I 630 deputati e 1109 familiari, compresi anche i conviventi di fatto nel 2010 hanno speso per assistenza integrativa oltre 10 milioni di euro: pagati dai cittadini!
L’insofferenza dei cittadini verso la “casta” cresce giorno dopo giorno. Presi tra la morsa della crisi economica e la difficoltà di arrivare alla fine del mese con stipendi da fame, fa impressione come la distanza tra il mondo reale e quello artificiale che risiede solo nella mente di alcuni uomini politici, continui ad aumentare inesorabilmente.
Ancora pochi giorni fa il premier Silvio Berlusconi al vertice del G20 di Cannes ha sentenziato convinto :
“La crisi in Italia non si sente. I ristoranti sono pieni e non si trova posto a bordo degli aerei”.
Purtroppo la situazione non è così rosea e le tasche degli italiani sono sempre più vuote.
Oggi ci chiedono sacrifici ma tutti si attendono che l’esempio venga dall’alto. L’eliminazione dei privilegi della casta è una misura necessaria affinché i cittadini possano ricominciare a guardare alla politica come a una pratica vitale per il nostro sistema democratico.
Ma le informazioni che giungono dai palazzi del potere oggi viaggiano veloci grazie alla rete internet e permettono di scoprire come in questo senso gli sprechi non si arrestino, anzi.
I DATI OCSE 2009 sui differenti livelli di spesa sanitaria pro-capite (pubblica più privata, che include anche la spesa di eventuali assicurazioni integrative) di USA, media dei paesi OCSE e Italia, se confrontati con la spesa sanitaria pro-capite dei deputati italiani (inclusi i familiari/conviventi) calcolata dalla somma della spesa per l’assistenza integrativa (pagata con i soldi dei cittadini) e la spesa sanitaria pubblica, sono emblematici.
I 630 deputati e i loro 1.109 familiari/conviventi spendono 10.269 dollari pro-capite, una cifra di gran lunga superiore a quella di un cittadino USA (7.961 $), della media dei cittadini OCSE (3.223 $) e dei cittadini italiani comuni (3.137 $).
I 630 deputati e 1109 familiari, compresi anche i conviventi di fatto (come hanno deciso su proposta dell’onorevole Casini, l’uomo da sempre contrario alle unioni di fatto!) nel 2010 hanno speso per assistenza integrativa oltre 10 milioni di euro: pagati dai cittadini!
Tra questi la spesa più folle è quella per le cure odontoiatriche dei deputati italiani: 3 milioni e 92mila euro in un anno in un settore che, come scrive Salute internazionale.info, è da sempre sottodimensionato, in termini di offerta e servizi per il cittadino; ma non mancano 976 mila euro per la fisioterapia, 480 mila per la fornitura di occhiali, 257 mila per la psicoterapia…
Inoltre il Parlamento (con responsabilità diverse visto che la maggioranza ha approvato la manovra e ha posto la fiducia) ha imposto o aumentato i ticket per far fronte al crescente indebitamento del paese. Per fortuna ha mantenuto qualche esenzione per reddito e patologia e ovviamente ha esentato dal ticket gli onorevoli e i loro familiari/conviventi. E con l’assistenza integrativa sono i cittadini a rimborsare una spesa che nel 2010 ha raggiunto i 153 mila euro.
I deputati italiani sono chiamati ad un moto d’orgoglio. Bisogna urgentemente cambiare direzione e rinunciare a un privilegio simile per riacquistare un minimo di credibilità.
L’assistenza sanitaria integrativa è un pugno nello stomaco diretto ai cittadini che oggi non possono permettersi visite specialistiche necessarie in strutture che, in misura sempre maggiore, sono gestite da soggetti privati, con costi insostenibili per una larga fetta di popolazione.
Matteo Quadrone