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Teatro della Gioventù, Chiesa: «Andiamo avanti, ma non sappiamo ancora per quanto»

Prosegue l'inchiesta sullo stato di salute dei teatri di prosa a Genova. In questo articolo ci concentriamo sulla realtà del Teatro della Gioventù, una situazione diversa da tante altre in città viste le difficoltà di accesso ai contributi pubblici


31 Agosto 2015Notizie > Genova in scena

Intervista a Massimo ChiesaDopo aver approfondito la situazione generale dei teatri di prosa a Genova (qui l’articolo completo) e i focus su Altrove, Cargo, Garage, Akropolis, Ortica e Lunaria, l’inchiesta a puntate di Era Superba prosegue con uno degli ultimi arrivati, il Teatro della Gioventù diretto da Massimo Chiesa ed Eleonora D’Urso, una realtà che non riesce ad appoggiarsi sui finanziamenti statali e ne paga seriamente le conseguenze.

L’inchiesta integrale è pubblicata sul numero 61 di Era Superba (dove trovare la rivista)

«Siamo in causa con il Ministero per oltre 1 milione di euro – racconta Massimo Chiesa – perché i 445 mila euro di contributo del 2012 ci sono stati revocati, quelli del 2013 sono stati trattenuti e nel 2014 non sono stati deliberati. Tutto per colpa della burocrazia». Poche anche le speranze di vedere qualcosa nel 2015, per cui è stata fatta domanda di accesso al Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) come impresa di produzione.

Il bilancio del Teatro della Gioventù parla di circa 1,2 milioni all’anno di spesa. Gli incassi da bigliettazione arrivano a 700 mila euro ma il resto andrebbe teoricamente coperto da fondi pubblici. «Ma ai bandi regionali non possiamo partecipare perché siamo proprietà diretta della Regione e quanto a sponsor privati siamo negati perché non possiamo permetterci professionisti che operino in questo settore. Per ridurre le spese non siamo più andati in tournée eppure siamo l’unica realtà genovese di sola produzione».

La situazione del teatro di via Cesarea è resa ancora più tragica dagli incrinatissimi rapporti con il padrone di casa, Regione Liguria. Le alluvioni dello scorso autunno hanno provocato danni per almeno 200 mila euro costringendo alla chiusura del foyer al piano terra in cui avrebbero dovuto trovare spazio eventi enogastronomici, musicali e affitti di sala. «Abbiamo sostenuto le spese per allestire un tendone che sostituisse in parte il foyer ma è stato considerato abusivo. Inoltre, per la rottura dell’impianto di climatizzazione per cui abbiamo avuto problemi di freddo in inverno, siamo stati costretti a migrare all’Acquasola per la programmazione estiva a causa del caldo». Il totale stimato da Chiesa tra danni e mancati incassi fa 2 milioni, all’incirca proprio come il debito del Tkc, senza contare i ritardi di mesi con il pagamento degli stipendi.

Intanto, il debito con la Regione è stato rateizzato per evitare la revoca della concessione ma il direttore annuncia già che non pagherà la prossima rata: «La Regione non ha ancora iniziato i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione dopo i danni alluvionali, eppure da luglio dovrebbero riprendere anche i versamenti che dobbiamo fare per la concessione (61 mila euro all’anno a cui si aggiungono 30 giornate gratuiti di utilizzo della sala per l’ente pubblico) finora sospesi proprio per l’alluvione».

Insomma, il braccio di ferro continua così come l’attività del Teatro della Gioventù ma il futuro è quantomai incerto. «Andiamo avanti, ma non sappiamo ancora per quanto, solo perché il pubblico ci sostiene – conclude Chiesa – visto che per gli spettacoli dell’Acquasola abbiamo fatto una media di 200 persone a sera, che per 36 repliche significa oltre 7 mila spettatori».

 

Simone D’Ambrosio


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