Il Galata Museo del Mare anche quest'anno ospita eventi nell'ambito del Festival della Scienza: dallo spazio dedicato alla matematica nei suoi legami con l'arte, alla mostra di fotografie a tema scientifico
Il Festival della Scienza festeggia il suo decennale, e lo fa in grande. Tanti i progetti e le iniziative avviate nell’arco di questa edizione, ma tante anche le costanti che da anni si ripetono e diventano punti di forza della manifestazione. Tra le altre, la collaborazione con il Galata Museo del Mare, da tempo sede temporanea del Festival. Anche quest’anno, il Museo ospita tre laboratori legati al mondo scientifico: da quello più complesso e rivolto ai ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, “Rette… rotonde?!”, che spiega il funzionamento delle curve geodetiche, a quello realizzato in collaborazione con il Museo del Mare dal titolo “Galata overseas”, in cui è possibile visitare il museo, alla scoperta delle rotte percorse da Cristoforo Colombo e altri esploratori coraggiosi che hanno fatto la storia. Infine, un laboratorio che svela i legami tra arte e scienza, “Bella e possibile, la matematica!”, che gioca con gli elementi architettonici, artistici, botanici che hanno fatto la storia dell’arte antica e moderna, e insegna ai visitatori a scoprirvi corrispondenze matematiche.
In “Bella e possibile, la matematica!”, infatti, giovani animatori esperti in materie scientifiche insegnano ai bambini a partire dai 6 anni (e anche agli adulti) a pensare come fa uno scienziato. Come? Grazie alla creatività: mettendo in luce i legami che esistono tra arte e scienza, il laboratorio (organizzato dall’Università di Roma Tre – Laboratorio www.formulas.it) insegna ai bambini a diventare dei matematici. Si parte osservando alcune immagini dell’Ara Pacis augustea e si arriva ai dipinti di Pablo Picasso: i partecipanti del laboratorio sono invitati a osservare prima gli elementi particolari, presi nella loro singolarità, e poi il tutto, il totale, la somma degli elementi. Come degli scienziati, i partecipanti impareranno a osservare il mondo come un problema matematico, analizzando prima il dettaglio e poi concentrandosi sull’insieme degli elementi. Il tutto, con la partecipazione diretta dei visitatori, attraverso giochi interattivi e disegni per mettere in moto la creatività. La mostra svela al visitatore le strutture presenti sia in alcune opere d’arte che in certe immagini matematiche, quando vengono osservate da lontano o da vicino: un percorso attraverso la bellezza matematica e botanica, indagate con “sguardi globali” e “sguardi locali”. Al termine ai ragazzi viene data la possibilità, attraverso un gioco al computer che si rifà a precise teorie matematiche, di costruire un loro pattern (come un “pavimento”) esteso mediante la ripetizione di pochi (17) elementi identici. Come? Da scoprire al Festival della Scienza, fino al 3 novembre.
Fino al 3 novembre, inoltre, in corso anche l’esposizione fotografica “International Images for Science Exhibition”, una mostra sulla fotografia scientifica, a cura di Capitolo Italiano della Royal Photographic Society (CIRPS). Qui esposti i lavori di diversi fotografi scientifici provenienti da tutta Europa (Jim Swoeger, Tony McConnel, Steve Gschmeissner, Volker Brinkmann, Steven Morton, Bernardo Cesare e molti altri), attraverso i quali è possibile scoprire scenari normalmente preclusi all’occhio umano e catturati grazie a particolari microscopi o telescopi, fermati in splendide immagini. La scienza vede nella fotografia uno strumento eccellente per la ricerca e per dare la testimonianza più immediata delle innovazioni scientifiche. La fotografia è il mezzo per analizzare il “piccolissimo”, ciò cui lo sguardo umano non ha accesso, e metterlo in relazione con l’infinitamente grande, come le galassie, i pianeti, lo spazio. Tanti momenti catturati lungo la storia della ricerca scientifica che ci illustrano scoperte, teorie e principi fondamentali: sono immortalati embrioni umani o di topo; donne in sovrappeso rappresentate attraverso la tecnica della termografia a infrarossi; venule aperte in cui sono visibili, grazie alla tecnica della micrografia elettronica a scansione a colori, globuli bianchi e rossi all’interno di un vaso sanguigno; proboscidi di zanzare, gocce di globuli rossi umani che levitano per effetto della pressione di radiazione acustica, nonché nebulose planetarie a spirale o immagini della galassia Messier. Le foto, molto delle quali pubblicate su testi di divulgazione scientifica a cura, tra gli altri, del National Geographic, colpiscono lo spettatore e creano ancora un inatteso connubio tra arte e scienza, che spiazza e interessa trasversalmente ogni tipo di visitatore. Un’esperienza da non perdere, fino a domenica al Galata – Museo del Mare.
Elettra Antognetti