Il Senatore affronta con noi alcuni temi cruciali del suo programma, quali il lavoro, il rapporto Comune - Università, la gestione della macchina comunale
Abbiamo intervistato il Senatore Enrico Musso, ex Pdl, oggi nel gruppo misto, vice segretario del Partito liberale italiano, candidato a sindaco di Genova con la propria lista civica, nata dalla società civile.
Al primo punto del suo programma elettorale c’è il lavoro. Lei parla di definire politiche di attrazione di investimenti ed imprese per creare nuove occasioni di lavoro. Ma con quali strumenti il sindaco può favorire l’utilizzo del territorio a scopi produttivi e promuovere Genova come luogo per questo tipo di insediamenti, considerando che oggi accade il contrario e spesso le imprese appena possono scappano dalla nostra città?
Un sindaco può innanzitutto creare tutte le condizioni necessarie affinché un investimento privato in attività d’impresa sia maggiormente redditizio e soprattutto più sicuro. In primis le scelte d’uso del territorio: le aree dismesse devono essere destinate ad attività economiche ed industriali esportabili e che aumentino la ricchezza della città anche in termini di occupazione. Quindi non centri commerciali o speculazioni edilizie che forniscono lavoro per qualche tempo e poi lasciano il territorio privo di eccellenze produttive. Questa è la scelta strategica di fondo da cui poi discendono tutte le altre. Un territorio per essere efficiente e sviluppare la produzione necessita di buone infrastrutture: servizi alle imprese ma anche alle persone. Se vogliamo attirare le imprese attive nel settore dell’high tech, dove lavorano persone con redditi medio alti, provenienti da contesti internazionali, occorre creare una città con una buona qualità di vita e dotata di servizi degni degli standard europei. In questo senso gli enti locali in questi anni sono stati assai carenti. Infine un altro fattore cruciale è la sicurezza delle scelte pubbliche. Se l’amministrazione comunale dà il via libera ad un progetto questo si deve portare a termine. Non è più concepibile rimanere in balia di un singolo comitato di cittadini che manifesta la propria contrarietà rispetto ad una decisione del Comune.
In secondo luogo lei afferma che è necessario puntare sull’economia della cultura e della conoscenza. Visto che Genova ha enormi potenzialità che oggi non sono adeguatamente valorizzate. Tra le quali cita l’importante patrimonio culturale ed il centro storico più vasto d’Europa. In che maniera il sindaco può far sì che siano valorizzate queste risorse ?
Se pensiamo dove Genova può essere ancora eccellente, competitiva, attrattiva dobbiamo guardare ai settori dell’innovazione. Non penso esclusivamente all’high tech o alle nanotecnologie. Mi riferisco anche alla cantieristica navale. Rispetto ad una situazione drammatica come quello di Fincantieri non sono più sufficienti delle continue mediazioni al ribasso per tentare di salvare il salvabile. Occorre invece rilanciare il polo di eccellenze culturali, quali l’Università, i centri di ricerca, le realtà legate all’economia e alle scienze del mare, che Genova già possiede e che devono continuare a svolgere il loro ruolo. Per quanto riguarda il patrimonio storico – artistico – architettonico, la nostra città non teme confronti. Questa incredibile risorsa deve esser resa fruibile il più possibile, puntando sul turismo. Il centro storico è una concentrazione senza eguali di siti di interesse, ma è assente una regia capace di promuovere l’intero patrimonio e dunque tutta la città. Molti visitatori si recano all’Acquario e poi non compiono quei 300 metri che li separano dai vicoli. Mancano le indicazioni necessarie, le strade sono insicure, non c’è la necessaria manutenzione dei luoghi. Ci vuole uno sforzo coordinato, anche nel campo della promozione di eventi. I turisti devono trovare un’offerta turistico commerciale degna di questo nome e non una città chiusa, come accade spesso.
