E secondo il 93% degli intervistati lo Stato dovrebbe aumentare gli investimenti
Per celebrare il ventennale della legge 394 sui Parchi, varata il 6 dicembre 1991 dopo un faticoso cammino durato più di 70 anni, il WWF ha realizzato grazie a ISPO Ricerche il sondaggio demoscopico “L’Italia dei Parchi”, chiedendo agli italiani cosa pensano delle aree naturali protette, patrimonio inestimabile che, tra difficoltà e successi, tutela oggi oltre il 10,42% del territorio italiano ed è riuscito a salvare dall’estinzione specie rarissime come il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto, il pino loricato.
Emerge un popolo amico delle aree naturali protette, i due terzi degli 800 intervistati infatti conosce i diversi tipi di area naturale protetta (parchi nazionali, riserve regionali, aree marine, Oasi WWF e aree Natura 2000), con un picco del 73% per i parchi nazionali. Il 44% degli intervistati ha dichiarato di averne visitata almeno una (con prevalenza di uomini, 25-34enni e persone istruite).
La maggioranza della popolazione ha ben chiaro anche lo scopo principale delle aree naturali protette: il 60% cita infatti la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale. A questa quota si aggiunge un ulteriore 20% che indica l’educazione e la sensibilizzazione dei cittadini verso i temi ambientali.
Oltre il 90% degli intervistati riconosce alle aree protette una notevole importanza, sia per il benessere delle persone e delle generazioni future (il 47% è molto d’accordo, il 48% lo è abbastanza), sia per la capacità di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali (43% molto d’accordo, 49% abbastanza), sia per la sicurezza dell’essere umano, intesa come protezione da eventi naturali estremi o dal dissesto idrogeologico (42% molto d’accordo, 47% abbastanza). L’84% le ritiene importanti anche per l’economia del Paese.
Secondo il 93% degli intervistati lo Stato dovrebbe aumentare gli investimenti nelle aree protette naturali o comunque evitare i tagli, mentre appena il 2% ritiene che debbano essere ridotti. Le cose cambiano quando si tratta di dare il proprio contributo diretto: il 50% si dice infatti disponibile a contribuire in qualche misura ai finanziamenti alle aree protette (e qui si tratta soprattutto di 45-54enni, residenti nel Nord Italia e visitatori), ma il 47% non è d’accordo, con un 17% che si dichiara assolutamente contrario, specie i più anziani, i meno istruiti e i residenti nel Mezzogiorno.
“Gli italiani hanno fame di natura e hanno dimostrato che le aree naturali protette sono una presenza viva nel tessuto del nostro Paese, di cui viene compreso l’inestimabile valore per sensibilizzare ed educare i cittadini alle tematiche ambientali ma anche per garantire la loro sicurezza, quale presidio qualificato per contrastare il dissesto del territorio. Quello delle aree protette è un patrimonio naturale, tutelato e vitale, che contribuisce al benessere di tutti/e e alla ricchezza del Paese – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – E poiché le percezioni positive aumentano tra coloro che hanno avuto esperienze dirette di contatto con la natura, l’invito che facciamo a tutti gli italiani è di andare nei Parchi, nelle Riserve e nelle Oasi del WWF perché è lì che si può cogliere la loro incredibile bellezza e importanza”.