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La raccolta di carta e plastica, il conferimento presso Scarpino di rifiuti provenienti da fuori regione, il contratto Amiu - Unieco, questi i temi affrontati
La gestione della raccolta differenziata in particolare di carta e plastica, il conferimento presso la discarica di Scarpino di rifiuti provenienti da fuori regione, la presenza di una clausola di riservatezza sulle parti economiche in alcuni contratti stipulati da Amiu.
La questione rifiuti ieri è stata al centro del dibattito in Consiglio comunale.
Innanzitutto il consigliere Emanuele Basso ha ricordato come in questi giorni – ed in effetti guardandosi intorno se ne ha conferma – le campane per la raccolta di carta e plastica, vengano svuotate con minore frequenza.
Secondo il consigliere dell’Altra Genova la scelta di rompere con Quattroerre, il consorzio di aziende private che si occupava della raccolta di questi materiali, a distanza di appena un paio di mesi si è rivelata un fallimento.
L’Assessore al ciclo dei rifiuti, Carlo Senesi, ha confermato le difficoltà del momento, ma ha sottolineato come la scelta di Amiu di internalizzare alcuni servizi prima affidati a ditte private – a partire dal 1 gennaio 2012 Amiu si occuperà dello svuotamento delle campane – comporterà l’opportunità di aggiungere una voce positiva al bilancio dell’azienda, grazie alla valorizzazione dei materiali, in particolare carta e cartone, che una volta proprietà di Amiu potranno essere rivenduti. “L’operazione va letta in quest’ottica – spiega Senesi – e anche il recupero di plastica e alluminio consentirà un’entrata economica”. Ma per il momento si paga l’assenza di un impianto adeguato che consenta la separazione dei materiali. Nel frattempo, in attesa della realizzazione della struttura di via Sardorella, è stata acquistata una pressa per il trattamento di carta e cartone.
Il consigliere Giuseppe Murolo, l’Altra Genova, ha invece puntato il dito contro il conferimento, presso la discarica di Scarpino, di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da fuori regione o provincia.
“Il 20% di Scarpino si sta trasformando nella discarica di tutta Italia – accusa Murolo – Se questa è un’operazione che ha lo scopo di fare cassa bisogna assumersene la responsabilità politica”. Secondo il consigliere insomma il problema va affrontato e discusso a Palazzo Tursi.
Mentre il consigliere di Rifondazione, Antonio Bruno, parla di 1/5 di discarica destinata ad accogliere circa 65 mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, in particolare provenienti dal nord Italia.
Ma Bruno ritorna anche sulla questione Unieco (un consorzio di aziende che si occupano del trattamento dei rifiuti della raccolta differenziata).
“Il contratto Amiu – Unieco prevede la possibilità di conferire i rifiuti anche in sacchi chiusi – spiega Bruno – Ciò impedisce i necessari controlli che al contrario devono essere implementati”. Poi il consigliere ha ricordato che la presenza di una clausola di riservatezza sulla parte economica nel contratto Amiu – Unieco, impedisce la verifica dei termini dell’accordo e non garantisce la doverosa trasparenza.
L’Assessore Senesi ha difeso le scelte dell’azienda ribadendo come la discarica di Scarpino sia tecnicamente autorizzata a ricevere rifiuti speciali non pericolosi. “Inoltre – sottolinea Senesi – negli ultimi 5 anni Scarpino ha accolto i rifiuti legati a due specifiche emergenze, quelle di Napoli e di La Spezia e sempre dopo i necessari accordi fra regioni o province interessate”.
“Il contratto con Unieco prevede anche la possibilità di conferire i rifiuti in sacchi chiusi – ha concluso Senesi – ma questa modalità non è mai stata utilizzata. Inoltre la clausola di riservatezza va superata ed i consiglieri devono avere accesso a tutte le parti dei contratti stipulati da aziende partecipate dal Comune”.
Matteo Quadrone