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I dati pubblicati dal Ministero mostrano quanto sia diffusa l'evasione fiscale, un Paese dove i centri benessere dichiarano meno delle mercerie
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le tabelle relative agli studi di settore e alle dichiarazioni di redditto delle diverse categorie di lavoratori italiani. Ovviamente si tratta di medie, dati che non fotografano singole situazioni, ma forniscono un quadro generale.
Era facile attendersi situazioni quantomeno “storpiate” dall’evasione fiscale, ma in realtà ci si trova davanti a incongruenze tremende. Un paese, l’Italia, dove i gioiellieri in media dichiarano allo Stato 16.000 euro annui, udite udite, soltanto 1.800 euro in più rispetto ai venditori ambulanti di bibite e generi alimentari! O ancora i gestori di stabilimenti balneari che con 13.600 euro dichiarano meno di quanto non faccia un edicolante o un barista. I giornalai, infatti, dichiarano in media 18.000 euro annui, i macellai (17.800), i baristi (16.500) e i venditori di generi alimentari (17.100).
Per non parlare di psicologi (20.800), veterinari (19.200), tassisti (14.200)… tutte categorie “povere” secondo i dati del Mef. Avvocati e medici arrivano appena a 58.200 e 68.300, gli ingegneri non più di (44.600) e i commercialisti dichiarano meno degli amministratori di condominio… Bisogna andare avanti con la lettura della tabella? Citiamo allora i venditori di elettrodomestici (11.900) e i poveri centri benessere (5.300).
Farmacisti e notai, rispettivamente 109.000 e 310.800 euro l’anno, sembrano ricchi petrolieri se paragonati alla desolante situazione generale. Che dire, aggiungere parole serve a poco.
Voi lo avreste mai immaginato che vendere quotidiani conviene di più che commerciare oro? Non si smette mai di imparare.