Il Museo delle culture del mondo Castello D'Albertis ospita dal 6 aprile al 3 giugno un viaggio nella cultura messicana grazie alle opere di Nicolás de Jesús e Gabriel Trinidad
Castello D’Albertis, il museo delle Culture del Mondo ospita dal 6 aprile al 3 giugno una mostra dedicata alla cultura messicana attraverso lo sguardo di due pittori di origini indigene, Nicolás de Jesús e Gabriel Trinidad, che fanno della loro individualità etnica uno strumento di interpretazione della realtà. Attraverso un forte legame con la loro cultura e identità riescono a interpretare la realtà circostante e a proporre modelli alternativi di esistenza.
Le opere realizzate da Nicolás de Jesús rappresentano il tipico immaginario messicano incentrato sulla tradizionale figura dello scheletro o calavera; una figura le cui origini si rintracciano nella tradizione azteca, e che nel corso dei secoli è giunta a costituire una delle immagini più ricorrenti e diffuse sia nell’iconografia popolare che in quella artistica messicana.
L’artista utilizza quest’immagine come strumento di denuncia sociale e politica e rivendica la necessità di prendere posizione rispetto al mondo in cui viviamo. L’arte diviene così un momento di profondo coinvolgimento politico e personale attraverso cui l’artista può esprimere le sue più profonde convinzioni etico-morali invitando il pubblico alla riflessione.
I temi che affronta Gabriel Trinidad nelle sue opere sono legati al rapporto dell’individuo con se stesso, con la natura e con la collettività . Le figure che appaiono in ogni incisione non fanno più riferimento a un immaginario prestabilito ma rimandano ad un percorso del tutto originale ed autonomo dell’artista
In entrambi i casi gli artisti sono riusciti a sviluppare un linguaggio espressivo che sia personale ed efficace strumento di critica e di interpretazione del reale.
Le tecniche usate per la realizzazione delle loro opere sono quelle classiche dell’acquaforte e dell’acquatinta, il supporto sul quale la maggior parte di esse sono stampate è il “Papel Amate”, un tipo di carta in fibra vegetale ricavata dalla cottura della corteccia di “jonote” bianchi e rossi (Ficus e Ficus cotinifolia padifolia), utilizzata sin dal I sec. a.C nei codici Maya e Aztechi e tutt’oggi prodotta artigianalmente.
Esistenze. La vita e la morte nell´arte messicana contemporanea
Castello D’Albertis – Museo delle Culture del Mondo
dal 7 aprile al 3 giugno 2012
Inaugurazione venerdì 6 aprile 2012, ore 18.30
Orari da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19
Biglietto intero 6 euro