonifica del suolo e del sottosuolo è una delle sfide più impegnative. «Come si fa in tutto il mondo – riprende Da Molo – vorremmo mettere una membrana impermeabile che isoli la parte contaminata, in modo che nessuno entri in contatto con essa e poi aggiungere una copertura in cemento che possa sostenere carichi pesanti». Che cosa ostacola i piani della Società? La presenza di una falda acquifera, anch’essa gravemente contaminata, esattamente al confine fissato nel 2005 della zona di competenza dell’ente partecipato. La legge dice che prima di fare qualsiasi altro tipo d’intervento, la falda dev’essere bonificata, in quanto l’acqua può essere utilizzata per irrigare i campi o dare da bere agli animali. «Non è evidentemente il caso della nostra falda – precisa il direttore – che dopo pochi metri finisce nel Polcevera. Tuttavia, gli enti hanno ritenuto di tenere un atteggiamento molto formalista al riguardo». A complicare ulteriormente il quadro, il fatto che la falda contaminata si trovi al confine di un’area ancora utilizzata dall’Ilva. Di fronte alla rigidità degli enti, la società ha tentato in diversi modi di bonificare la falda acquifera, incontrando però difficoltà di varia natura: in questo momento si sta lavorando a un’ipotesi di “capping” (applicazione di una membrana impermeabilizzante) che coinvolge però anche terreni limitrofi a quelli di proprietà di Società per Cornigliano. Il costo previsto per questo intervento si aggira attorno ai 5-6 milioni di euro, ma prima ci vuole l’approvazione del progetto da parte degli enti preposti, un iter che si prevede lungo e complicato. «Devo dire che non abbiamo trovato grande collaborazione da parte degli enti pubblici – ammette Da Molo – probabilmente perché siamo noi stessi un soggetto pubblico. Penso che se fossimo un privato avremmo incontrato molta più comprensione».
Tra gli obiettivi principali che hanno portato alla creazione di Società per Cornigliano c’è anche e soprattutto la riqualificazione dal punto di vista infrastrutturale della delegazione ponentina, ovvero la parte più costosa e dagli effetti più visibili. Complessivamente, la Società ha a disposizione circa 70 milioni di euro da investire sul territorio.
«Abbiamo ultimato la strada a mare, a breve inizieranno i lavori di Lungomare Canepa – elenca con orgoglio Da Molo – e abbiamo bandito la gara d’appalto per il raccordo tra la strada a mare e il vincolo autostradale, il cosiddetto “lotto 10″». C’è poi il progetto delle due strade di sponda per collegare la strada a mare con la Val Polcevera ma, anche qui, i tempi saranno purtroppo lunghi: se per via Tea Benedetti (sponda a scendere) è stato presentato il progetto definitivo, si aspettano ancora risposte da Roma per quanto riguarda quello di via Perlasca (sponda a salire). «L’approvazione per il progetto di Lungomare Canepa richiese 15 mesi – ricorda Da Molo – speriamo questa volta ne bastino meno».
Secondo il direttore, l’opera che ha richiesto il maggior sforzo è stata la realizzazione della Strada a mare che sta provando a cambiare radicalmente il volto della viabilità di Cornigliano e per cui sono stati investiti circa 70 milioni di euro, di cui i 2/3 a carico della Società e 1/3 a carico di Anas. «Un’opera difficile – la definisce Da Molo – realizzata in tempi relativamente corretti». “Relativamente” perché, come abbiamo avuto modo di raccontare più volte su Era Superba, l’impresa che aveva vinto il bando (la Carena) era fallita e il procedimento per far subentrare altre aziende ha portato a un ritardo di 12 mesi a cantieri quasi aperti, e i 36 mesi previsti sono diventati 48. Per il raccordo tra la Strada a mare e lo svincolo autostradale di Genova Aeroporto, il famoso “lotto 10”, la spesa stimata è invece di 20 milioni circa.
