Medici e presidenti delle scuole genovesi si mobilitano contro la presunta campagna educativa promossa dai Monopoli di stato per introdurre tra i giovani studenti il concetto di "gioco responsabile"
Attorno alla questione del gioco d’azzardo continuano a moltiplicarsi iniziative ed autorevoli denunce, a riprova che il fenomeno sta assumendo sempre maggiore interesse nell’opinione pubblica – e questo rappresenta senza dubbio un fatto positivo – ma allo stesso tempo è la conferma di quanto sia sempre più dilagante quella che viene considerata una vera e propria malattia, la cosiddetta ludopatia.
L’allarme questa volta chiama in causa il mondo della scuola ed è stato lanciato da Associazione ligure pediatri, Coordinamento presidenti scuole della Provincia di Genova, Società italiana alcologia ed Assoutenti Liguria.
A destare preoccupazione è la presunta campagna educativa dei Monopoli di stato “Giovani & Gioco” il cui obiettivo è introdurre tra i giovani il concetto di “gioco responsabile”. Secondo i promotori della mobilitazione – che mira a sensibilizzare i parlamentari liguri, le amministrazioni locali, il mondo della scuola e le pubbliche amministrazioni sulla gravità del fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo – questa iniziativa più che rappresentare una misura di prevenzione, rischia di trasformarsi in una sorta di pubblicità mascherata. Sulla falsa riga degli spot ufficiali che scorrono quotidianamente sugli schermi tv delle famiglie italiane per promuovere il gioco “pubblico” (lotterie dello stato, lotto, superenalotto, bingo e scommesse sportive, giochi online, gratta e vinci, slot machine, ecc.) e trasmettere l’illusione che sia possibile “giocare responsabilmente”.
Ma se per alcune persone il gioco rappresenta un passatempo per molte altre è fin troppo facile cadere in un vortice che in un brevissimo arco di tempo è in grado di trasformare l’ebbrezza del rischio in patologia. Un desiderio compulsivo difficile da tenere a freno, una “dipendenza senza sostanze” che si concretizza nel forte desiderio di provare le emozioni legate al gioco ed alla scommessa. Solo assecondando questo impulso il “malato di gioco” si sente meglio. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), la ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) coinvolge il 3% della popolazione adulta, ovvero un milione e mezzo di italiani.
Proprio a partire da questi presupposti nasce l’appello delle associazioni di medici e presidenti delle scuole, che si sono attivate al fine di far ritirare la proposta educativa dei Monopoli di stato “Giovani & Gioco”, prima che essa approdi anche in Liguria.
<<In questo anno scolastico la campagna si sta effettuando nelle Regioni Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Lombardia a “favore” degli studenti delle scuole superiori – spiegano i promotori – ma il progetto è addirittura di estenderla agli studenti delle scuole medie>>.
Il concetto di “gioco responsabile” che i Monopoli di Stato intendono trasmettere agli studenti, proprio non va giù alle associazioni, anche perché qui non parliamo di “gioco”, inteso nella sua accezione positiva, capace di stimolare menti e corpi dei bambini, bensì di gratta e vinci, lotterie e poker online.
La campagna insomma, secondo i medici e i presidenti delle scuole genovesi <<Abbassa ulteriormente la guardia su un tema gravissimo come la dipendenza da gioco ed introduce in maniera ingannevole la teoria che un po’ di gioco fa bene come modello educativo e di crescita della personalità>>.
Le associazioni chiedono che Prefetti Autorità di Pubblica Sicurezza <<dispongano maggiori controlli e interventi tesi a reprimere l’utilizzo di slot machine da parte di minori negli esercizi pubblici della regione>>. Infine sollecitano il Direttore Regionale Scolastico e l’Assessore Regionale all’Istruzione affinché <<sostengano una campagna di dissuasione del gioco d’azzardo (lotterie incluse)>>, perché stiamo parlando di <<un illusorio strumento di evasione dalla realtà e di facile arricchimento>> che spesso conduce persone normali alla rovina non solo economica ma anche affettiva.
Matteo Quadrone