Il ragazzo, uno studente pakistano di 26 anni, pur essendo residente in Italia da 15 anni non può svolgere il Servizio Civile volontario perchè privo della cittadinanza italiana
Le associazioni ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) e APN (Avvocati per Niente Onlus) hanno depositato davanti al Tribunale di Milano un ricorso a sostegno della richiesta di uno studente pakistano di 26 anni che, pur essendo residente in Italia da 15 anni non può svolgere il Servizio Civile volontario essendo privo della cittadinanza italiana.
E’ la prima volta che un giovane straniero agisce, non tanto per rivendicare una prestazione o un servizio, ma per poter adempiere un suo diritto/dovere.
Attualmente l’art. 3 d.lgs. n. 77/02 prevede che ai bandi per essere ammessi al servizio civile, cui accederanno quest’anno 10 mila giovani (un numero che registra una continua discesa nonostante il mondo del volontariato ne richieda a gran voce un ampliamento), possano partecipare i “cittadini italiani” ma le organizzazioni ricorrenti ritengono che questa previsione debba essere interpretata alla luce del generale principio di parità fissato dall’art.2 del T.U. immigrazione e dei principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza ribaditi con forza da recenti sentenze della Corte Costituzionale.
Le associazioni impegnate nella causa ritengono che già allo stato degli atti il Giudice possa sancire l’obbligo per il Dipartimento del servizio civile di riaprire il bando (chiuso venerdì scorso) agli stranieri o quantomeno ai cittadini membri dell’Unione Europea. In subordine chiedono che il Giudice rimetta la questione alla Corte Costituzionale affinchè venga valutato in quella sede il contrasto tra detta esclusione e gli artt. 2 e 3 della Costituzione.
Bisogna ricordare, al di là della causa in corso, che il servizio civile oggi per moltissimi ragazzi rappresenta, oltre ad un’occasione di crescita umana, anche un’opportunità lavorativa e professionale concreta. Escludere alcuni giovani nati sul nostro territorio o che qui vivono da molti anni rappresenta un’evidente irragionevolezza oltrechè un ostacolo ulteriore al loro processo di integrazione.
Gli avvocati sottolineano inoltre che “L’azione legale intende richiamare l’attenzione sul fatto che molti dei giovani interessati a questa rivendicazione sono “stranieri” solo a causa di una legge sulla cittadinanza ingiusta e antiquata e si collega quindi alla campagna “L’Italia sono anch’io“, (a cui aderiscono le due associazioni), per una proposta di legge di iniziativa popolare in tema di cittadinaza che estenda, tra l’altro, le possibilità di acquisto della cittadinanza italiana per nascita sul territorio italiano e per chi vi è giunto durante la minore età”.
Un sostegno al ricorso dello studente è arrivato anche dai sindacati, in particolare la Cgil e la Csil di Milano.
Matteo Quadrone
Commento su “Straniero escluso dal servizio civile, ricorso per discriminazione”