Dalla Commenda di Prè partirono i crociati verso la Terrasanta, mentre la chiesa di San Giovanni di Prè con il suo caratteristico campanile risale all'anno 636
Nel XII secolo, superata Porta di Vacca, altrimenti conosciuta come Porta Sottana per distinguerla dalla sorella levantina Porta Soprana, il viaggiatore diretto verso la Valpolcevera incontrava ampi fondi agricoli, i “praedis” (prati da cui Prè) e un piccolo villaggio “Borgus Praedis”, come si legge in un documento medievale. La via da percorrere, nota al tempo dei romani come l’antica via consolare Emilia Scauri/Postumia (148 a.C), partiva da Genova e attraversava la pianura Padana per giungere ad Aquileia.
Di queste perdute memorie rimangono alcune tracce: oggetti di uso quotidiano risalenti ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., come anfore e ceramiche, una macina da mulino, un capitello corinzio, reperiti sui fondali antistanti l’antico Arsenale della Repubblica così come fu sorprendente il ritrovamento di una pietra miliare, datata tra il 312 e il 324, rinvenuta nelle cripta della chiesa di S. Tommaso al Caput Arenae, demolita per la costruzione della Stazione Marittima, unico indizio del perduto tracciato.
Lasciati consoli e centurioni, facciamo un salto nel tempo: A.D. 1100, sorge, in questo mondo agreste, un sobrio edificio a tre piani, in mattoni e pietra grigia di promontorio, caratterizzato dalla presenza di un’antistante loggia a tre ordini di colonne (ricostruita nel 1508), a cui si aggiungeranno, a formare un complesso unitario, due chiese una sovrapposta all’altra, nel 1180. La Commenda di Prè, voluta da Guglielmo, un frate appartenente ai Cavalieri Gerosolimitani, nasce dapprima come convento ed ospedale (ospitaletto) a cui segue la funzione di alloggiamento per pellegrini ed armigeri in partenza per la Terrasanta.
Adriana Morando