Due raccolte virtuose a fini benefici dimostrano come sia possibile coniugare la tutela dell'ambiente con il ricavo economico
Differenziare e riciclare conviene, è necessario ribadirlo con forza se davvero vogliamo compiere un salto decisivo – soprattutto a livello di mentalità dei cittadini – e finalmente avviare un cambiamento radicale nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Basti pensare a quali benefici economici sono possibili per le casse comunali nel caso in cui si decida di impostare una raccolta differenziata di qualità. I comuni italiani infatti hanno l’opportunità di consorziarsi con il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e ricevere contributi economici per ogni tonnellata dei diversi materiali raccolti. E proprio in questi giorni sono aumentati gli introiti che il CONAI riconosce alle amministrazioni comunali.
Ad esempio per quanto riguarda l’acciaio, si va da 38,99 €/ton (contro 38,27 del 2011) per frazioni estranee tra il 15 e il 20%, fino a 85,07 €/ton (erano 83,51) con impurità limitate al solo 5%. Per la raccolta dell’alluminio si va da 177,21 €/ton (erano l’anno scorso 173,96) a 434,77 (contro 426,79). Per i rifiuti di imballaggi cellulosici si passa dai 91,38 ai 93,09 €/ton. Per quelli di legno da raccolta pubblica vengono corrisposti dai 7,10 €/ton ai 14,18 per qualità superiori. Per il vetro, invece, in fascia d’eccellenza, il corrispettivo è di 38,27 €/ton (contro i 37,57 dell’anno scorso). Più variegati e diversificati sono contributi per i materiali in plastica. Comunque, anche in questo caso plastiche monopolimero post consumo (i famosi tappi di plastica), valgono almeno 246 euro a tonnellata.
Secondo una stima del CONAI, un comune di 100 mila abitanti con una raccolta differenziata complessiva intorno al 45% in prima fascia di qualità per la raccolta di tutti gli imballaggi, può arrivare a ricevere corrispettivi pari a circa 1 milione di euro.
«Chi pensa che “la raccolta differenziata non serva” e ci continua a raccontare che “la differenziata costa troppo”, è servito – scrive il dott. Federico Valeri, chimico ambientale dell’Istituto Tumori di Genova, nel suo blog http://federico-valerio.blogspot.com – La “rumenta” non è un problema, al contrario genera un valore economico notevole, questo è il messaggio che dobbiamo diffondere».
E proprio in questo senso si muovono due iniziative assai virtuose, attive sul territorio genovese. La prima riguarda la raccolta di tappi di plastica, lanciata ormai da qualche anno grazie all’impegno del Centro d’ascolto di Marassi-Quezzi (che fa riferimento alla Caritas), poi costituitasi in associazione “Non solo parole”. I volontari e le persone seguite dall’associazione (che così hanno l’opportunità di impegnarsi in un lavoro utile) raccolgono i tappi da privati, aziende, scuole, condomini (oltre un centinaio sono i punti di raccolta) e li radunano nel deposito di Pianderlino-San Fruttuoso.
Il progetto si è trasformato in un protocollo d’intesa con il Comune di Genova che, tramite Amiu, una volta al mese ritira i tappi e li consegna presso un’azienda di Pavia (fino a poco tempo fa invece venivano portati ad un’azienda di Cuneo) che si occupa del loro riciclo.
Ebbene, come detto in precedenza, una tonnellata di tappi di plastica ha un valore commerciale, riconosciuto dal CONAI, superiore ai 200 euro. Di questi, 170 euro vengono versati dal Comune di Genova all’associazione “Non solo parole”, che li utilizza per aiutare le persone in difficoltà afferenti al Centro d’ascolto.
«Sono plastiche particolari che caratterizzano tutti i tappi di bottiglia – spiega Valerio – plastiche post consumo monotipio, ossia fatte di un unico tipo di polimero, in questo caso polietilene, facilmente riutilizzabili e questo giustifica il loro elevato valore».
Considerando che ogni mese l’associazione recupera circa 2-3 tonnellate di tappi, le cifre cominciano a diventare interessanti.
