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Massimiliano Fuksas “One Day, One Project”: come nascono le idee

Una lecture per spiegare ai tanti genovesi intervenuti sei dei suoi progetti più recenti: «“One day one project” è come un mantra: le idee nascono sempre e ovunque, e tutto può trasformarsi in ispirazione creativa»


9 Maggio 2013Notizie

fuksasTre ingredienti: Genova, una conferenza per  salutare la neonata Scuola Politecnica e un’archistar di fama internazionale. Questo il mix vincente, che proprio ieri (8 maggio 2013, a partire dalle 15) ha richiamato un folto pubblico composto da giovani e meno giovani, studenti e professori, bambini e genitori, accorsi per assistere alla lecture di Massimiliano Fuksas. L’architetto, su invito dei colleghi e amici di sempre, i docenti Franz Prati e Marco Casamonti dell’ateneo genovese, è arrivato in città, ospitato negli spazi della Chiesa sconsacrata di Sant’Agostino per raccontarci qual è la sua visione dell’architettura moderna in una lecture dal titolo “One Day, One Project”. Il tutto, con un occhio rivolto verso Genova: arrivato in città proprio in concomitanza dei tragici fatti accaduti al Molo Giano nella notte tra 7 e 8 maggio, Fuksas non ha evitato di rivolgere un pensiero alle vittime dell’incidente e ai famigliari. Un incontro toccante, in cui l’architettura e l’arte hanno aperto una finestra di speranza sul futuro di una città che non smette mai di lottare.

«Eravamo molto indecisi se fare questo incontro o no e non so che cosa dire, forse dovremmo alzarci per un minuto, qualche secondo, o fare un momento di silenzio. Non so come dovremmo comportarci, ma siamo vicini alle famiglie…», la voce di Fuksas si spezza. L’applauso scroscia e sfocia in una standing-ovation da parte dei partecipanti. «Il pensiero va alle famiglie e alle vittime rimaste coinvolte nel tragico incidente della notte scorsa». All’indomani della tragedia e alla vigilia del lutto cittadino, si è optato per effettuare l’incontro come da programma. Che l’affluenza di pubblico, in un momento ancora così critico, sia stata così grande non può che far pensare: è forte il desiderio di conoscere l’architettura anche e soprattutto in un contesto urbanistico particolare come quello genovese. Da qui, si pensa, è il caso di ripartire per una città più sicura, per creare lavoro e muovere l’economia, per riportare Genova in auge, dotandola magari di nuove infrastrutture e edifici di pregio. Fuksas, impegnato in 3 giorni di lectures in giro per l’Italia, riflette con i presenti proprio su questi argomenti e spiega come sia possibile guardare con ottimismo a un’Italia che produce idee e che apre una finestra sul mondo.

«Voglio precisare che di solito non tengo conferenze nelle aule universitarie, tutt’al più una all’anno», continua l’architetto, prima di iniziare la lecture vera e propria con la spiegazione di 6 dei suoi progetti più recenti. Per la prima volta in una conferenza, inoltre, mostra i suoi disegni: sono un sacco, a quanto pare le anteprime genovesi, che tradiscono la simpatia della “star” per la nostra città. I progetti variano e spaziano non tanto nel tempo (tutti degli ultimi dieci, quindici anni, e molti ancora in corso), quanto nello spazio: si parte con Mosca e si arriva alla Cina, passando per Roma. Proprio nella capitale è in corso la realizzazione del Palazzo dei Congressi, meglio conosciuto come “nuvola”, soprannome affibbiato dai cittadini stessi a causa della particolare forma, che richiama proprio una nuvola. Vinto il concorso nel ’98, quando viveva a Parigi, l’architetto rivela alcuni retroscena circa il progetto: «Racconterò una storia che non è vera, ma mi piace far credere che lo sia: mi trovavo in Grecia quando, alzando gli occhi ho visto nel cielo una nuvola, con la stessa forma di quella che poi ho costruito. Da qui la mia ispirazione… Anche se questo aneddoto non è vero, lo spaccio per tale e lo racconto spesso perché credo che dietro ogni progetto ci debba essere una storia valida. “One day one project” è come un mantra: le idee nascono sempre e ovunque, e tutto può trasformarsi in ispirazione creativa».

Prerogativa di Fuksas, la creatività, la leggerezza, l’astrazione e l’evanescenza, non importa quale sia il contesto urbanistico: dalla Roma felliniana e la Mosca di Bulgakov, con forti retaggi culturali, alla Cina sterminata, pre-industriale e ancora arretrata. Lo scopo, creare edifici e infrastrutture utili e funzionali, strizzando l’occhio al design innovativo, alla forma e alla sostenibilità. E a Genova?, viene da chiedersi. Si è parlato di progetti già ultimati o in via di costruzione tanto nelle grandi metropoli internazionali, quanto in contesti meno sviluppati e apparentemente più problematici. È possibile avviare anche in Liguria un percorso di sviluppo che apra a una prospettiva internazionale, inserendo Genova nei circuiti turistici mondiali, rendendola di nuovo Superba come un tempo? Perché no, ma ancora la crisi economica, la conformazione territoriale e l’urbanizzazione selvaggia del dopoguerra, e soprattutto la gabbia burocratica di cui il nostro paese è prigioniero non facilitano le cose. Racconta Fuksas: «Di tutti i progetti che ho esposto, la “nuvola”è il più vecchio. Datato ’98-’99, non è ancora stato terminato. Altri progetti ben più recenti (datati 2009) e realizzati in altre parte del mondo sono in via di ultimazioni e verranno inaugurati quest’anno. Questo per la lentezza endemica del nostro sistema, per i conseguenti sprechi e per la disorganizzazione dilagante, mali tutti nostrani».

 

Elettra Antognetti


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