Fino al 2 febbraio, un viaggio attraverso le isole naturali, private, turistiche, adibite a parchi naturali, divenute sedi di prigioni, di insediamenti militari o industriali, documentato con video, fotografie, disegni, sculture, materiali audio, rilievi, mappe
Desertmed, le isole deserte del Mediterraneo è la nuova mostra ospitata presso il Museo d’arte Contemporanea di Villa Croce.
Il museo genovese propone per la prima volta in Italia una mostra che raccoglie il frutto del lavoro di ricerca portato avanti in questi anni dal collettivo Desertmed, un’ indagine artistica multidisciplinare rivolta alla scoperta delle isole deserte del Mediterraneo che analizza le cause storiche, politiche e geografiche del loro abbandono.
Un viaggio attraverso le isole naturali, private, turistiche, adibite a parchi naturali, divenute sedi di prigioni, di insediamenti militari o industriali, documentato con video, fotografie, disegni, sculture, materiali audio, rilievi, mappe, interviste, tecnologie tradizionali e tecnologie digitali innovative che tentano di fornire allo spettatore “una cartografia poetica e concettuale” degli unici spazi rimasti liberi nel mediterraneo.
Il collettivo Desertmed, conosciuto a livello internazionale, ha esposto in rilevanti sedi quali Berlino, Istambul e Salonicco, inizialmente composto da Giulia di Lenarda, Armin Linke, Amedeo Martegani Giuseppe Ielasi, Renato Rinaldi e Giovanna Silva ad oggi annovera collaborazioni con artisti, fotografi, architetti, sound artist, scrittori e teorici. (Daniele Ansidei, Aristide Antonas, Elina Axioti , Angelo Boriolo, Giulia Bruno, Fabian Bechtle, Antonia Dika, Stefano Graziani, Wilfred Kühn e Simona Malvezzi, Franck Leibovici, Carlo Marchi, Carlo Ratti, Donato Ricci, Stella-Sophie Seroglou, Francesco Siddi, Andrea Tamburini)
L’isola e a maggior ragione l’isola deserta sono nozioni estremamente povere e deboli da un punto di vista geografico; esse possiedono un debole statuto scientifico. Ma questo va a loro onore. Non c’è alcuna unità oggettiva nell’insiemedelle isole. Ancora meno nelle isole deserte. Magari l’isola deserta può avere un suolo estremamente povero. Deserta, essa può essere un deserto, ma questo non è affatto necessario. Se il vero deserto è inabitato, esso lo è in quanto non presenta le condizioni di diritto che renderebbero la vita possibile, vita vegetale, animale o umana. Al contrario,
che l’isola deserta resti spopolata, resta un puro fatto che si collega alle circostanze, vale a dire a ciò che la circonda.
L’isola è ciò che il mare circonda, ciò che è deserto è l’oceano tutto intorno. Ed è in virtù delle circostanze che le navi passano da lontano e non si fermano mai.
(tratto da: Gilles Deleuze, L’isola deserta e altri scritti. Testi e interviste 1953-1974, Torino 2007)
LA MOSTRA E’ STATA PROROGATA FINO AL 9 FEBBRAIO
12 dicembre 2013 – 2 febbraio 2014
inaugurazione: giovedì 12 dicembre 2013, ore 18