«Se si pensa che Napoli spende 120 euro per ogni tonnellata di ecoballe che spedisce in Olanda per essere incenerite, dovrebbe essere chiaro a tutti che riciclare bene conviene», sottolinea Valerio.
Oggi la raccolta dei tappi viene promossa anche da Coop Liguria in collaborazione con Amiu e Masci (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), al fine di promuovere la costruzione di reti idriche in Tanzania.
Il messaggio “la raccolta differenziata ha valore” può essere applicato alla perfezione ad un’altra innovativa iniziativa. Parliamo del recupero ai fini del riciclo di un materiale che a Genova, almeno finora, nessuno si era preoccupato di recuperare. Vale a dire il sughero ed in particolare i tappi di sughero (anch’essi considerati imballaggio). E pure in questo caso si tratta di un’attività a scopo benefico, promossa però da soggetti privati attenti alle buone pratiche di tutela dell’ambiente. In prima fila, quali punti di raccolta dei tappi di sughero, troviamo la Tipografia Grafica KC (via alla Stazione per Casella n. 30, da segnalare per l’attenzione a tenere bassa l’impronta ecologica dell’attività), il negozio la Formica (via Trebisonda 21r, da menzionare anche per la raccolta di pile usate), l’Enoteca (via Galata 110r), il locale Mescite (vico Sant’Agnese 25r), l’Associazione ARCI Lo Zenzero (via Torti 35).
«Il sughero ha a che fare con la frazione organica, ma la sua biodegradabilità è bassissima e da un normale ciclo di compostaggio uscirebbe intatto – racconta Valerio – questo materiale di sintesi biologica ha interessanti qualità: impermeabile, leggero, inattaccabile dalle muffe. E può essere utilizzato, dopo un adeguato trattamento, come isolante sia termico che acustico».
Quindi i tappi di sughero riciclati si trasformeranno in pannelli con un elevato potere termoacustico.
La Tipografia Grafica KC raccoglie i tappi e li consegna ad un’associazione di Milano, “A braccia aperte onlus”, che si occupa del loro riciclo. Il negozio la Formica collabora con “Arti e Mestieri”, una cooperativa sociale di Boves (in provincia di Cuneo)specializzata nel campo della bioedilizia, capace di trasformare i tappi in pannelli isolanti.
A Genova dunque, i buoni esempi esistono ma, come ricorda il dott. Valerio «Bisogna incentivarli, promuoverne la conoscenza presso tutti i cittadini, insomma crederci con più forza».
Oggi siamo al 32% di raccolta differenziata mentre l’obiettivo rimane il 65% e con un po’ di coraggio può essere raggiunto, magari non nei termini previsti, ovvero fine 2012, ma comunque in tempi brevi. Ottimi risultati si sono visti nel “progetto pilota di raccolta porta a porta e di prossimità” realizzato in due quartieri ad alta densità abitativa, Sestri ponente e Pontedecimo, dove si è raggiunta quota 50% di differenziata con buona qualità in tutte le frazioni. Una strategia che se fosse estesa a tutta la città potrebbe risultare la carta vincente.
Per quanto riguarda le ricadute economiche – oltre ai contributi CONAI che grazie ad una raccolta differenziata di qualità potrebbero rimpinguare le casse dei comuni – in tutto il territorio regionale c’è un’enorme spazio vuoto che andrebbe colmato e che consentirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. Parliamo dell’opportunità, finora non sfruttata, di sviluppare aziende specializzate nel trattamento dei diversi materiali al fine del loro riciclo. Oggi infatti tutti i materiali raccolti – ad eccezione del vetro, riciclato presso un’azienda vicino ad Altare – vengono consegnati ad imprese operanti fuori dalla Liguria. «Riciclare i rifiuti sul nostro territorio è un elemento fondamentale – conclude Valerio – sono in gioco quantità importanti che equivalgono a cifre notevoli. Ma siamo di fronte ad un’ottusa miopia. Nessun imprenditore sembra interessato ad investire in un settore che garantisce un futuro assicurato. Eppure la “rumenta” vale e dobbiamo insistere affinché questo concetto diventi patrimonio di tutti: cittadini, istituzioni ed imprese».
Matteo Quadrone
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