Inoltre lei sostiene che per trattenere i giovani e addirittura attirarli, occorre attuare una sistematica collaborazione con l’Università. Mi può fare un esempio di collaborazione fattibile ?
Sono numerosi i temi in cui il Comune – un ente che rispetto ai propri compiti gode di sempre minori risorse finanziarie – potrebbe puntare sulle competenze che in seno all’Università si sviluppano naturalmente. Io credo che andrebbe concluso un accordo con l’ateneo genovese per trovare le risposte ai problemi dell’amministrazione comunale. Ad esempio partendo dal proprio patrimonio immobiliare, il Comune potrebbe diventare l’apripista di buone pratiche in campo di energie rinnovabili, sfruttando il supporto scientifico/tecnologico dell’Università. L’Ateneo possiede delle eccellenze che il Comune deve essere in grado di utilizzare. Risparmiando denaro pubblico destinato finora a costose consulenze esterne.
Per quanto riguarda invece la questione della gestione della “macchina comunale”, oggi stretta nella morsa tra tagli e debiti, quali strumenti si potrebbero utilizzare per razionalizzare la spesa ? In altri termini è possibile spendere meno a parità di servizi erogati ?
I maggiori difetti si trovano a livello organizzativo. Spesso si tende ad addossare la colpa sui dipendenti. Magari sono in numero eccessivo ma le colpe non sono mai delle singole persone. Il problema sta nell’organizzazione di questa grande forza lavoro – 6000 dipendenti comunali e 5000 nelle aziende partecipate – che dovrebbe essere una risorsa al servizio della città, ma purtroppo non è così. Molti lavoratori sono frustrati, non sono valorizzati e neppure formati adeguatamente. Manca una capacità di indirizzo. Abbiamo un sovradimensionamento ? Cerchiamo almeno di sfruttarlo attraverso una sua valorizzazione.
E il candidato sindaco Musso cosa intende fare delle società partecipate del Comune ?
Bisogna porre un freno alla moltiplicazione di queste aziende. È necessaria un’opera di razionalizzazione. Invece abbiamo assistito ad una moltiplicazione dei costi del personale, alla duplicazione di funzioni, senza considerare gli stipendi di consiglieri d’amministrazione nominati secondo i soliti metodi della politica. E poi occorre focalizzare l’attenzione sui compiti che nel prossimo futuro il Comune dovrà mantenere. La manovra Monti infatti imporrà di mettere a gara tutti i servizi pubblici locali. Non è pensabile continuare ad assegnare tramite affidamento diretto, quindi non a condizioni di mercato e per periodi di tempo molto lunghi, alcuni servizi essenziali ad aziende di proprietà del Comune. In questo modo non si verifica un puntuale controllo di qualità e l’affidamento non si basa su criteri che favoriscano la competitività. Con l’assegnazione tramite gara sarà invece possibile ottenere servizi di maggiore qualità ad un costo minore rispetto ad oggi.
Matteo Quadrone
Era Superba – SPECIALE ELEZIONI COMUNALI 2012
Incontro con il candidato sindaco del centrosinistra Marco Doria
Incontro con il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Paolo Putti
Incontro con il candidato sindaco del partito Italia Nuova Armando Siri
Incontro con il candidato sindaco del partito La Destra Susy De Martini
Incontro con il candidato sindaco di Primavera Politica Simonetta Saveri
Incontro con il candidato sindaco di Gente Comune Giuseppe Viscardi
Incontro con il candidato sindaco della Lega Nord Edoardo Rixi
Incontro con il candidato sindaco del centrodestra Pierluigi Vinai
Incontro con il candidato sindaco del Pcl Giuliana Sanguineti
Incontro con il candidato sindaco di Fratelli Fratellastri Simohamed Kaabour
Incontro con il candidato sindaco di Comunisti Sinistra Popolare Roberto Delogu
Incontro con il candidato sindaco di Portento per Genova Orlando Portento
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