Genova Parcheggi, che fattura in media circa 12 milioni di euro all’anno e fino ad ora versava al Comune un canone di 2,5 milioni annui, diventa una società partecipata del Comune di Genova al 100%. Si occuperà di sosta a pagamento, ztl, car e bike sharing
Prosegue il processo di razionalizzazione delle società partecipate fortemente voluto dall’amministrazione comunale con il principale obiettivo di ridurre gli sprechi, ottimizzare i servizi e, possibilmente, aumentare gli introiti per le casse di Tursi. Ieri è stata la volta di Genova Parcheggi, che è diventata a tutti gli effetti una società in-house, ovvero una partecipata del Comune di Genova al 100%. A stabilirlo è stato il Consiglio comunale, nel corso dell’ultima seduta del 2013.
La società pubblica, creata a fine 1995 per occuparsi della sosta a pagamento, dei parcheggi e degli accessi alle ZTL sul territorio cittadino, era già in precedenza legata a Tursi, ma in maniera indiretta attraverso la partecipata Ami, liquidata formalmente e con lungo travaglio solo a maggio scorso. Ecco dunque la necessità di modificare lo Statuto di Genova Parcheggi, che fattura in media circa 12 milioni di euro all’anno e fino ad ora versava al Comune un canone di 2,5 milioni annui. Per legge, la caratteristica fondamentale che è stata ratificata da una delle due delibere sul tema approvate nella giornata di ieri, riguarda il cosiddetto “controllo analogo”: in termini semplici, si tratta di tutti quegli elementi tecnici che rendono la società una sorta di vero e proprio ufficio comunale, controllato da Tursi appunto nella stessa maniera in cui vengono controllati tutti gli altri uffici e servizi di competenza comunale. Secondo quanto previsto dalle normative europee, infatti, Genova Parcheggi non dovrà operare in settori disomogenei, il suo capitale sociale (516 mila euro) non potrà essere ceduto a privati, la sua attività non potrà uscire dai confini comunali e, naturalmente, il Comune dovrà farsi parte attiva nell’amministrazione.
Naturalmente dopo aver “creato” la nuova società in-house, era necessario affidarle formalmente i relativi compiti. Ecco, dunque, un’altra delibera con cui l’amministrazione dà in gestione alla partecipata non solo i circa 20 mila stalli per la sosta a pagamento sul territorio genovese (le cosiddette Zone Blu e Isole Azzurre) e il controllo degli accessi alle ZTL ma anche i servizi di car e bike sharing, già a diverso titolo tra le precedenti mansioni della società, con l’obiettivo di sviluppare sinergie tra sosta e mobilità e dare vita a nuove economie di scala.
Il processo che è stato completato in Sala Rossa rientra nel dettato delle normative europee che prevedono l’affidamento di questo genere di servizi attraverso una gara pubblica o, come in questo caso, con affidamento diretto a una società in-house creata allo scopo o, ancora, tramite assegnazione a società mista pubblico-privato con individuazione del socio operatore mediante procedura ad evidenza pubblica. La deliberazione del Consiglio si è resa necessaria anche per un’altra ragione. Fu proprio il plenum della Sala Rossa, infatti, a stabilire nel 2010 che i compiti di Genova Parcheggi sarebbero dovuti essere nuovamente assegnati tramite gara pubblica: ma all’epoca, prima del referendum sull’acqua pubblica, la normativa comunitaria non prevedeva alternative. Ora, come detto, le cose sono cambiate ed è stato così possibile fare marcia indietro.
Nel testo di questa seconda delibera, inoltre, vengono enunciate le linee guida a cui dovrà attenersi il nuovo contratto di servizio che dovrà essere ratificato entro giugno 2014 e legherà il rapporto tra Genova Parcheggi e il Comune per i prossimi tre anni, prorogabili per altri tre.
Simone D’Ambrosio