L'Istituto Trucco di Genova Bolzaneto, uno dei 2 Centri Provinciali di Formazione Professionale sta per chiudere i battenti. Così andrà persa un'eccellenza del territorio dotata di laboratori ed attrezzature all'avanguardia
I tagli al bilancio ed i vincoli imposti dal patto di stabilità stanno mettendo in ginocchio le Province italiane compromettendone lo svolgimento di importanti funzioni. «La capacità di investimento delle Province è crollata di oltre il 44% in soli 5 anni», lancia l’allarme il presidente dell’UPI (Unione Province Italiane), Antonio Saitta. Il risultato di tali scelte è il progressivo impoverimento del tessuto economico dei territori. A farne le spese sono l’indispensabile opera di manutenzione e messa in sicurezza di strade e scuole, la gestione dei servizi di orientamento e politiche per il lavoro, la pianificazione della formazione professionale e delle attività connesse.
«Bisogna abbandonare la strada dei tagli lineari, prevedendo, al contrario, dei criteri che tengano conto dei diversi ruoli e delle funzioni svolte nelle diverse Regioni – sottolinea Saitta – Anche perché le Province hanno già avviato una operazione importante di riqualificazione della spesa: dal 2008 ad oggi il nostro livello di spesa corrente, quella cioè più rigida, destinata al pagamento degli stipendi del personale ed alla gestione ordinaria della macchina amministrativa, è scesa di ben oltre il 12%. Non ci sembra ci siano altre istituzioni che abbiano fatto lo stesso, anzi, nel resto della Pubblica amministrazione questo capitolo continua a salire».
A proposito della ripartizione dei tagli, l’impostazione iniziale non teneva conto della gestione dei fondi vincolati per le funzioni delegate regionali. Si è così venuta a creare una situazione insostenibile, in particolare per quegli enti, come le Province liguri, che svolgono alcune funzioni non finanziate con risorse proprie, ad esempio per quanto concerne i rifiuti, il trasporto pubblico locale, la formazione professionale.
«La Provincia di Genova svolge più funzioni delegate dalla Regione Liguria – spiega il Commissario Straordinario, Piero Fossati – Sul bilancio 2013 che non arriva a 150 milioni di euro complessivi, finché non sarà varato un provvedimento correttivo come promesso dal Governo, avremo un taglio di 26,9 milioni. Sul bilancio 2012, invece, la sforbiciata è stata di 11 milioni. Mi auguro vivamente che il documento venga predisposto al più presto per dare un po’ di ossigeno alla Provincia. Probabilmente l’emanazione dell’atto slitterà a dopo le elezioni politiche – aggiunge Fossati – se la riduzione delle risorse si assestasse sotto i 20 milioni riusciremo a recuperare il denaro per pagare gli stipendi e le rate dei mutui».
Una drastica riduzione della spesa, in tutti i casi, è inevitabile. Per quanto riguarda le politiche per il lavoro una prima conseguenza è la recente chiusura del Centro Provinciale per l’Impiego di Nervi.
Sul fronte della formazione professionale la prossima struttura destinata a chiudere i battenti è l’Istituto “Luciano Trucco” di Bolzaneto, uno dei 2 Centri Provinciali di Formazione Professionale (l’altro è l’Istituto “Altiero Spinelli” di Molassana).
Con la Legge regionale 52/1993 “Disposizioni per la realizzazione di politiche attive del lavoro” la Regione Liguria ha attribuito le funzioni in materia di formazione e orientamento professionale alle Province. E con appositi provvedimenti ha trasferito ad esse i Centri di Formazione, unitamente al personale in servizio, i beni mobili e le attrezzature.
«La chiusura del Trucco era prevista a partire dal 1 febbraio 2013 – spiega Giuseppe Scarrone, dirigente della Direzione Politiche formative e del lavoro della Provincia di Genova – ma visto che vi sono delle attività formative che devono ancora concludersi, per non creare disagio all’utenza, si è deciso di posticipare la chiusura a giugno-luglio 2013».
Attualmente sono 3 i corsi in via di svolgimento presso il centro di Bolzaneto: 1 “meccanico” (l’unico percorso triennale, 16 allievi giunti al 3° anno); 1 “ascensorista” (corso biennale, in collaborazione con l’Istituto Don Bosco); 1 “saldatura-meccanico”.
