Le regioni non si sono dotate dei piani per l'accoglienza degli internati (il termine previsto era il 31 marzo scorso); l'ultima bozza di decreto per applicare la legge sugli OPG (9/2012) stabilisce che le nuove strutture potranno essere realizzate e gestite anche dai privati
Il termine è scaduto ma dei progetti per superare gli OPG, non c’è traccia.
Entro il 31 marzo scorso infatti regioni ed enti locali si sarebbero dovuti dotare di piani per l’accoglienza degli internati dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari sparsi sul territorio italiano, al cui interno – come accertato dalla commissione parlamentare guidata dal Senatore Ignazio Marino – non vengono rispettati gli elementari diritti della persona.
La Legge n. 9 del 17 febbraio 2012 fissa entro il 1 febbraio 2013 la chiusura definitiva di tutti gli OPG ed il successivo ingresso in nuove strutture dei circa 1400 attuali ospiti.
Ma, come detto, le regioni avrebbero dovuto fornire un piano dettagliato di accoglimento degli internati, cosa che non è stata fatta. Adesso il timore degli operatori è che, considerato il ritardo nella pianificazione di metodi e strategie di accoglienza, ci si ritrovi a febbraio 2013 con strutture forse più decorose ma che continuano a perpetrare la logica manicomiale criminale.
«In linea di principio, la questione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, paradossalmente, non è mai stata tanto vicina ad una svolta – spiega il Senatore Roberto Di Giovan Paolo, Presidente del Forum per la Salute in Carcere – per la prima volta ci si prefigge di superare il concetto di cura subalterno alla pena e si chiama in causa, per attuare la riforma, il Ministero della Salute. Ci preoccupa, però, che le regioni tardino a presentare un piano; la situazione, se non si fa qualcosa, resterà esattamente come la si è vista nel famoso documentario di “Presa Diretta”. Secondo la nostra indagine almeno 200 detenuti negli OPG dovrebbero essere rilasciati immediatamente; altri hanno diritto a godere dei benefici di legge».
E c’è un ulteriore aspetto che desta preoccupazione: l’ultima bozza di decreto per applicare la nuova legge (9/2012) sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari stabilisce che le strutture residenziali in cui ricoverare gli attuali internati negli OPG potranno essere realizzate e gestite dalle Aziende sanitarie, tramite i dipartimenti di salute mentale (DSM), o dal privato sociale e imprenditoriale.
«Avevamo già criticato la nuova legge sugli OPG (uno specifico articolo del decreto “svuota carceri”), perché invece di privilegiare la presa in carico degli internati da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale con Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, così da permettere l’effettiva costruzione di percorsi alternativi agli OPG, rischia di concentrare tutto sulla creazione di “mini OPG” in ciascuna regione, perpetuando la logica manicomiale, con il tragico binomio cura/custodia – scrive il Comitato Stop OPG – Ora rischiamo addirittura il business, alimentato obbligatoriamente dalla spesa pubblica (dato che il ricovero è disposto dalla magistratura) e a pagare saranno le Asl (e lo Stato qualora sia prevista la vigilanza esterna). Mentre è inquietante l’idea che potrebbero essere soggetti privati a realizzare e gestire strutture detentive».
Un disastro, uno stravolgimento di quello che doveva essere il processo di superamento degli OPG, così lo definisce il Comitato Stop OPG che chiede al Ministro della Salute la convocazione urgente di un incontro, tra l’altro già convocato e poi rinviato.
«Al Presidente della Conferenza delle Regioni, che abbiamo già incontrato, chiediamo un immediato intervento – spiegano Stefano Cecconi e Fabrizio Rossetti del Comitato Stop OPG – Come auspichiamo una decisa azione del Ministro della Giustizia contro l’idea di privatizzazione degli OPG che questa previsione contiene e che rischia di aprire un varco pericolosissimo per l’ intero sistema penitenziario e giudiziario».
«Insistiamo, perché si proceda subito a finanziare, non ancora strutture manicomiali, ma i Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, in modo da “svuotare” gli attuali OPG, destinando i finanziamenti previsti dalla legge 9/2012 (intanto i 93 milioni nel biennio per l’assistenza sanitaria) ai Dipartimenti di Salute Mentale – continuano Cecconi e Rossetti – L’ordine del giorno (9/4909/31) approvato alla Camera, in occasione del voto sulla legge per l’emergenza carceri, impegna il Governo proprio in questa direzione».
«Finché finalmente non cambierà la legge sull’imputabilità del “folle reo” e sulla “pericolosità sociale”, senza una vera presa in carico dei Dipartimenti di Salute Mentale per offrire percorsi individuali di assistenza come prevedono sentenze della Corte Costituzionale, tutti gli internati saranno inevitabilmente trasferiti nelle nuove strutture manicomiali (ora perfino private!), dove la Magistratura continuerà a disporre l’esecuzione della misura di sicurezza – conclude il Comitato Stop OPG – L’urgenza è certo quella di dare sollievo agli uomini e alle donne oggi internati negli attuali OPG, realtà indegne di un paese civile, ma bisogna farlo restituendo dignità e diritti di cittadinanza, non alimentando business o nuovi manicomi, che per loro natura impediscono la cura e la riabilitazione di persone malate».
Matteo Quadrone