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Museo Sant’Agostino, ecco “Cena in Emmaus”, l’affresco restaurato

Il Museo di Sant’Agostino ha inaugurato lo splendido affresco di Domenico Piola, finalmente restaurato, un tempo custodito nella chiesa bombardata di Santa Maria in Passione sul colle di Sarzano


3 Luglio 2012Notizie

Cena in EmmausÈ stato di recente esposto al pubblico un affresco – salvato dalle ingiurie del tempo e riportato a nuovo splendore – di Domenico Piola, celebre pittore genovese seicentesco (1627-1703). L’affresco in questione (191 x 125 cm), un monocromo raffigurante l’episodio descritto nel Vangelo di Luca, ha una storia piuttosto travagliata: in origine si trovava a decorare la chiesa di Santa Maria in Passione in Sarzano, gravemente mutilata dai bombardamenti della seconda guerra e successivamente colpita da crolli strutturali. Del patrimonio di affreschi di tale luogo il più andò quindi perso; la Cena in Emmaus fu salvata dalla soprintendenza del tempo, nel 1947.

«L’affresco – dice Adelmo Taddei, conservatore del museo – venne strappato (purtroppo, poiché è una tecnica più distruttiva della superficie pittorica rispetto allo stacco) quando, a seguito di forti piogge, nel 1947, tutto il muro di destra della chiesa di Santa Maria in Passione crollò e questa monocroma subì un forte dilavamento. Dopodiché venne portata nella chiesa di Sant’Agostino. L’opera, intelaiata con una cornice e una struttura posteriore a croce, venne sommariamente pulita ed integrata, probabilmente nel 1959».

L’affresco, di un originario color porpora, si presentava, prima del restauro, completamente ingrigito: ciò fa supporre che «dopo il 1959 l’opera non abbia più conosciuto restauro». Per quanto riguarda invece il particolare colore scelto per questo monocromo (solitamente i monocromi sono grigi) Taddei spiega: «E’ mia opinione che il porpora sia stato scelto in ragione della stessa titolazione della chiesa, dedicata alla Passione di Cristo. In particolare, ad esempio, la zona della chiesa nella quale si trovavano i quattro affreschi monocromi dei quali faceva parte questo in oggetto mostrava: nella volta, la Vergine addolorata, in controfacciata e nelle parete laterali le scene a monocroma con l’Apparizione del Cristo alla Madre, Le pie donne al Sepolcro e l’Ascensione, oltre alla Cena in Emmaus».

Il restauro – affidato a una ditta privata – è stato sostenuto dall’associazione Amitié Gênes-Monaco e diretto dalla Soprintendenza ai Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici, e ha permesso di risarcire i danni consistenti nei già citati dilavamento e ingrigimento del colore superficiale; l’opera così restaurata è ora visibile al secondo piano del museo, dove è stata inizialmente ordinata una piccola mostra didattica e le sono state affiancate due tele (sul medesimo soggetto) del contemporaneo Roberto Altmann. Al proposito dell’accostamento antico-moderno Taddei spiega: «Roberto Altmann presenterà nei prossimi mesi una propria mostra personale in Museo, probabilmente negli ampi spazi della ex chiesa di Sant’Agostino. Ci è parso che il suo tipo di fare artistico potesse presentare suggestioni reciproche e sul sentimento dell’opera antica – se ne veda la riproduzione fatta da Altmann – e sulla base comune di fattualità che ogni artista presenta. In questo ultimo senso è importante ricordare che Altmann si cimenta spesso con l’affresco. Inoltre, e più in generale, il Museo di Sant’Agostino ospita spessissimo lavori d’arte contemporanea, poiché ci pare che lo spazio moderno del Museo, ma basato sul sedime antico del chiostro triangolare e del chiostro quadrangolare presenti una vitale tensione irrisolta fra antico e moderno, amplificata dal percorso dedicato alle opere ‘classiche’. In questo spazio concettuale, in questo dialogo continuo si inseriscono sempre adeguatamente le opere degli artisti che vengono ospitati, ed abbiamo notato, oltre al gradimento del pubblico (il Museo ha aumentato di circa diecimila unità le visite negli ultimi cinque anni), che effettivamente il sommesso colloquio fra opere d’arte antica e opere ed installazioni contemporanee frutta una moltiplicazione delle possibilità di fruizione e comprensione per entrambe le parti».

Il Museo di Sant’Agostino è aperto tutti i giorni tranne il lunedì, con orario 9-19 nei feriali e 10-19 sabato e domenica. Per info si può contattare il numero 010/2511263.

Claudia Baghino


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