Un testo divertente, grottesco, ma nello stesso tempo amaro, sulla colossale fregatura del cosiddetto “piano Fabbrica Italia” della Fiat
Il libro di Ivano Malcotti Marchionne al tribunale dell’Aia è un monologo divertente, grottesco, ma nello stesso tempo amaro, sulla colossale fregatura del cosiddetto “piano Fabbrica Italia” della Fiat.
Un testo attualissimo che sembra anticipare il comunicato del Lingotto dove si recita tristemente le seguenti parole: “Il nostro progetto? Irrealizzabile, le cose sono profondamente cambiate da quando, nel 2010, presentammo il piano”.
Sorpresa? Forse per le anime belle del liberismo selvaggio o per quei politici (leggere attentamente la postilla all’interno del volumetto curata da Marco Veruggio) sempre pronti all’inchino, se non proprio genuflessi al fascino dell’amministratore delegato della casa automobilistica torinese.
Ora, per magia, il piano Fabbrica Italia della Fiat torna ad essere quello che realmente è sempre stato ovvero un progetto, ovvero un pezzo di carta (i malpensanti parlano apertamente di carta igienica).
Certamente non è possibile farvi alcun riferimento e soprattutto nessun credito. A scanso di equivoci, Malcotti ci ricorda, per chi le avesse dimenticate, le parole di Marchionne di due anni fa: “Il nostro piano per l’Italia rappresenta anche una grande opportunità per creare posti di lavoro in Italia”, ovvero produrre entro il 2014, in Italia, oltre un milione di veicoli destinati all’esportazione, di cui circa 300.000 destinati al mercato statunitense.
Ed ora cosa possiamo fare? Beh conviene leggere la proposta di Ivano Malcotti, figura di riferimento del nuovo teatro politico altresì definito, “Teatro Istantaneo“.
Notevole la prefazione di Maurizio Landini, Segretario Generale Fiom Cgil.
(I.P.)