È rimasta invece indietro (per ammissione dello stesso Da Molo) la riqualificazione dell’area ex gasometri, anche a causa delle continue giravolte dell’amministrazione regionale sulla volontà di dedicare quell’area al futuro “Ospedale del Ponente”. «Se devo dire la mia, penso che un ospedale lì non ci stia – suggerisce Da Molo – soprattutto se parliamo di una struttura da 600-800 posti letto come si è detto». Ma l’Ospedale di Ponente sembra sempre più destinato a rimanere una chimera, sia a Villa Bombrini che sulla collina di Erzelli, perché non ci sono fondi a sufficienza. Per l’area in passato occupata dai gasometri, allora, Società per Cornigliano sta pensando alla realizzazione di un parco pubblico con una palestra o alla possibilità di attrarre aziende dell’elettronica o che fanno videogiochi, sull’onda del successo di iniziative sul tema organizzate in collaborazione con Film Commission. Un progetto che, se mai vedrà la luce, si stima costerà intorno ai 5 milioni di euro.
Ma la riqualificazione del territorio non è solo infrastrutture. «Abbiamo riacquistato Villa Bombrini e l’abbiamo rivitalizzata da due punti di vista – ricorda Da Molo – quello culturale e quello economico». Le sale interne d’inverno e il parco pubblico esterno in estate ospitano spettacoli, concerti, mostre e ogni tipo di iniziativa culturale, realizzata spesso in collaborazione con le associazioni attive sul territorio. Inoltre, la due giorni dedicata ai videogiochi realizzata in collaborazione con la Film Commission, l’anno scorso ha conosciuto un ottimo successo di pubblico, proveniente anche da fuori Liguria. Dal punto di vista economico, l’ex palazzina direzione della villa oggi ospita il “videoporto”, un progetto che riunisce una cinquantina di imprese del settore audiovisivo, da Telegenova a piccole aziende che producono videogame. Al videoporto, Da Molo è legato in modo particolare: «Quando abbiamo acquistato la villa nel 2008 ci lavoravano 8 persone, oggi ce ne sono più di cento e si tratta di aziende giovani e creative, con prospettive di sviluppo per loro e per il territorio».
La Società si è poi impegnata nella sistemazione di Villa Serra e dei giardini Melis, ha realizzato 2 aree di parcheggio pubbliche (una presso l’ex mensa Italsider in via Bertolotti e una in via San Giovanni d’Acri) e rimesso a nuovo i campetti di calcio di via Minghetti e dell’area ex Dufour. La lista va avanti con l’emanazione di due bandi per la ristrutturazione delle facciate di edifici prospicienti a luoghi pubblici, cui hanno aderito 50 condomini su 200 per un totale di 80 facciate circa, e la riqualificazione di via Verona, via Bertolotti e via Vetrano, il cuore storico di Cornigliano nonché uno degli ultimi posti in cui faticosamente sopravvivono realtà commerciali “di prossimità”, messe in ginocchio dalla crisi e dalla concorrenza della grande distribuzione. Per la ristrutturazione di via Cornigliano, infine, è stato indetto un concorso internazionale, vinto da un team guidato dall’architetto genovese Pinna: per ristrutturare l’arteria principale della delegazione, la spesa prevista è di circa 10 milioni di euro.
Società per Cornigliano darà anche il contributo a questioni non di propria più stretta competenza come lo spostamento del depuratore da via Rolla, per cui fornirà un supporto dal punto di vista giuridico. «Inoltre – conclude Da Molo – ci siamo fatti portatori di altre due questioni molto sentite dal Municipio, ma che non dipendono da scelte nostre: lo spostamento della rimessa degli autobus e quello della stazione ferroviaria. In questi casi, la palla passa a Amt e alle Ferrovie dello Stato». Senza dimenticare i fondi impiegati per i lavori socialmente utile dei dipendenti dell’Ilva in contratto di solidarietà, ma questa è una storia che abbiamo già raccontato.
Luca Lottero