Attesa per martedì l'approvazione della delibera che darà il via libera definitivo alla realizzazione del nuovo porticciolo turistico di Pegli nell’area compresa fra il Castelluccio e il Risveglio
Sarebbe dovuta passare in Consiglio comunale martedì scorso ma per il protrarsi dei lavori inseriti all’ordine del giorno è slittata alla prossima settimana la delibera che dovrebbe dare il via libera definito alla realizzazione del nuovo porto di Pegli, letteralmente “una struttura dedicata alla nautica di diporto nell’area compresa fra il Castelluccio e il Risveglio”. Ma il progetto è più ampio e, come lo definisce Mauro Avvenente, presidente del Municipio Ponente, riguarda l’allestimento di un vero e proprio porticciolo turistico nella delegazione ponentina.
«Stiamo per entrare nel Guinness dei primati – ci spiega lo stesso Avvenente – perché stiamo parlando di una pratica che è in Conferenza dei servizi da 12 anni scoccati il 31 dicembre scorso: record assoluto per un’opera che può essere considerata residuale rispetto a quelle veramente invasive che sono state realizzate nel nostro territorio». Le lungaggini sono dovute principalmente a cinque ricorsi al Tar inoltrati dalla società Bagni Castelluccio, partecipante alla selezione pubblica per l’assegnazione dei lavori, già insediata nella zona marina di Pegli e quindi intenzionata a mantenere lo status quo, contro Porto Pegli srl, vincitrice del bando e composta dai soggetti che hanno già realizzato la Marina di Sestri Ponente. «Quattro di questi ricorsi – spiega il presidente del Municipio – sono stati respinti mentre il quinto è stato accolto ma solo per una carenza di motivazioni da parte della Soprintendenza circa la scelta del progetto vincitore. Motivazioni che sono state dettagliate successivamente con la presentazione di un dossier ad hoc che il Comune ha ritenuto sufficiente per esaurire la pratica».
Ma nel processo di rallentamento dell’opera è intervenuta anche la Regione che ha modificato il Piano Territoriale della Costa, adottato ma non ancora approvato, istituendo alcuni importanti paletti alla realizzazione di nuovi porticcioli nello spirito di preservare aree della Liguria non ancora antropizzate. «Nella nostra situazione però – specifica Avvenente – si tratta di un intervento che va a migliorare la condizione generale di degrado della zona: stiamo, infatti, parlando di un’area interna alla diga foranea che protegge il porto di Pegli Lido – Prà – Voltri. Qui un porticciolo di fatto esiste già ma non ha accessi carrabili, non ha possibilità di far intervenire mezzi di soccorso e, comunque, non ha mai impiegato la spesa di un centesimo di risorse pubbliche». Una risposta indirizzata soprattutto a un gruppo di residenti di via Zaccaria, che lo stesso presidente definisce «sparuto», che si è scagliato contro il progetto innalzando la bandiera del “no alla cementificazione scriteriata”. «In realtà – sostiene Avvenente – non vedono di buon occhio la realizzazione di una piazza pubblica con due piccoli locali e giochi per i bambini che sono previsti nel progetto per riqualificare e rivitalizzare il territorio. Naturalmente chi è abituato a vivere in una via sostanzialmente chiusa, pur nel degrado, non ha nessun interesse a rendere accessibile la propria zona. Ma chi fa l’amministratore pubblico deve far prevalere l’interesse pubblico collettivo diffuso».
Eppure il progetto, dopo le modifiche imposte dalla Regione e da altri enti aventi diritto a partecipare alla Conferenza dei servizi, è davvero molto meno invasivo tanto che Antonio Bruno, capogruppo Fds in Consiglio comunale, dopo aver votato contro la delibera nelle amministrazioni precedenti ha assicurato il proprio sostegno alla nuova opera.
«Stiamo parlando di una zona che prima della Guerra aveva un’enorme spiaggia – ricorda il consigliere – che è stata ristretta con l’avvento di Italsider, riallargata con il porto Multedo e definitivamente sparita con gli interventi nel porto di Voltri. Inizialmente il progetto, approvato nel passato ciclo amministrativo con il mio voto contrario, era molto più invasivo e prevedeva un pesante accesso carrabile con la costruzione di un’apposita piastra per realizzare box auto nella zona delle “Focassette” e la conseguente generazione di traffico legato non solo all’accesso alle nuove banchine. Alla fine, anche grazie alle nuove norme regionali che vanno proprio a salvaguardare la zona delle “Focassette” e del “Castelluccio”, il progetto si è notevolmente ridotto e voterò a favore anche io».
«Tutta l’aera del Castelluccio, che è ancora naturale, e la scogliera a ponente del porticciolo – specifica il vicesindaco Stefano Bernini – non possono essere toccate. Il progetto ha dovuto per forze di cosa ridurre il proprio campo di intervento a uno spazio più ristretto. Questo ha consentito di andare incontro a molte richieste dei comitati locali, minor cementificazione e non costruzione della piastra per i posteggi su tutte. Per cui è stato presentato un nuovo progetto su cui ripartirà la Conferenza dei servizi già in atto prima, con minori dimensioni del porto in termini di lunghezza delle banchine, minor volumetria, diminuzione elevatissima dei posteggi ora solo a raso, e una viabilità pedonale interferita solo dal passaggio delle auto per andare in banchina. Effettivamente è cambiato il mondo: si salvano le parti naturali e si fa un porticciolo dove comunque sono già presenti alcune strutture».
