Un viaggio fra i ricordi e le testimonianze di chi tanti anni fa era ragazzo e viveva nell'antico borgo, scrigno di una Genova che oggi sembra lontana anni luce...
Il Borgo degli Incrociati e’ un antichissimo borgo medievale sviluppatosi sul confine est della citta’. Il nome “Incrociati” deriva da un’antica chiesa che si trovava a pochi passi dall’ingresso della strada dalla parte della stazione Brignole e che venne demolita i primi del Novecento.
Il vecchio ponte di Sant’Agata, che in origine contava ben 28 arcate e che nel medioevo venne costruito sui ruderi di un ponte romano, collegava questa chiesa con quella di Sant’ Agata nell’attuale San Fruttuoso vecchia. Borgo Incrociati, infatti, prima della costruzione dell’ultimo tratto di via Canevari, affacciava sul Bisagno, il ponte raggiungeva direttamente le abitazioni e l’ultimissimo tratto e’ oggi ancora visibile fra le case del borgo.
Negli anni trenta la struttura della zona era ancora ben diversa da quella che possiamo ammirare oggi. Anche dopo la demolizione della chiesa, infatti, poco prima del tunnel che si collega alla Stazione, sorgeva un archivolto (ancora oggi in buono stato) attraverso il quale si giungeva in un’ampia piazza, in minima parte ancora riconoscibile. La piazza, denominata appunto “dell’Archivolto”, venne sacrificata durante la costruzione di corso Monte Grappa.
Nei primi quarant’anni del secolo scorso Borgo Incrociati fu il borgo delle donne: sostavano fuori dai portoni, vestivano lunghi abiti neri con i capelli raccolti, vendevano frutta di stagione e in inverno profumatissime caldarroste (le famose “rustie”). All’interno degli appartamenti il matriarcato aggiustava le tomaie delle scarpe e si adoperava in lavori di cucito e di pellame. Tenevano le porte di casa sempre aperte e per 5/10 centesimi di lira riparavano le scarpe dei passanti. Queste instancabili madri di famiglia erano famose in citta’ anche per una “bizzarra” particolarita’: sotto gli abiti neri non portavano le mutande, per poter fare i propri bisogni restavano in piedi, allargavano le gambe e si liberavano negli angoli del borgo. Bisognava lavorare, non c’era tempo da perdere…
Lungo la via degli Incrociati c’era il barbiere, diverse latterie ed osterie, il carbonaio (che vendeva carbone, patate e cipolle) e i vecchi antiquari (si chiamavano repessin e vendevano ogni genere di usato).
Gli uomini durante il giorno si vedevano poco, erano in citta’ a lavorare e uscivano la sera per bere nelle osterie. Si puo’ attraversare ancora oggi, all’altezza della fermata degli autobus, il celebre “landun”, un piccolo tunnel dove gli uomini ubriachi si nascondevano dalle mogli e terminavano le loro bevute.
Gli anni 50/60 furono gli ultimi anni di splendore per il Borgo degli Incrociati. Lo storico bar Mangini divenne il punto di ritrovo per eccellenza degli sportivi genovesi, tifosi e calciatori. La domenica dopo le partite i calciatori di Genoa e Samp usavano fermarsi al bar per una bevuta e per discutere con i tifosi. Fu proprio in quel periodo che Marcello Lippi, ex ct della Nazionale e ai tempi libero della Sampdoria, conobbe la sua attuale moglie, che lavorava nella pescheria di famiglia a pochi passi dal bar.
Ringraziamo per le preziose testimonianze Lina e Remo Toffan
vorrei sapere il nome della pensione (ora trasformata in appartamenti) di via borgo incrociati,se qualcuno si ricorda potrbbe farmelo sapere? Grazie