Con gli ultimi due lotti per il “Parco lungo”, la riqualificazione della delegazione ponentina volge finalmente al termine, con forti ritardi. Colpa dell’amianto che ha rivoluzionato i progetti e aumentato a dismisura i costi. Il punto sui lavori e le critiche del Comitato per Pra’: «Ci si accontenta dei soldi spesi. Ma sono stati spesi male»
«L’obiettivo, alla fine, è non avere più nemmeno un centimetro quadrato di area degradata». Claudio Chiarotti, consigliere del Municipio VII Ponente delegato al Por di Pra’, ha le idee chiare sul progetto che negli ultimi anni ha cambiato il volto del quartiere. Un intervento costato complessivamente quasi 20 milioni di euro, stanziati nel pacchetto di fondi comunitari per i Por 2007-2013, poi derogati a livello nazionale fino al 2015. Fine dei lavori prevista tra la fine del 2016 e i primi mesi del 2017. Nel concreto, per la delegazione il Por significa, tra le altre cose, più verde, un’Aurelia allargata da 2 a 4 corsie e un traffico rivoluzionato con numerose rotonde al posto dei vecchi incroci. I cittadini, dopo un po’ di scetticismo e polemiche iniziali dovute soprattutto all’allargamento della strada, sembrano in maggioranza apprezzare i cambiamenti, ma ancora non si sono spente le voci critiche. Il Comitato per Pra’, per esempio, nel novembre del 2015 organizzava un tour chiamato ironicamente “Por delle meraviglie”, e a quasi un anno di distanza non sembra aver cambiato idea: «Una careggiata da quattro corsie non è sicura, non a caso il numero di incidenti è aumentato nell’ultimo anno – attacca Emanuele Strina – inoltre, le rotonde sono mal progettate. A lavori finiti, verrà fuori da sé che l’intervento non è funzionale».
Approvato dalla Commissione Europea con la decisione 5905 del 27/11/2007, il Por-Fesr Liguria (Piano operativo per l’utilizzo dei Fondi europei di sviluppo regionale) 2007-2013 (poi derogato al 2015 a livello nazionale) ha messo a disposizione della Regione risorse per un totale di 530 milioni di euro da investire in due settori principali: quello imprenditoriale e il territorio, in maniera complementare. Il programma si è sviluppato su 5 priorità strategiche, dette “assi”: innovazione e competitività, energia, sviluppo urbano, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e assistenza tecnica.
Per il Por di Pra’, l’Unione Europea ha stanziato 12,5 milioni di euro, la cui amministrazione è poi passata alla Regione Liguria. Il Comune di Genova ha messo invece sul tavolo 2,5 milioni, a cui se ne sono aggiunti poi altrettanti per coprire spese inizialmente non previste. «Devo dire che il Comune ha dedicato grande attenzione al progetto, e al nostro Municipio in generale – sottolinea Chiarotti – personalmente non ricordo tanti interventi di riqualificazione come questo negli ultimi 40 anni».
L’obiettivo generale dell’intervento era rendere la delegazione più a misura di cittadino. Fulcro del Ponente genovese industriale, negli ultimi decenni Pra’ ha infatti pagato pesanti servitù in termini di vivibilità, dovute soprattutto alla vicinanza al porto e alla struttura urbana. Da un lato, le abitazioni davano (e in parte ancora danno) direttamente sull’Aurelia, con gli autobus che passavano letteralmente sotto le finestre e i panni stesi. Dall’altro lato della strada, invece, separata fisicamente da un muro, si spandeva una sorta di terra di nessuno, degradata, in cui aveva trovato spazio anche un campo rom abusivo, con la nuova stazione e il recente impianto sportivo che sorgevano come isolate cattedrali nel deserto. Gli interventi sull’Aurelia e la realizzazione del Parco Dapelo (che include anche una pista pedonale e ciclabile) avevano anche l’obiettivo di migliorare queste due criticità.
E’ lo stesso consigliere Chiarotti a ricordare i punti principali su cui si snoda l’intervento: «Innanzitutto la riqualificazione di piazza Sciesa, poi la messa in sicurezza del rio S. Pietro, il progetto “Pra’-to-sport” per gli impianti sportivi del Parco di Levante, la realizzazione del nuovo attracco per la Navebus e infine il cosiddetto “Parco lungo”». Quest’ultimo è stato ed è l’intervento più oneroso, che comprende la riorganizzazione dell’Aurelia e i lavori parchi, ed è stato diviso in due lotti: il primo che va da via Taggia a via Cordanieri e il secondo da via Cordanieri alla zona delle Ferriere di Pra’. «Contiamo di terminare il lotto A entro dicembre – promette Chiarotti – mentre il lotto B dovrebbe chiudersi circa 2 mesi dopo, a causa di un ritardo nella fase iniziale».
