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Diritto alla salute: una guida alla medicina per i cittadini stranieri

Un pratico manuale in tre lingue, una comunicazione di pubblica utilità chiara e trasparente dedicata ai migranti


30 Marzo 2012Notizie

Inglese, francese, arabo, sono le tre lingue usate in “Salute, guida alla medicina per cittadini stranieri”, una sorta di “Prontuario medico dedicato agli operatori sanitari che operano con i migranti” realizzato dalla Fondazione IntegrA/Azione – nata nel dicembre 2010 con lo scopo di promuovere diritti e dignità per i migranti, uomini e donne che arrivano in Italia in cerca di un futuro migliore ma che, nella maggior parte dei casi, sono penalizzati da una scarsa conoscenza della lingua italiana, da situazioni alloggiative ed economiche precarie o da condizioni di salute fragili – con il patrocinio del ministero per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, l’Anci e il complesso ospedaliero S. Giovanni Addolorata di Roma.
Una lodevole iniziativa che parte dalla consapevolezza che la presenza di cittadini stranieri in Italia è in continuo aumento e la comunicazione è fondamentale per garantire loro il diritto alla cura.

In otto anni il numero di stranieri residenti in Italia si è triplicato, superando i 4,5 milioni di presenze. A questi vanno aggiunti i circa 600.000 stranieri senza permesso di soggiorno stimati dalla Caritas. Una crescita che va di pari passo con l’aumentare dell’utenza straniera di ambulatori e pronto soccorso. Basti pensare che i ricoveri in regime ordinario degli stranieri da Pfpm (Paesi a forte pressione migratoria) sono raddoppiati nell’arco di un quinquennio: dal 2,6% del 2003 al 4,6% del 2008. Dal 2000 al 2008, l’Istat ha registrato una variazione percentuale di + 101,3 di dimissioni ospedaliere di stranieri in ricovero in regime ordinario. Se poi si considerano le prestazioni in day hospital i numeri salgono ancora (variazione % 2000 – 2008: + 192). Un aumento motivato anche dal disagio economico, sociale e di salute, che moltissimi stranieri si trovano a vivere nella nostra società.

«Questa sorta di prontuario medico nasce dall’esigenza, verificata direttamente sul territorio, di avere un supporto pratico all’attività quotidiana nel fornire servizi e prestazioni sanitarie a tutti i cittadini – spiega Luca Odevaine, presidente di Fondazione IntegrA/Azione – In particolare, questa pubblicazione vuole contribuire a migliorare la capacità di risposte adeguate ed eque alle sfide imposte dalle diversità culturali. Inoltre non bisogna dimenticare che lo scivoloso terreno della paura, accostato alla mancanza di informazione, resta una discriminante per gli immigrati italiani sul fronte dell’accesso alla sanità».

La guida raccoglie un frasario di domande a risposte multiple, di maggiore uso nelle strutture mediche.
A partire dalla raccolta dei dati anagrafici e dalla storia medica di un paziente. Una sezione speciale è dedicata alla donna, con parole e termini più comuni in ambito medico per la gravidanza, la contraccezione, la pediatria e la violenza. È tradotta in inglese, francese e arabo, con note a margine e in un formato agile.
Ai concetti chiari e semplici, corrisponde un linguaggio grafico di grande attenzione alla comprensione del contenuto della pubblicazione. La guida infatti risponde pienamente, dal punto di vista grafico, a quella che in gergo viene definita “comunicazione di pubblica utilità”. Una comunicazione chiara e trasparente pensata per informare l’utente e trasmettere saperi.

«Il livello di accesso alle cure per i cittadini stranieri è da considerarsi come un termometro del grado di accoglienza e civiltà di un territorio – conclude il presidente di Fondazione IntegrA/Azione – Vale la pena ricordare sempre che la Corte costituzionale, in una sentenza di qualche tempo fa (n. 252/2001), ha affermato l’esistenza di “un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione (art. 32, ndr) come ambito inviolabile della dignità umana” che va “riconosciuto anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso e il soggiorno nello Stato”».

 

Matteo Quadrone


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