Il Centro Trucco trae le proprie origini dal vecchio “Centro Metalmeccanico” sito in Via Fillak a Certosa, fondato nel dopoguerra e gestito dall’INAPLI, Istituto Nazionale Addestramento Lavoratori Italiani (ente emanazione del Ministero del Lavoro preposto alla formazione dei lavoratori del ramo industriale) che lo gestì fino alla creazione, nel 1970, delle Regioni a Statuto Ordinario. Da tale data il Centro viene trasferito alla Regione Liguria e nel 1983 viene traslocato nell’attuale sede di Via Pastorino 32 a Bolzaneto, in locali più spaziosi e funzionali.
Parliamo di una struttura all’avanguardia che si sviluppa su quasi 4000 mq di superficie, dotata di una decina di laboratori per esercitazioni pratiche ed altrettante aule attrezzate per la teoria. «Il volume medio della formazione erogata si aggira intorno alle 9000 ore/anno, con un indice di produttività estremamente elevato – si legge sul sito della Provincia di Genova – Nell’anno 2004 il Centro Trucco ha erogato circa 9200 ore di formazione a circa 640 allievi».
«Nell’istituto oggi lavorano in media circa 7-8 insegnanti a contratto (liberi professionisti con partita Iva) e una dozzina di dipendenti della Provincia, sopravvissuti al processo di “svuotamento” – racconta un professore che da trent’anni insegna al Trucco – A questi ultimi è stato annunciato che saranno trasferiti in altre strutture provinciali. Fino al 2008-2009 c’erano almeno una ventina di insegnanti liberi professionisti. Ma da 3-4 anni a questa parte è evidente l’intenzione di dismettere il Centro. Al direttore hanno detto di non progettare più altri corsi. L’indirizzo prevalente è quello di affidare la formazione professionale agli enti privati accreditati e finanziati con contributi pubblici».
Inoltre, circa 7 anni fa «È stata eseguita un’importante ristrutturazione dell’edificio con un significativo esborso economico», ricorda il professore. «L’edificio, almeno di recente, è stato interessato da un’opera di manutenzione e non da una vera e propria ristrutturazione – risponde Giuseppe Scarrone, dirigente della Direzione Politiche formative e del lavoro della Provincia – In particolare, è stato sistemato l’ultimo piano, dato in affitto ad un altro ente privato, lo IAL Liguria, che a breve dovrà trovare una nuova sede. L’ultima ristrutturazione risale a più di dieci anni fa. Comunque è una struttura in buone condizioni, assolutamente a norma per quanto riguarda le misure di sicurezza e gli standard di qualità previsti dalle normative».
«Il centro di Bolzaneto è quello più attrezzato nell’area genovese – sottolinea il professore, che preferisce mantenere l’anonimato – con dei laboratori di saldatura e meccanica efficienti, dotati di un gran numero di macchinari moderni e funzionali, due laboratori elettrici unici in tutta Genova, utilizzati per il corso ascensoristi in collaborazione con l’Istituto Don Bosco». Indubbiamente, come riconosce lo stesso dirigente, Giuseppe Scarrone «Sono spazi con attrezzature specifiche per lo svolgimento di alcune attività formative che, nell’ambito di Genova e Provincia, altri soggetti non possono vantare. I punti di forza sono i laboratori di meccanica, saldatura e ascensoristica».
«Adesso che l’istituto Trucco è stato svuotato, ovviamente appare una spesa inutile – aggiunge il professore – Dietro, però, c’era un preciso disegno per arrivare a questo punto. Secondo me perdere una simile eccellenza configura uno sperpero di denaro pubblico».
Quale sarà il destino dei quasi 4000 mq del centro di Bolzaneto? Saranno svenduti al miglior offerente? «Venduti, affittati, le possibilità sono molteplici – spiega Scarrone – D’altra parte, la Provincia sta attuando una dismissione dei propri beni immobiliari».
«Siamo ben coscienti del valore dell’Istituto Trucco – afferma il Commissario Straordinario della Provincia di Genova, Piero Fossati – e dei risultati conseguiti finora dai Centri Provinciali di Formazione Professionale. Stiamo ragionando affinché il Trucco possa continuare a svolgere la sua funzione anche in futuro, magari attraverso un affidamento agli organismi formativi convenzionati con la Provincia, dai quali abbiamo già ricevuto un’offerta. Comunque, posso garantire che, anche in caso di affidamento della struttura all’esterno, seguiremo la questione con la necessaria attenzione. L’istituto di Bolzaneto è un patrimonio pubblico e come tale va salvaguardato».
