add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
Dopo una prima gara andata deserta, entro agosto potrebbe concludersi l'assegnazione per il nuovo car sharing. Gestito da un privato, il nuovo servizio sarà di seconda generazione, garantendo maggior fruibilità e minor costi per utenza e amministrazione. Le anticipazioni dell'assessore Dagnino
Dopo la decisione dei mesi scorsi da parte del Comune di Genova di cedere la società Genova Car Sharing, entro agosto potrebbe concludersi la procedura di assegnazione che porterebbe ad avere in autunno un nuovo servizio di condivisione autovetture, questa volta gestito da privati.
Ad anticipare ad Era Superba il buon esito della seconda gara (la prima andò deserta) l’assessore alla Mobilità del Comune di Genova, Anna Maria Dagnino: «Un servizio che non potevamo perdere – commenta – e che sarà rinnovato con la logica e l’esperienza di “seconda generazione”, come sta accadendo in altre grandi città italiane e non solo».
La storia di Genova Car Sharing, infatti, è abbastanza travagliata. Nata nel 2004 con Genova Capitale Europea della Cultura, sostenuta da finanziamenti ministeriali dedicati alla mobilità alternativa e sostenibile, è stata tra gli apripista su scala nazionale, scontando da subito le incertezze della novità: parco macchine ridotto, meccanismi non calibrati sulle esigenze dei potenziali utenti, aree dedicate non presenti su tutto il territorio urbano. L’impatto con i diffidenti genovesi non è stato da subito travolgente, anche se negli anni i ricavi di utilizzo sono aumentati, ma non abbastanza da raggiungere un attivo solido. Nel 2011 la società viene fatta confluire in Genova Parcheggi s.p.a., controllata al 100% da Comune di Genova, per meglio tamponare le perdite di bilancio, non più sostenute da finanziamenti governativi, interrotti con la spending review. «Nei prossimi giorni saremo a Roma – conferma l’assessore – per cercare di capire come “convogliare” i finanziamenti per lo sviluppo sostenibile del trasporto pubblico, ma il car sharing non possiamo più sostenerlo da soli».
L’ultimo bilancio di esercizio non è ancora stato pubblicato, ma attraverso quello di Genova Parcheggi s.p.a. sappiamo che le perdite raggiungono 318 mila euro, la cifra storicamente più alta, che segue l’andamento negativo degli ultimi sei anni (27.698 euro di passivo nel 201o, 263.386 nel 2013). Perdite che però potrebbero essere ripagate con una migliore mobilità cittadina, cosa che non ha prezzo: «Un’amministrazione di una città come Genova – sottolinea Dagnino – deve perseguire forme alternative di mobilità sostenibile, che devono essere sostenute a prescindere dal ritorno economico». La coperta dei conti pubblici però è sempre più corta e, quindi, si guarda ai privati per un sostegno, che non è solo economico: l’esperienza maturata negli anni e il confronto con altre realtà porterà novità di rilievo e, soprattutto, i meccanismi farraginosi del servizio a gestione pubblica potrebbero essere resi più snelli da quella privata. «Non possiamo scendere nel dettaglio della proposta, visto che ancora non sono scaduti i termini – sottolinea l’assessore – ma sono fiduciosa che in autunno avremo un nuovo servizio di Car Sharing, potenziato, aggiornato e sostenibile».
I dettagli non sono ancora chiari, come non è chiaro se l’amministrazione manterrà delle quote nella società: sappiamo sicuramente che la gestione sarà privata ma che non ci sarà una vera e propria liberalizzazione del settore. Stando ad alcune indiscrezioni che corrono in rete, il nuovo servizio, oltre ad avere un parco auto più sostanzioso, potrebbe essere regolato secondo l’ottica del free flow (flusso libero), cioè sulla possibilità di parcheggiare le autovetture ovunque e non solo nelle aree dedicate, abbattendo, di conseguenza, i costi per l’utente e, soprattutto, permettendo un utilizzo più funzionale e quindi maggiormente appetibile.
Se guardiamo al futuro della mobilità di Genova, questa potrebbe quindi essere una buona notizia. In molte grandi città europee, il servizio di car sharing, aggiornato e studiato sulle esigenze dell’utenza, sta dando buoni risultati, soprattutto se si tiene conto che dal dopoguerra in poi l’economia mondiale ha spinto e sostenuto (leggi: incentivi statali) la diffusione e l’utilizzo della mobilità privata, a discapito del servizio pubblico. Oggi sappiamo che la mobilità del futuro dovrà essere molto diversa da quella a cui siamo comodamente abituati: il nuovo car sharing genovese potrà essere un buon (nuovo) primo passo. Speriamo che non sia l’unico.
Nicola Giordanella