In via Romana della Castagna e in via Majorana la difficile situazione del mercato immobiliare impedisce la partenza dei lavori
Tre progetti di riqualificazione di ex aree industriali – due al momento stoppati a causa di ricorsi al Tar e “crisi del mattone”, uno ormai portato a termine – insistono sul medesimo fragile territorio, il nucleo storico dei quartieri di Quarto e Quinto, proprio a ridosso di alcuni rivi.
In via Romana della Castagna, un antico percorso che meriterebbe adeguata tutela, da anni si parla della realizzazione di un edificio residenziale con 31 appartamenti e 32 box, per rimpiazzare l’ex fabbrica di materiale plastico Till Fischer che si affaccia sul rio Castagna. Nell’autunno scorso l’amministrazione comunale ha dato il via libera alla variante per il cambio di destinazione d’uso dell’area. In un contesto straordinario – impreziosito dalla presenza di Villa Quartara e dell’Uliveto Murato di Quarto – incombe una nuova colata di cemento, contestata dai residenti. Ma la difficile situazione del mercato immobiliare ha fermato, almeno per ora, il progetto. Il problema è che, neppure nel levante genovese, è facile vendere nuovi appartamenti. E così oggi l’ex stabilimento industriale rimane ben saldo al suo posto ed i lavori non partono.
«La chiamano riqualificazione ma aree verdi come questa dovrebbero essere valorizzate e restituite al quartiere – spiega Ester Quadri, esponente del Circolo Nuova Ecologia di Legambiente, una delle anime dell’Osservatorio Verde, il sito web (www.osservatorioverde.it) che, con l’aiuto dei cittadini, segnala le trasformazioni ambientali connesse alle edificazioni, previste e in atto, sul territorio – invece pensano solo a costruire nuove residenze destinate a rimanere vuote».
Sempre a Quarto, questa volta in via Rossetti, nelle immediate vicinanze del rio Priaruggia – zona considerata a rischio alluvione – è invece quasi conclusa la costruzione di un imponente edificio nell’area dell’ex fabbrica di colori e vernici Siquam. Il comitato locale dei cittadini di via Rossetti fin dal 2004 si è opposto alla realizzazione del grattacielo riuscendo a limitarne l’altezza, passata dai previsti 9 piani agli attuali 6. La proprietà, Immobiliare Galeazzo Alessi S.a.s., mette in vendita 21 unità abitative, come informa un cartello ben in vista.
Spostandoci di qualche chilometro, percorrendo via Antica Romana di Quinto, si giunge in via Majorana dove – nella zona un tempo occupata dai capannoni dell’ex Aciom, proprio accanto al rio Bagnara, a poca distanza dal cantiere di via Scala – è prevista l’ennesima cementificazione. Oggi nell’area – diventata residenziale dopo l’approvazione di una delibera che ne ha mutato la destinazione d’uso – l’ultima versione del progetto della società costruttrice Pama & Partners contempla la realizzazione di un insediamento residenziale di qualità alta: un edificio per complessivi 2757 metri quadrati con 39 unità abitative che si sviluppano su corpo principale di 5 piani fuori terra (e quindi con riduzione di 2 piani dal precedente progetto) e da un corpo adiacente di 2 piani; un’autorimessa interrata, in parte sottostante l’intervento residenziale, con 86 box di libera commercializzazione per gli abitanti dell’intorno oltre a 32 pertinenziali; impianti sportivi condominiali (grande piscina) in continuità con la superficie verde d’uso pubblico; la realizzazione di un giardino pubblico per complessivi 2698 metri quadrati; la realizzazione di nuovi percorsi di uso pubblico; il miglioramento delle dotazioni di parcheggio pubblico. Infine alcuni interventi di bonifica idraulica e rinaturalizzazione del rio Bagnara; la tombinatura sul torrente Bagnara come accesso alle abitazioni, ai box e al passaggio pedonale.
I tempi biblici per l’approvazione del progetto – nato all’epoca della giunta Pericu – due ricorsi al Tar promossi dai cittadini e la crisi immobiliare hanno fatto sì che il cantiere, finora, non abbia ancora visto la luce. Nel frattempo l’area è caduta nel degrado e ogni volta che arriva la pioggia si trasforma in un una palude maleodorante.
«Con un intervento così impattante si distrugge l’equilibrio naturale di un terreno già compromesso dalle precedenti cementificazioni, deviando per sempre il flusso naturale dei rii esistenti – racconta Ester Quadri – Questo insediamento potrebbe trasformarsi nell’ennesima bomba ambientale. Occorre un risanamento completo perché non si può lasciare un simile spazio degradato in mezzo alla città. Serve il coraggio di cambiare radicalmente tutto il progetto».
Matteo Quadrone
Commento su “Levante, Quarto e Quinto: la crisi del mattone ferma i cantieri”