Tutto, dunque, parrebbe orientato al via libera per la realizzazione del progetto definitivo e, conseguentemente, di quello esecutivo. Ma in Sala Rossa ci sono ancora posizioni piuttosto critiche. Su tutte, quelle del M5S che dovrebbe presentare un sostanzioso emendamento che tuttavia il vicensindaco non sembra intenzionato ad accogliere, e del capogruppo di Sel, Gian Piero Pastorino, peraltro residente in zona.
«Da quello che ho captato – commenta il presidente del Municipio, Mauro Avvenente – in Consiglio comunale ci sono soggetti che, vuoi per scarsa conoscenza del territorio o per prese di posizione di carattere ideologico, come quelle dei professionisti dei no a tutto, anche in questo caso esercitano la loro nefanda azione cercando di bloccare qualsiasi iniziativa che potrebbe creare anche posti di lavoro nel porticciolo e creare un volano molto positivo per tutto il tessuto commerciale nella zona di Pegli Lido. In questo contesto – prosegue Avvenente facendo chiaro riferimento a Pastorino – c’è anche chi si dice favorevole a parole al progetto ma vuole inserire nella delibera elementi accessori che rischiano di far saltare l’equilibrio economico dell’opera. Se chiedo di realizzare anche la fermata delle ferrovie, il sottopasso per collegare Pegli lido con il nuovo porticciolo (passaggio che in realtà esiste già ma è stato privatizzato) di fatto mi schiero contro l’opera. Se, infatti, fossi imprenditore e mi vedessi già dimezzato lo spazio per realizzare il posteggio e la superficie utile per attività commerciale, di fronte a queste ulteriori richieste mollerei tutto. Non far andare avanti il progetto vincitore, però, non è una scelta neutra ma significa voler agevolare lo status quo e chi già opera nella zona».
Una scelta ancora meno neutra se si tiene presente che, come previsto nelle richieste originarie dell’allora Circoscrizione ponentina, insieme con il nuovo porticciolo turistico di Pegli dovrebbe essere realizzata anche la passeggiata che ricongiunge fisicamente l’intero litorale del Ponente, da Multedo alla Fascia di Rispetto di Prà fino alla sponda sinistra del Branega, per poi tornare indietro sulla pista ciclabile a sud del canale di Calma. Non ultimo, seppure in un futuro probabilmente non proprio prossimo, potrebbe essere realizzato anche il ricongiungimento di Palmaro con Voltri che, a quel punto, darebbe vita alla passeggiata sul mare più lunga d’Europa, che consentirebbe di arrivare fino a Varazze senza soluzione di continuità. «Un obiettivo – conclude Avvenente – di straordinaria importanza che merita di essere sopravanzato rispetto agli interessi privati di chi pensa, pur legittimamente, a mantenere il proprio business o di chi non vuole essere disturbato sotto casa».
Insomma, per capire realmente che cosa succederà dovremo aspettare quantomeno martedì prossimo perché le istanze dei consiglieri sono molteplici e riguardano anche questioni tra loro molto diverse. «Un problema sollevato dal Consiglio comunale – spiega Bernini – è che il porto ora come ora è in concessione non corretta a un privato che ha partecipato e perso la gara (Bagni Castelluccio, ndr) mentre la nuova opera va a un altro imprenditore. La gara, però, non è stata bandita dal Comune ma da Autorità portuale e, comunque, chi l’ha vinta ha tutto il diritto di realizzare le proprie opere. C’è poi – conclude Bernini – una discussione aperta sui pescatori professionistici che non sono stati presi in considerazione dal nuovo progetto: ma io, Comune, non posso certo far saltare per questo motivo la gara di Autorità portuale; tuttavia, posso impegnarmi ad agire con le altre istituzioni per trovare una collocazione idonea sempre nell’ambito portuale del Ponente».
Simone D’Ambrosio
In risposta all’intervista al Presidente Avvenente (Municipio Ponente), rilasciata a Era Superba in data 14 marzo 2014, rimarchiamo quanto segue:
Il progetto, approvato dalla giunta e dal Consiglio Comunale con l’astensione del Movimento 5 Stelle, presenta alcuni punti nodali. Principalmente l’accesso unico, che per l’affluenza di visitatori comporta un rischio anche solo funzionale, che diventa un pericolo vero e proprio nel momento in cui l’unica strada di accesso passa sotto un fornice ferroviario la cui altezza limitatissima (meno di 3 metri) non consente l’accesso ad ambulanze e mezzi di soccorso antincendio, al punto che già in passato si erano create situazioni mai medicate dal Comune….
CONTINUA SU: http://www.genova5stelle.it/porticciolo-di-pegli-i-soldi-servano-ad-opere-ben-progettate/