Gennaio 2008: l'anno nuovo dice addio alla Panteka, locale storico della movida genovese. Tre anni dopo, ancora silenzio in piazza Santa Brigida
Gennaio 2008: il Capodanno è appena trascorso, ma non c’è stata nessuna festa alla Panteka. Il locale di piazza Santa Brigida – proprio sopra l’inizio di via Balbi – uno dei pezzi da novanta della movida genovese e punto di riferimento della musica dal vivo, ha chiuso i battenti la sera del 29 dicembre.
I gestori hanno gettato la spugna dopo dodici anni di attività, perché i proprietari del locale hanno imposto un nuovo canone di affitto troppo alto rispetto alle loro possibilità: «Non me la sento di ricominciare da capo da qualche altra parte: per me c’era solo la Panteka», aveva dichiarato all’epoca l’Oste Stefano.
IL PRESENTE
La Panteka non ha riaperto. Non solo, i locali di piazza Santa Brigida sono attualmente ospitati dal nulla. Un garage, forse un magazzino. Di sicuro nessuna attività commerciale in grado di far tornare i genovesi in quello spazio così piccolo da non permettere molta libertà di movimento, ma soprattutto così lontano dalle vie di passaggio per studenti, lavoratori e pendolari che ogni giorno bazzicano per via Balbi.
Le polemiche sulla movida le conosciamo tutti, i locali che gravitano intorno a piazza delle Erbe e vicoli limitrofi sono quotidianamente sulle scena mediatica per le polemiche di chi abita in quelle zone, e al tempo stesso cantanti e musicisti invocano nuovi spazi in cui poter suonare dal vivo.
Ciò di cui si parla meno è la differenza che può fare anche un solo locale nel ridare vita a una strada abbandonata: cosa sarebbe piazza delle Erbe senza i suoi locali? Senza quel trambusto all’ora dell’aperitivo, senza quelle orde di gente la sera che impediscono di attraversare la piazza senza sgomitare a destra e a sinistra? Un quadro desolante, già.
Cos’è diventata piazza Santa Brigida senza la Panteka? Una piazzetta come tante nel centro storico, dove non vale più la pena di passare. Un angolo di Genova senza più vita, diventato di serie B rispetto (per esempio) a un’altra Santa Brigida, quella dei Truogoli, che negli ultimi anni ha avuto un rilancio niente male con le facciate delle case ridipinte, nuovi locali, una libreria di viaggi.
Nel frattempo il resto del centro storico è cambiato, hanno aperto nuovi locali e chi vuole ascoltare buona musica ha ancora pane per i suoi denti. Chissà se c’è ancora qualcuno che si ricorda della Panteka.
Marta Traverso