Stanziati 1,8 milioni di euro a partire dal 2014, per la seconda fase del progetto: l'obiettivo è realizzare distretti creativi a Genova. Quanto ne sanno i genovesi di questo progetto?
Dicembre 2010: il Comune di Genova, tramite l’Assessore alla Cultura Andrea Ranieri, comunica l’adesione al progetto Creative Cities, in collaborazione con Job Centre. Il capoluogo ligure, insieme ad altre quattro città europee – Lipsia, Danzica, Lubiana e Pecs – costruirà una rete di artisti e creativi che con il loro lavoro contribuiscono a creare progetti imprenditoriali e di innovazione, con forti ricadute sul territorio e sull’economia. Si tratta di un progetto inserito nella più ampia rete di iniziative Creative Europe.
In programma, da qui al 2013, una serie di incontri con operatori del settore finalizzati alla creazione di cluster di industria creativa: il termine indica gruppi di imprese creative che si trovano in una stessa area geografica e/o operano nello stesso ambito, e che possono dunque stringere collaborazioni e sinergie per contribuire all’industria creativa nel suo complesso.
Obiettivo del progetto è la messa a sistema di tutte le risorse creative genovesi, sia per dare opportunità agli artisti locali (bandi, visibilità, residenze) sia per stringere rapporti internazionali sulla base di progetti culturali.
Il progetto si interseca con un altro di più ampio respiro per la città, Genova Smart City. Per un dettagliato approfondimento su entrambi, rimandiamo al n. 38 di Era Superba free press.
IL PRESENTE
Martedì 14 maggio 2013, Palazzo Ducale ospita un convegno che fa il punto sulla chiusura della prima fase di Creative Cities.
Alcuni dati numerici, per capire meglio il progetto: tra il 2007 e il 2011 il numero delle imprese creative a Genova è aumentato del 22,03%. Si tratta soprattutto di piccole imprese, con una media di tre addetti, e rappresentano il 6,6% del totale delle aziende genovesi.
L’Unione Europea ha stanziato un finanziamento di 1,8 milioni di euro per il periodo 2014-2020, che sarà finalizzato alla realizzazione e al consolidamento di distretti creativi. A Genova ne sono già stati individuati due: il polo degli audiovisivi a Villa Bombrini (cui è legato anche il progetto Mediatic, che pone la città in un ruolo di primo piano nello sviluppo di questo settore) e il distretto della Maddalena, che lega il progetto Creative Cities anche al recupero di aree degradate della città, uno dei suoi obiettivi primari. A questi si aggiunge Sala Dogana, uno spazio che il Comune e Palazzo Ducale destinano a progetti di “giovani artisti”.
Inoltre il portale Genova Creativa ha registrato oltre 500 iscrizioni (di cui 251 artisti e 254 operatori della cultura), con un totale di oltre 35.000 visitatori dalla sua fondazione nel dicembre 2011.
L’interesse dei temi trattati pone tuttavia un quesito: è sufficiente un sito web per dare il meritato spazio a tutte le iniziative culturali di Genova, da quelle “istituzionali” alle indipendenti? Tanto più che in città esistono più progetti simili, per la messa in rete di differenti progetti artistici: per esempio Arbusti, creato dalla Consigliera Comunale Maddalena Bartolini, o le numerose iniziative di arte e cultura indipendente a cui diamo quotidianamente spazio su Era Superba e che si attivano per ripensare il paradigma culturale della città (Tilt, Vanuart e altre).
Nel convegno si è avvertita l’assenza di molti operatori culturali e artisti, soprattutto coloro che operano in maniera autonoma e indipendente. Genova Creativa ha oltre 500 iscritti, sono loro i veri attori dell’industria creativa che avrebbero dovuto dare più viva e partecipata testimonianza. I cosiddetti “giovani artisti” sono persone che fanno due o tre lavori (barista, cameriere, freelance, e così via) e passano notti in bianco per portare avanti la loro associazione, azienda o progetto creativo, impegnandosi perché un giorno diventi la propria unica fonte di lavoro e di reddito. Perché non sono intervenuti a raccontare esperienze e difficoltà, a condividerle con altri? Non sapevano che ci sarebbe stato il convegno? Lo sapevano ma non erano interessati? Sanno che Genova ha ottenuto e otterrà un cospicuo finanziamento europeo per mettere in rete tutti coloro che fanno impresa creativa?
Domande che meritano una risposta, forse non giunta dal convegno ma che trova conferme nel fermento culturale di Genova, sempre molto vivo sia nei circuiti istituzionali sia in quelli non istituzionali. L’augurio è che, nella seconda tranche di Creative Cities, qualcosa cambi nel modo in cui enti e singoli individui comunicano tra loro e condividono idee e progetti.
Marta Traverso
[foto di Roberto Manzoli]