Doria favorevole alle grandi opere: «E' importante modernizzare il sistema di collegamenti ferroviari tra Genova e la pianura padana e tra Genova ed il resto d'Europa»
Siamo con Marco Doria, docente universitario di Storia economica presso la facoltà di Economia dell’ateneo genovese, vincitore delle primarie, candidato sindaco del centro sinistra. Marco Doria è stato per sette anni, dal 1978 al 1985, consigliere di circoscrizione di Albaro per il Pci e per tre, 1990-1993, consigliere comunale. Dopo quasi vent’anni da attivo spettatore nell’autunno 2011, grazie ad un appello di alcuni intellettuali genovesi, Doria ha deciso di tornare ad occuparsi di politica in prima persona.
Sostenuto da Sinistra Ecologia e Libertà, ha vinto con largo consenso le primarie ed oggi ci sono molte aspettative intorno alla sua candidatura. Lei è indubbiamente una figura libera ed indipendente ma la prima domanda che voglio porle è: pensa davvero di riuscire – nel caso diventasse sindaco – ad attuare le politiche che ha in mente, insomma ad avere testa e mani libere di agire, considerando che dovrà confrontarsi con interessi e logiche che muovono i partiti che l’appoggeranno?
La testa libera sicuramente sì. Io penso che la coalizione di centro sinistra sia una coalizione di cittadini. Mi auguro di ottenere tanti consensi e spero che anche la lista che mi appoggia, espressione della società civile, raggiunga un buon risultato. Ovviamente io dovrò confrontarmi, come già sto facendo, con tutti i componenti della coalizione, singole persone ed organizzazioni politiche, per trovare una linea comune. Oggi sono il candidato di tutta la coalizione del centro sinistra e per essa ho il massimo rispetto. Questo però non significa affatto che io debba piegarmi a delle logiche di spartizione del potere.
Vorrei affrontare con lei il tema del centro storico, una perla della città che andrebbe adeguatamente valorizzata a fini turistici e commerciali. Attualmente alcune zone, penso a via della Maddalena e al Ghetto, stanno provando a rialzarsi soprattutto grazie all’impegno di residenti, realtà associative ed al sostegno delle istituzioni; altre porzioni di città vecchia, ad esempio via di San Bernardo, sono frequentate solo nelle ore notturne a causa della cosiddetta “movida”, mentre durante il giorno sono abbandonate a se stesse. Come si possono coniugare le diverse esigenze degli abitanti, che chiedono di tutelare il loro sacrosanto diritto al riposo e dei giovani alla ricerca di luoghi per il divertimento, con la necessità di rilanciare il centro storico?
Il centro storico è un gioiello, un patrimonio di Genova ma anche una porzione di città che vive problemi complessi e seri. Quindi richiede politiche di intervento articolate. Innanzitutto occorre valorizzare sempre più l’insieme di bellezze storico-artistiche della città vecchia. E promuovere flussi di turisti non solo nei percorsi tradizionali, ovvero Palazzo Ducale, via San Lorenzo, via Garibaldi, area del Porto antico, ma anche in percorsi oggi meno frequentati. Penso ad esempio a Sarzano, S. Maria di Castello, le Vigne, la Commenda di Prè. Inoltre il centro storico deve diventare un’area dove favorire, con adeguate politiche di sostegno, l’insediamento di nuove attività economiche, in particolare piccole attività commerciali ed artigianali. Per quanto riguarda la questione della cosiddetta “movida” è necessario ricordare a tutti l’importanza del rispetto delle regole affinché il legittimo bisogno di svago dei giovani non entri in conflitto con le rispettabili esigenze dei residenti. Occorre una politica capace di distribuire in maniera più intelligente sul territorio cittadino i luoghi del divertimento giovanile, in modo tale da risolvere il problema della tutela dei diritti degli abitanti del centro storico.
Al di là delle considerazioni sull’utilità economica e sull’impatto ambientale di alcune grandi opere infrastrutturali, secondo lei un’opera come il Terzo valico, oggi in liguria e più in generale in Italia, le istituzioni sono in grado di gestirla? Oppure vista la moltiplicazione dei costi che spesso si registra nel nostro Paese ed il concreto pericolo di infiltrazioni criminali, attualmente lo Stato italiano non è all’altezza?
Io ritengo che alcune grandi opere debbano essere realizzate. I temi che lei solleva, pericolo di infiltrazioni criminali e certezze costi/tempi, sono sfide ed impegni che dobbiamo assumerci. In altri termini voglio dire che questi rischi non devono bloccarci. Si tratta infatti di pericoli che riguardano anche altre opere, non necessariamente le cosiddette grandi opere. Penso ad esempio ai lavori pubblici per la messa in sicurezza del territorio. In tutti i casi bisogna prestare la massima attenzione ma gli interventi vanno realizzati.
Per quanto riguarda il Terzo Valico lei ha detto di essere favorevole, si tratta di un intervento che insiste su una vallata, la Val Polcevera, che già presenta diverse criticità e nel passato è stata ampiamente vessata…
Per me è importante modernizzare il sistema di collegamenti ferroviari tra Genova e la pianura padana e tra Genova ed il resto d’Europa. Quindi sono favorevole ai lavori di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie che potrebbero garantire uno spostamento significativo del trasporto dalla gomma alla rotaia. Ovviamente sono consapevole dei disagi che questi interventi comportano nella popolazione residente. Per la realizzazione di qualsiasi opera, grande o piccola, bisogna fare in modo di controllare la certezza dei tempi/costi ed attenuare, per quanto possibile, le criticità sul territorio.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, l’inceneritore a Borzoli è una priorità?
La soluzione è aumentare la raccolta differenziata e soprattutto l’effettivo riciclo dei materiali recuperati, ovvero la via al riciclo spinto ai livelli indicati dalle normative europee e nazionali. Questo sistema riduce la quota residua di rifiuti che dovrà essere trattata. Una parte di questi sarà trattata in un impianto a freddo di prossima realizzazione. Quindi il problema va affrontato, da un lato stimolando la raccolta differenziata e dall’altro con l’impianto di trattamento a freddo. In questo modo, secondo me, potremmo ottenere risultati significativi ed in seguito valutare se saranno necessari ulteriori investimenti anche per sistemi diversi.
Secondo lei qual è la vocazione di Genova per il prossimo futuro, soprattutto per quanto riguarda la crescita economica e la creazione di nuove opportunità di lavoro?
Genova dovrebbe avere una vocazione mista ed accanto ai tradizionali assi dell’economia cittadina, ovvero porto ed industria, bisogna svilupparne degli altri. Il porto deve continuare ad essere una colonna dell’economia genovese. Il settore industriale è stato pesantemente ridimensionato ed il Comune farà la sua parte per cercare di difenderlo.
E poi ci sono altre numerose opportunità: penso ad esempio al settore della ricerca, la ricerca scientifica, quindi l’importanza del ruolo dell’Università, dell’IIT, del nuovo polo tecnologico degli Erzelli, la ricerca in campo medico-sanitario, quindi l’ex Ist e l’ospedale Gaslini. E ancora l’ambito del turismo e della cultura: Genova ha tutte le potenzialità per diventare una capitale italiana del turismo culturale.
Matteo Quadrone
Video di Daniele Orlandi
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