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Salute, Diritti al taglio: stati d’animo, bisogni e critiche dei cittadini

Gli errori sanitari e i lunghi tempi d'attesa sono i problemi storici sempre in testa alle lamentele dei cittadini


10 Novembre 2011Notizie

 

“Nei prossimi anni il rispetto del principio di equità di accesso alle cure sarà messo a dura prova, aggravando le disuguaglianze già esistenti tra i diversi sistemi sanitari regionali”, si legge anche questo nel 14° Rapporto Pit Salute, intitolato “Diritti al taglio”, redatto da Cittadinanzattiva e presentato questa mattina presso l’auditorium del Ministero della Salute.

Questo testo è il principale strumento attraverso il quale il Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva fornisce ogni anno una fotografia del Servizio Sanitario Nazionale dal punto di vista del cittadino. Il Rapporto viene infatti realizzato attraverso la raccolta e l’elaborazione delle segnalazioni provenienti dai cittadini che contattano annualmente il Servizio PiT Salute, le sedi del Tribunale per i diritti del malato e i servizi PiT locali.

Il Rapporto 2011 esamina 23.524 segnalazioni relative al periodo di tempo che va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010.

I dati raccolti e presentati, come in ogni edizione dal 1996 ad oggi, costituiscono una sorta di termometro delle situazioni di malessere con le quali si misurano i cittadini nel loro contatto con i servizi sanitari e per questo possono essere considerati indicatori significativi dei temi sui quali puntare l’attenzione nel contesto della sanità italiana.

“Questa edizione presenta un quadro molto allarmante dello stato dei servizi socio-sanitari nel nostro Paese, effetto della profonda crisi del nostro sistema di welfare – è scritto nell’introduzione al rapporto – le persone toccano con mano il progressivo impoverimento del sistema sanitario, notando che laddove c’era un presidio oggi non c’è più o viene ridotto; laddove vi era la possibilità di usufruire di prestazioni in modo gratuito, oggi c’è da metter mano al proprio portafogli“.

Il Rapporto contiene informazioni su dieci aree di riferimento: malpractise e sicurezza delle strutture; liste d’attesa; informazione e documentazione; assistenza territoriale; invalidità e handicap; accesso ai servizi; assistenza ospedaliera; umanizzazione delle cure; assistenza farmaceutica; patologie rare.

Sono almeno quattro i dati che emergono con evidenza dallo studio:
innanzitutto il perdurare di problemi storici come i presunti errori sanitari (la cosiddetta malpractise è la prima voce con il 18,5% delle lamentale dei cittadini, +0,5% sul 2009) e i lunghi tempi di attesa (16%, nel 2010, 15% nel 2009); per quanto riguarda invalidità e handicap le segnalazioni subiscono un incremento notevole passando dal 9,1% del 2009 al 10,3% nel 201o; infine preoccupa l’ascesa di segnalazioni relative alle difficoltà di accesso ai servizi che passano dal 5,5% nel 2009 a quasi il 10% nel 2010.

 

 

Matteo Quadrone

 

 

 

 

 

 


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