Il Centro Provinciale di Formazione Professionale “Altiero Spinelli”, sorto nel 1974 presso la sede di Via Emilia come Centro Regionale di Formazione Professionale (C.R.F.P.), dal marzo 2002 è ubicato presso la nuova sede di Ca dè Pitta in via Adamoli 3, che unisce il C.P.F.P. Spinelli al Centro provinciale per l’Impiego della Valbisagno.
«L’Istituto Spinelli è ancora funzionante ma anch’esso è in via di dismissione – racconta il professore – e come il Trucco, vive una situazione travagliata».
«Il funzionamento dei Centri Provinciali di Formazione Professionale, ormai da anni, è appeso ad un filo – sottolinea il dirigente della Provincia, Giuseppe Scarrone – oggi gli insegnanti più giovani hanno 50 anni. Senza ricambio generazionale non c’è futuro, eppure, da almeno 15 anni non si fanno investimenti in risorse umane. Lo Spinelli va avanti finché la struttura regge, mantenendo un profilo ridoto all’osso, sia a livello di forza lavoro che di spese».
Ma per fortuna si tratta di un edificio decisamente più piccolo rispetto al Trucco e dai costi di gestione ancora sostenibili, almeno per ora. Attualmente al suo interno stanno terminando 2 percorsi triennali (2° e 3° anno): 1 “idraulico”, 1 “meccanico” (che si concluderà a giugno 2014), per un totale di 35 allievi; inoltre è attivo 1 corso “montaggio scafo” (che si svolge presso l’Istituto Nautico).
Dunque ancora un anno e poco più, poi anche per l’istituto Spinelli il futuro sarà un rebus.
Nel settembre 2001 al Centro Spinelli viene attribuito come sede staccata il C.P.F.P. A.Brodolini di Sarissola (Busalla), chiuso qualche mese orsono. «I corsi di formazione attivi a Busalla erano ben pochi – spiega Giuseppe Scarrone – Di fatto il centro svolgeva soprattutto una funzione di sportello sul territorio, occupandosi della distribuzione di bollini agli idraulici, del ritiro della documentazione di avvenuta revisione di alcuni impianti (ad esempio le caldaie), del rilascio delle licenze di pesca, ecc. Secondo le intenzioni dei Comuni della zona dovrebbe continuare a svolgere il medesimo ruolo».
«La Provincia promuove attraverso i propri Centri Provinciali di Formazione Professionale la formazione e l’elevazione professionale al fine di: rendere effettivo il diritto al lavoro e alla sua libera scelta; favorire la crescita della personalità dei lavoratori attraverso l’acquisizione di una cultura professionale». Così si legge sul sito web della Provincia di Genova che aggiunge: «L’offerta di formazione professionale è differenziata secondo le esigenze formative che ciascuno può avere nei diversi periodi della vita. In genere le attività formative sono organizzate da Enti o Centri Provinciali accreditati dalla Regione Liguria e sono cofinanziati con il Fondo sociale Europeo (Obiettivo 2 “Competitività regionale e occupazione” 2007-2013) o con Fondi regionali».
«La Provincia ha sempre difeso l’esistenza dei Centri Provinciali sottolineandone l’importanza per il territorio – ribadisce Giuseppe Scarrone – Ma c’è un movimento d’opinione a livello nazionale e regionale che, al contrario, spinge in un’altra direzione: la Provincia, in merito alla formazione, deve svolgere solo un ruolo di programmazione senza gestirla in maniera diretta, bensì affidandola ad enti privati in convenzione con il pubblico».
Con la Legge regionale 18/2009 “Sistema educativo regionale di istruzione, formazione e orientamento” viene sancito tale indirizzo. L’articolo 6, comma 2, specifica le funzioni delle Province, le quali «Concorrono con la Regione agli atti di programmazione e di indirizzo relativi alla formazione professionale e sono titolari delle funzioni relative alla pianificazione, organizzazione e gestione delle attività formative ad eccezione di quelle direttamente esercitate dalla Regione».