Non sono mancate le difficoltà. «Il progetto ha subito pesanti variazioni nel tempo – ricorda il consigliere – infatti, nelle prime fasi della realizzazione, l’amministrazione rivelò una forte presenza di amianto sotto la massicciata della vecchia ferrovia, la cui bonifica avrebbe drenato praticamente tutte le risorse. Convocammo allora un tavolo tecnico con Regione, Comune, Municipio e cittadini per trovare una soluzione alternativa». Risorse per un totale di 5 milioni vennero allora spostate dai fondi previsti inizialmente per alcuni interventi sul parco di ponente e per una “bretella” che avrebbe regolato il traffico e spostati su interventi a levante non previsti nel piano originario, cominciati con la demolizione dell’ex pizzeria S. Pietro, un edificio costruito abusivamente negli anni ’80. Nella stessa area, si è poi intervenuti sull’isola ecologica e sul “Palamare”, e sono stati realizzati un parco da skateboard e una pista d’atletica.
Gli ultimi interventi riguarderanno ancora soprattutto l’Aurelia, dove permangono diversi cantieri: «Nonostante le criticità, anche ora, a lavori non conclusi, i flussi di traffico mostrano miglioramenti – afferma Chiarotti – anche se ancora in certe aree non concluse la fermata degli autobus costringe alla sosta tutte le vetture in coda. Secondo l’amministrazione, una corsia dell’autobus permanente sarebbe una buona soluzione per il traffico, ma vogliamo prima confrontarci con la cittadinanza su questo».
Resta la questione su come garantire una manutenzione adeguata alle nuove aree verdi. «In effetti, la cura di quanto realizzato era ed è una preoccupazione – ammette il consigliere – ma abbiamo trovato una straordinaria risposta da parte di imprese praesi e non solo, per prendersi a carico una rotonda o un’aiuola, con modalità diverse. Il parco, invece, sarà a carico di Pra’ Viva, che ha persino aumentato il proprio impegno». L’associazione che gestisce lo spazio in co-concessione con il settore Lavori Pubblici del Comune di Genova e Aster, arriverà a impegnare circa 36 mila euro tra verde e impianto elettrico della zona.
Molto diversa è la posizione di Emanuele Strina del Comitato per Pra’. Innanzitutto, differente è la versione del coinvolgimento effettivo della cittadinanza ai tavoli tecnici, convocati a inizio lavori: «In realtà, riuscimmo a farli convocare dopo che scoprimmo che i lavori per il Por erano di fatto fermi, senza che il Comune dicesse nulla – rivela Strina – poi, però, ci fecero capire che avrebbero fatto comunque di testa loro, e che il lavoro di quei mesi sarebbe stato inutile. Decidemmo allora di abbandonare il tavolo, e iniziammo un lavoro con la cittadinanza».
Nel mirino del Comitato, come detto, soprattutto l’Aurelia a 4 corsie: «Un’autostrada in mezzo alle abitazioni non può essere una cosa positiva – afferma senza mezzi termini Strina – infatti, nell’ultimo anno c’è stato un aumento di investimenti di pedoni, sempre negli stessi punti (all’altezza della piscina), evidentemente non sicuri. La nostra proposta era di mantenere la strada a due corsie nell’area ferroviaria, e di rendere pedonabile o semi-pedonabile l’area tra la vecchia ferrovia e l’abitato. A quel punto avremmo avuto 10-15 metri tra la prima fila di case e la strada».
«Inoltre – aggiunge – sono 4 corsie per circa un chilometro e mezzo, da via Taggia alla Biomecal. Oltre questo spazio, la strada non potrà mai essere allargata nello stesso modo: verso Pegli c’è un pilone in cemento, verso Voltri 6 corsie ferroviarie in costruzione. Chi userà quattro corsie in un tratto così breve che, tra l’altro, verrà tempestato di semafori per garantire la sicurezza?».
Insomma, per il Comitato ben poco sarebbe da salvare del progetto. «Purtroppo, ad oggi la gente sembra distratta dalla bellezza del nuovo parco, e il “mugugno” iniziale si è molto affievolito – riconosce Strina – ci si accontenta del fatto che vengano spesi dei soldi per Pra’, senza però considerare che vengono spesi male. Chi invece è contrario, spesso è rassegnato, visto che gli interventi sono ormai quasi ultimati. Dal canto nostro, a questo punto attendiamo la fine dei lavori per nuove manifestazioni, quando sarà chiaro che gli interventi non miglioreranno la vita dei cittadini praesi».
Luca Lottero
Se a Prà si lamentano, dirottiamo i soldi a Multedo: non aspettiamo altro che qualche opera di qualificazione!