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In occasione del convegno sul dissesto idrogeologico che si è tenuto sabato al Ducale, organizzato da WWF e Amici di Ponte Carrega, il prof. Giorgio Roth ha fatto il punto su mini - scolmatore del Fereggiano e sicurezza del Bisagno
«Nessun intervento può garantire la messa in sicurezza assoluta. Un rischio residuo rimane sempre». Così Giorgio Roth, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università di Genova, è intervenuto sabato al Ducale durante il convegno “Dal dissesto idrogeologico un’opportunità per la città”, organizzato da WWF e associazione Amici di Ponte Carrega, con il contributo di altre realtà di cittadinanza attiva quali il Comitato per la salvezza di Bosco Pelato (San Fruttuoso), il Comitato di Terralba e l’associazione Vivere in Collina (Quezzi).
La realizzazione del mini-scolmatore del Fereggiano, panacea di tutti i mali secondo alcuni, intervento la cui effettiva utilità è ancora tutta da dimostrare secondo altri, è stata una delle questioni più calde al centro del dibattito.
«Quest’opera risolve un problema di sicurezza in un’area circoscritta – spiega Roth – ma per tutta la zona a valle di Brignole non cambia niente. Il mini-scolmatore deve essere integrato con l’intero scolmatore del Bisagno e va completato il rifacimento della copertura del torrente. La speranza è che con tutte queste opere il rischio residuo diminuisca».
Per quanto riguarda l’ipotesi ventilata, anche dal Comune, della possibilità di allentare i vincoli all’edificabilità che – dopo l’alluvione 2011 – sono stati posti a valle nel bacino del Bisagno, vedi ad esempio nell’area dell’ex mercato di Corso Sardegna, gli esperti parlano quanto meno di ipotesi scorretta: «Solo dopo che si sarà completato il rifacimento della copertura del Bisagno e si sarà realizzato l’intero scolmatore, occorrerà verificare quali sono i rischi di esondazioni in tali aree e quindi valutare se le norme vadano modificate», sottolinea il professor Roth.
Il genovese Renzo Rosso, docente di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia al Politecnico di Milano, autore del libro di prossima uscita “Bisagno. Il fiume nascosto”, punta il dito contro l’assenza di pianificazione complessiva «Si procede con interventi spot, sulla base dei finanziamenti disponibili» e liquida con una battuta il progetto dell’amministrazione comunale che prevede la demolizione dello storico Ponte Carrega per risistemare gli argini del Bisagno «A Firenze nessuno immagina di buttare giù il Ponte della Carraie».
Matteo Quadrone