add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
Un dispositivo sarebbe capace di leggere i tratti del volto e interpretare i gusti dei consumatori. E' già utilizzato da grandi marche come Kraft e Adidas
Dimmi che faccia hai, ti dirò cosa compri. E’ questa la filosofia alla base del riconoscimento facciale, una nuova evoluzione del marketing che si sta diffondendo a livello mondiale, destando curiosità e interesse tra aziende e consumatori.
Il riconoscimento facciale consente di tracciare un profilo del potenziale acquirente grazie a un dispositivo capace di leggere i tratti del volto, nel momento in cui, per esempio, il cliente di un negozio passa davanti a una vetrina o a una parete dello stesso. Il software misura la distanza tra gli occhi, la larghezza del naso, l’altezza della fronte e altri tratti somatici del viso, comparandoli poi con codici standardizzati che rappresentano le caratteristiche tipiche di donne e uomini di ètà differenti.
In questo modo si traccia un profilo preciso del consumatore e si riesce a offrirgli più velocemente un prodotto adatto alle sue caratteristiche, aumentando le possibilità di vendita.
In alcuni paesi il marketing facciale è già molto utilizzato. In Giappone è attivo in punti vendita, ristoranti e banche per personalizzare le pubblicità; negli Usa si sta diffondendo: Venetian Casino, Hotel & Resort di Las Vegas utilizza questo strumento all’interno delle proprie strutture per consigliare il ristorante, il club o il tipo di intrattenimento più adatto alla persona in questione.
Anche azienda del calibro Adidas e Kraft si stanno interessando al “marketing facciale”: pare che il colosso di articoli sportivi abbia in progetto di installare in alcuni negozi in Inghilterra e Usa pareti digitali in grado di distinguere il genere e la fascia di età dei clienti. La Kraft è in trattativa con una catena di supermercati per l’utilizzo del marketing facciale per i suoi prodotti, con l’obiettivo di dare consigli su come usarli in base al profilo demografico della persona. In questo modo si riesce a colpire contemporaneamente migliaia di clienti dei grandi store, aumentando esponenzialmente le possibilità di vendita.
Questa tecnica ha destato non poche perplessità riguardo alla tutela della vita privata del consumatore, ma l’impressione è che al giorno d’oggi la privacy sia un miraggio lontano, un principio non contemplato da aziende legate alla logica miglior prodotto-maggior profitto.
Il marketing ci offrirà ancora molte sorprese e novità, intanto però abbiamo appreso un primo insegnamento dal riconoscimento facciale: non uscire mai più di casa spettinati o struccati, le vetrine potrebbero immortalarci inesorabilmente.
Manuela Stella