L’articolo 20 entra nel merito «Le attività di formazione professionale sono realizzate: mediante affidamento a organismi formativi accreditati, nei casi in cui l’attività formativa sia finanziata, anche parzialmente, con contributi pubblici e sia conforme agli standard di cui all’articolo 60; mediante riconoscimento dell’attività formativa svolta da organismi di formazione, ancorché non accreditati, nei casi in cui essa non usufruisca di alcun finanziamento pubblico e sia conforme agli standard di cui all’articolo 60; mediante affidamento ad imprese che, con il contributo finanziario pubblico, svolgono attività di formazione continua di cui all’articolo 45 rivolta al personale di appartenenza o finalizzata all’inserimento lavorativo nella propria organizzazione aziendale, sulla base di accordi specifici».
«La formazione professionale si definisce un sistema pubblico a convenzionamento – afferma il dirigente della Provincia – Le attività formative, anche se gestite da enti privati, sono totalmente gratuite perché si fondano su risorse economiche messe a disposizione dal pubblico».
Nel prossimo futuro, però, con le pesanti sforbiciate previste dalla spending review, sarà ancora possibile garantire il mantenimento di questo sistema di convenzioni e, di conseguenza, le opportunità offerte dalle attività formative?
«È del tutto evidente che per continuare a promuovere certe iniziative occorre che tutti, Comuni, Regione, Province, facciano la loro parte», precisa il Commissario Piero Fossati.
«La capacità di assorbimento della formazione professionale è ben diversa da quella scolastica – aggiunge Scarrone –Considerando tutti gli enti convenzionati (dai Salesiani alla Scuola Edile) parliamo del coinvolgimento di un migliaio di giovani su un totale di 30 mila ragazzi in età da scuola superiore. In pratica gli utenti della formazione professionale rappresentano il 5% del totale. Ma le attività formative promosse dalla Provincia sono un servizio fondamentale che nel recente passato ha consentito a tanti giovani di trovare un lavoro».
Non si tratta di numeri giganteschi, tuttavia «I Centri Provinciali rappresentano un’opportunità significativa – continua il dirigente della Provincia – fornendo un’alternativa alla dispersione scolastica ed una risposta al disagio dei giovani che non si trovano bene nella Scuola Professionale dove, rispetto ai Centri, si svolge minore pratica lavorativa».
Nella formazione professionale il ruolo del privato è sempre stato preponderante, come racconta Giuseppe Scarrone «I primi a promuovere delle attività formative sono stati gli enti religiosi, ad esempio i Salesiani. Nel periodo del boom economico (anni ’60) si sono sviluppate le Scuole Professionali perché c’era una forte richiesta di operai. In seguito, alla formazione professionale di ispirazione religiosa, si sono aggiunti gli enti privati riferibili alle varie sigle sindacali, alle associazioni di categoria, ecc. E sono quelli che tuttora lavorano in convenzione con il pubblico».
«Da almeno 10 anni a questa parte il ruolo dei Centri Provinciali è residuale – sostiene il dirigente della Provincia – Circa il 90% delle attività formative, infatti, sono sviluppate da soggetti privati. Nello stesso tempo, la capacità di investimento della Provincia è crollata. Il risultato finale è che i Centri sono stati “svuotati” e nessun insegnante è stato più assunto».
Oggi, a prescindere dai tagli, queste strutture sono in affanno «E determinate scelte sono comunque necessarie – sottolinea Scarrone – Nelle Province di Savona ed Imperia i Centri Provinciali sono già stati chiusi. La tendenza ormai è inevitabile».
Eppure ci troviamo di fronte ad una vera e propria contraddizione «L’Unione Europea ci chiede di puntare su scuola e formazione di qualità – ricorda Scarrone – In Italia attraversiamo un periodo in cui per gli enti locali è impossibile fare investimenti. E così rischiamo di rimanere al palo».
Dall’altro lato la politica nazionale sembra dimenticarsi dell’importanza di alcuni tematiche particolarmente sensibili per i cittadini. La campagna elettorale per le imminenti elezioni politiche è entrata nel vivo e si infiamma sempre più, giorno dopo giorno. Nonostante ciò parole quali Lavoro e Formazione, almeno finora, sono state pronunciate con il contagocce.
Matteo Quadrone