Un anno fa la Fondazione con sede a Villa Rosazza denunciava il rischio di cessazione delle attività: abbiamo chiesto al Presidente Roberto Speciale se è cambiata la situazione
Marzo 2012: la Fondazione Casa America, fondata nel 2000 con lo scopo di «approfondire e diffondere la conoscenza dell’America Latina in Italia e dell’Italia in America Latina, mettendo in evidenza i molti punti di contatto che legano le due realtà dal punto di vista culturale, ma anche istituzionale ed economico», sta attraversando un momento di crisi finanziaria.
A questo scopo vengono organizzati due eventi aperti alla città, per raccogliere i fondi necessari alla sopravvivenza e al mantenimento delle attività previste entro il 2012. Viene in particolare sollecitata la presenza degli enti, istituzioni e associazioni che in questi dodici anni hanno collaborato con Casa America e ne hanno sostenuto le attività.
La Fondazione – con sede a Villa Rosazza, a DiNegro – ha un importante ruolo culturale e sociale per la nostra città: nel secolo scorso sono stati molti i genovesi emigrati nell’America Latina, mentre negli ultimi vent’anni il flusso migratorio si è invertito. Al suo interno una biblioteca, una musicoteca e una videoteca specializzate sulle culture dell’America Latina e accessibili a tutti i cittadini, e l’organizzazione costante di mostre, conferenze, proiezioni, corsi di lingua e altri eventi culturali.
Così ha detto il presidente Roberto Speciale a Era Superba un anno fa: «Il 2012 si preannuncia per noi, alla pari di tante altre istituzioni culturali, come un anno molto difficile a causa del venir meno di molte fonti di sostegno finora assicurate dagli enti pubblici nazionali e locali e in qualche caso anche da soggetti privati. La chiusura di Casa America costituirebbe un impoverimento del nostro patrimonio istituzionale e culturale».
IL PRESENTE
Passato un anno, abbiamo chiesto al presidente di Casa America Roberto Speciale se la situazione è migliorata rispetto alle aspettative, e quali sono le attività attualmente in corso: «La raccolta fondi continua a tutt’oggi e ci ha aiutato ad arginare le gravi difficoltà venutesi a creare nel 2011-12, per il drastico taglio di sovvenzioni alla cultura e alle attività internazionalistiche operato da enti pubblici e privati, locali e nazionali. Fondazione Casa America si è giovata di questa solidarietà ma non siamo ancora fuori dall’emergenza. In questo periodo si può contribuire alle nostre attività tramite la campagna abbonamenti di sostegno alla rivista “Quaderni di Casa America” (la rivista della Fondazione) e di inserzioni pubblicitarie. Continuiamo a offrire la serigrafia del maestro Raimondo Sirotti e i disegni del noto cartoonist Renzo Calegari, donati dai due artisti per aiutare la Fondazione».
Si può osservare da vicino l’attività di Casa America anche attraverso la mostra fotografica Tina Modotti, un nuovo sguardo, aperta fino a domenica 21 aprile a Palazzo Ducale: «una “piccola grande mostra” che ha girato in molti Paesi del mondo prima di arrivare a Genova. Sono foto degli anni ’20 in bianco e nero, un omaggio al Messico nel periodo immediatamente seguente la sua grande Rivoluzione e un riconoscimento dell’epopea dell’emigrazione italiana del ‘900 con il suo carico di sofferenza ma anche con il segno artistico che ha lasciato nel mondo. Attorno alla mostra abbiamo organizzato una serie di eventi per celebrare Tina Modotti, il Messico e l’Italia».. Si prevedono inoltre – vista la recente elezione di un Papa sudamericano – eventi e conferenze che tocchino più da vicino questo tema.
Più in generale, come si rapportano le attività culturali di Casa America nel favorire l’integrazione tra i genovesi e i migranti? «Le nostre attività sono aperte e concretamente partecipate sia da cittadini italiani sia da persone originarie dei diversi Paesi dell’America Latina, e già questo favorisce la conoscenza reciproca e l’interscambio tra le culture e i punti di vista. Organizziamo poi iniziative specifiche rivolte alle comunità latinoamericane, spesso assieme alle Ambasciate, ai Consolati e alle diverse associazioni. Recentemente abbiamo promosso il progetto “Edubank”, favorendo la conoscenza e l’accesso dei cittadini di origine straniera al sistema creditizio e bancario. Ora ci proponiamo di contribuire ad una svolta nei processi d’integrazione su quattro temi: salute, sicurezza, ambiente, fruizione del patrimonio culturale».
Marta Traverso