Con la cartolarizzazione del patrimonio immobiliare gli enti si disfano di strutture inutilizzate e le lasciano nelle mani del mercato internazionale
La Sanità in Liguria chiude il 2011 con un passivo di 146 milioni. E’ il dato ufficiale pubblicato dalla Regione dopo le voci dei giorni scorsi che volevano il debito molto più elevato. Questi cento milioni, sempre stando ai dati, sarebbero la perdita in termini di quota pesata degli anziani e “corrispondono a quanto pensiamo di realizzare con la cartolarizzazione”, ha dichirato il presidente Burlando.
Ma che cos’è la cartolarizzazione? E’ un’operazione finanziaria che consiste nella cessione di immobili a società-veicolo in cambio di un corrispettivo economico ottenuto attraverso l’emissione ed il collocamento di titoli obbligazionari; in pratica, la conversione di immobili di proprietà pubblica in strumenti finanziari più facilmente collocabili sui mercati.
La società veicolo ha per unico oggetto sociale la gestione dell’operazione di cartolarizzazione. Una volta acquisito il patrimonio immobiliare, la società emette obbligazioni sui mercati internazionali garantite dal valore dell’immobile/i, ma soprattutto dal flusso di incassi previsti derivanti dalla destinazione d’uso e quindi dalla vendita finale dello stesso/i a un terzo soggetto (imprenditori, società ecc ecc) denominato “investitore finale”.
Ecco che diventa di fondamentale importanza la destinazione d’uso, come nel caso dell’ex manicomio di Quarto: “Tra la cultura americana che ogni 20 anni demolisce e ricostruisce tutto e la nostra cultura europea che non demolisce niente – ha detto Claudio Burlando – dobbiamo trovare una via di mezzo. Se Basaglia ha chiuso i manicomi trent’anni fa in quelle strutture enormi bisognerà fare dell’altro. Vendendo possiamo avere soldi a beneficio di tutta la comunità. Credo sia sbagliato tenere tutto immobile. Giusto definire una presenza significativa con una casa della salute dove serve, ma il resto si può utilizzare diversamente”.
Sono di queste settimane le dure proteste dei comitati di Santa Margherita che difendono la struttura dell’ex ospedale chiedendo il mantenimento della funzione sanitaria. Burlando sul tema non ha dubbi: “I comitati di Santa Margherita non hanno ragione, in quella struttura, dopo la creazione dell’ospedale di Rapallo bisogna farci dell’altro. Poi se un privato mettendoci fondi propri vuole fare un suo intervento, ben venga, ma noi no. La nostra offerta sanitaria è già ipertrofica, non possiamo tenere qualsiasi ambulatorio. Dobbiamo cartolarizzare bene e investire in sanità.”
Ecco perchè l’edilizia sanitaria è un tema strategico di grande importanza per il nostro territorio. A Genova strutture sanitarie come Quarto o Pratozanino a Cogoleto, sono emblema di un cambiamento sociale che negli anni ha lasciato dietro sé enormi spazi inutilizzati; oggi, in odor di recessione, la macchina pubblica procede con vigore ad una nuova razionalizzazione di mezzi e strutture, proprio come avvenne in passato. A quelli del primo novecento, quindi, si aggiungeranno presto gli spazi lasciati in eredità dai primi anni 2000, un patrimonio da gestire con raziocinio.
E’ la cartolarizzazione la strada giusta? Non siamo certo in grado di dare una risposta certa. L’unico dato di fatto è che cartolarizzare un bene significa in parole povere doverlo rendere il più appetibile possibile per un compratore, tradotto possibilità di realizzare residenze, alberghi o strutture commerciali che nella maggior parte dei casi è sinonimo di miopia e ricerca del ricavo immediato. In buona sostanza al termine “investimento” spesso e volentieri si sostituisce quello di “speculazione”.