La Giunta comunale è impegnata a portare in sede di commissioni consiliari i libri mastri delle società partecipate del Comune di Genova. Ma dalle parole bisogna passare ai fatti concreti e finora ciò non è avvenuto
Passi avanti in direzione della trasparenza. Per fortuna qualcosa si muove, merito di consiglieri municipali e comunali che credono fermamente nell’importanza di avere libero accesso a dati e informazioni, al fine di una reale comprensione delle questioni e per fornire ai cittadini un’informazione il più corretta e dettagliata possibile.
In merito ai progetti edilizi che passano, o per meglio dire, spesso non passano dagli uffici dei 9 municipi genovesi, abbiamo ricordato la mozione promossa dal consigliere Bianca Vergati, approvata dal Municipio Medio Levante.
In ambito comunale, invece, vogliamo riportare l’attenzione su un emendamento, proposto dal Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, accolto quale parte integrante di un ordine del giorno presentato dal consigliere Guido Grillo (Pdl) in Sala Rossa, lo scorso 25 settembre. L’o.d.g. chiedeva alla Giunta di relazionare sulle attività delle aziende partecipate, bilanci alla mano e con la presenza dei responsabili amministrativi.
«Noi abbiamo chiesto di aggiungere alla parola “bilanci” la parola “libri mastri” – spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle, Stefano De Pietro – perché crediamo sia fondamentale poter analizzare i contenuti. Rispetto ai bilanci, infatti, i libri mastri consentono di visionare la contabilità nella sua interezza. Finora, proprio per questo motivo, erano gelosamente custoditi da sguardi indiscreti»
In contabilità, il libro mastro è il registro sul quale sono annotate con rigorosa precisione tutte le operazioni contabili, di solito separate per conti e sottoconti, con i riferimenti alle entrate o uscite, ai dati degli intestatari, date e quant’altro.
La Giunta ha accettato parzialmente la mozione di Grillo escludendo l’emendamento sui libri mastri a causa del presunto problema tecnico dovuto alla stampa di migliaia di fogli. «Hanno iniziato ad arrampicarsi sugli specchi – precisa De Pietro – trovando scuse poco plausibili».
La mozione emendata va comunque in votazione e viene approvata dalla maggioranza dei votanti (17 favorevoli, 13 contrari, 7 astenuti). Il consigliere De Pietro sottolinea che «forse qualcuno neppure ha capito cosa stava votando», ma tant’è il risultato non cambia e la Giunta è impegnata a portare in sede di commissioni consiliari i libri mastri delle società partecipate del Comune di Genova. Una vera e propria rivoluzione in termine di trasparenza se l’impegno verrà mantenuto come impone la prassi.
Qualche giorno dopo, però, in occasione della prima commissione sulla Spim – l’azienda partecipata del Comune che gestisce il patrimonio immobiliare – i mastri non arrivano. Sono richiesti, l’assessore al bilancio Miceli adduce la solita motivazione «Poi s’inventa la riservatezza, poi che un odg è meno cogente di un emendamento – aggiunge De Pietro – forse pensava che fosse solo folclore e che nessuno avrebbe insistito, ma così non è. Sull’insistenza, fornisce dei files che nulla hanno a che fare con i mastri, è in evidente difficoltà, combattuto tra la necessità di difendere la propria posizione e l’obbligo che deriva dalla votazione in consiglio».
Il giorno dopo il Movimento 5 Stelle fa partire una mozione al Sindaco firmata da molti consiglieri e successivamente una richiesta di elencare tutti i software in uso per la contabilità delle aziende controllate. Finora non è arrivata nessuna risposta.
«I cittadini hanno diritto di sapere come vengono amministrate le società partecipate – ribadisce De Pietro – vogliamo capire a chi sono andati i soldi, quanti e con quali modalità sono stati spesi. Nei bilanci i dati sono aggregati ed è difficile la loro completa comprensione. Ci dicono “dovete fidarvi”. Ma senza trasparenza la fiducia si può anche togliere».
Matteo Quadrone