Il rischio è quello di una "guerra fra poveri", terreno fertile per pericolosi rigurgiti razzisti che è necessario prevenire. Il Comitato per Prà non molla la presa, continua a crescere il numero di esposti alla magistratura
La questione è ben nota a tutti. L’ insediamento abusivo che ospita una cinquantina di famiglie di senza dimora sulla Fascia di Rispetto, in zona isola ecologica. Un problema di sicurezza e vivibilità del quartiere che il Comitato per Prà da tempo cerca condurre ad una soluzione pacifica che possa restituire dignità a tutte le parti in causa: «È una questione che sentiamo bruciare sulla pelle – spiegava a Era Superba qualche settimana fa Nicola Montese, portavoce del comitato per Prà – ma le istituzioni si sono dimostrate irresponsabili perché finora non si sono adoperate seriamente per trovare una soluzione alternativa che coniughi il rispetto dei diritti fondamentali di tutti, cittadini e senza dimora».
Anche perché, sommando disagio su disagio, il risultato è un inevitabile aumento della conflittualità con il rischio di scivolare velocemente in una guerra fra poveri, terreno fertile per l’insorgere di pericolosi rigurgiti razzisti che è necessario prevenire prima che sia troppo tardi.
La protesta degli abitanti del quartiere ponentino cresce giorno dopo giorno, oggi gli esposti alla magistratura hanno superato quota 500. «La baraccopoli è presente da più di tre anni – così il Comitato in una nota – Non solo alcuni agglomerati di baracche ma anche singole persone che trovano e si costruiscono alloggi nell’area in questione, nel cuore di Prà. Nel nostro quartiere e di conseguenza in tutto il Ponente la sicurezza è diventato un problema davvero serio… Persone senza fissa dimora trovano alloggio e ripari improvvisati e quindi pericolosi anche per loro, ovunque nella Fascia abbandonata. Nessuno fa niente, nessuno si prende responsabilità e questo atteggiamento si è prolungato per anni. Il Comune, vero responsabile essendo colui che deve occuparsi di quelle aree, non fa niente e non si esprime».