add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
La legge 111/2011(art. 20) stabilisce: il Comune è più virtuoso se la spesa per i servizi individuali è bassa
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, a margine dell’audizione presso la Commissione Finanze della Camera, boccia senza mezzi termini le politiche sociali del governo. Questo il perentorio commento di Pietro Barbieri, presidente Fish: “Il disegno di legge delega sulla riforma assistenziale è inemendabile nei contenuti, nella forma, nelle finalità e nei metodi”.
Ma vigorose critiche sono rivolte anche alla riforma fiscale che, secondo l’associazione, costituisce in alcune sue parti, un pericoloso arretramento nelle politiche, dirette o indirette, a favore di tutte le famiglie e dei singoli in maggiore difficoltà e non può che produrre effetti dannosi e recessivi, oltre che per la coesione sociale, anche per l’economia reale.
L’associazione ha volutamente affrontato l’analisi del disegno di legge C. 4566 di delega fiscale e assistenziale in modo non scollegato all’evoluzione delle politiche sociali degli ultimi anni.
In particolare la Federazione ha evidenziato: i pesanti ulteriori tagli agli enti locali operati dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 e dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, tali da comportate nell’immediato una riduzione drastica dei già carenti servizi sociali offerti dagli enti locali; l’azzeramento del Fondo per la non-autosufficienza intervenuto con l’ultima legge di stabilità; la riduzione o l’azzeramento di tutti i Fondi e i trasferimenti per le politiche per la famiglia, per la casa, per il servizio civile; il progressivo impoverimento delle famiglie italiane, come testimoniato dai più recenti studi dell’ISTAT, ed un graduale appesantimento del carico sulle famiglie, e sulle donne in particolare, dei compiti assistenziali per i figli e le condizioni di non autosufficienza; l’aumento del tasso di disoccupazione e inoccupazione in particolare fra i giovani e nel Mezzogiorno; e un tasso di occupazione per le persone con disabilità che non supera il 20%.
D’altra parte i numeri parlano chiaro. Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali si ridurrà a 69 milioni per il 2012 e a 44 per il 2013 mentre nel 2008 il Fondo raggiungeva quota 929 milioni di euro.
Inoltre la legge 111/2011 (art. 20) considera un elemento di virtuosità da parte dei Comuni l’azione di recupero dei costi dei servizi a domanda individuale: in altri termini il Comune è considerato tanto più virtuoso quanto più è in grado di dimostrare che i costi sostenuti per i servizi a domanda individuale non rappresentano un costo elevato per l’Amministrazione (a spese dei cittadini).
Insomma, secondo la Fish, le due “manovre” (leggi 111 e 148/2011) approvate impongono sui cittadini e sulle famiglie, già provate dalla crisi economica, il carico maggiore del sacrificio. Il documento integrale è reperibile sul sito dell’associazione www.fishonlus.it
Infine occorre ricordare come quella della FISH non sia la prima stroncatura che il disegno di legge ha subito alla prima analisi in Commissione Finanze. La più rilevante è stata quella della Corte dei Conti, ma altrettante critiche sono arrivate, finora, anche dai Sindacati e da Confindustria.
Matteo Quadrone