È tornata a far parlare di sé l’infrastruttura che dovrebbe sostituire la Sopraelevata nel collegamento tra il Medio-Levante cittadino e il nodo autostradale di San Benigno. Ecco come la Giunta vorrebbe procedere
Torna di moda il tunnel sotto il porto, quello che nelle intenzioni dell’amministrazione (o almeno di una parte di essa) dovrebbe sostituire la sopraelevata nella Genova del futuro.
Ne ha parlato ieri il sindaco Marco Doria, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente Primocanale ribadendo il proprio orientamento già espresso poco dopo il suo insediamento a palazzo Tursi: «Il tunnel sotto il porto di Genova è una grande idea – ha dichiarato il primo cittadino – che consentirebbe di raggiungere dal Levante cittadino il nodo di San Benigno senza utilizzare la Sopraelevata, la cui funzione potrebbe così essere ripensata. Non è detto che la si debba per forza buttare giù ma opererei in questo senso se avessi la prova che il tunnel fosse in grado di sostituirla efficacemente».
L’argomento ha suscitato interesse anche in Sala Rossa dove, dopo la pausa natalizia, è tornato a riunirsi il Consiglio Comunale. La questione è stata sollevata, anche con un pizzico di ironia, dal capogruppo del Pdl Lilli Lauro: «Il sindaco annunciava la fattibilità del progetto già il 22 gennaio dell’anno scorso. Vorrei capire se ogni anno a gennaio nella sua agenda è previsto parlare del tunnel sotto il porto o se c’è qualche importante novità di cui dobbiamo tenere conto. Anche perché neanche un mese il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo, annunciando lo spostamento dell’Istituto idrografico della Marina nella zona di calata Gadda, aveva specificato che il tunnel non si sarebbe più realizzato». Le fa da eco il collega di partito Guido Grillo: «Già sul finire del 2012 il sindaco aveva dichiarato che la giunta Vincenzi aveva commesso un errore ad accantonare il progetto. Dato che per progettare l’opera sono stati investiti soldi pubblici, vorremmo capire come stanno veramente le cose visto che voi continuate a dire che volete andare avanti e l’Autorità portuale sostiene il contrario».
La risposta è stata naturalmente affidata al sindaco che non ha mancato l’occasione per ribadire il proprio sostegno alla prosecuzione dell’iter progettuale. «Questa amministrazione – ha detto Marco Doria – si è trovata di fronte a un quadro già delineato negli anni precedenti e, come prima cosa, ha espresso un giudizio favorevole sull’opera. Giudizio che anche tutti i gruppi consigliari saranno chiamati a esprimere. La Cassa depositi e prestiti aveva stanziato 4 milioni di euro alla Tunnel di Genova spa (costituita appositamente per seguire l’iter realizzativo dell’infrastruttura, ndr) per la progettazione preliminare dell’infrastruttura affidata poi alla ditta genovese D’Appolonia. Fino a questo momento sono stati spesi circa 3 milioni di euro per la realizzazione del progetto. Nel frattempo sono intervenute novità sia per quanto riguarda l’uscita in prossimità del nodo autostradale di San Benigno sia per l’uscita in area Calata Gadda. Di conseguenza, il progetto di allora non è più adeguato ma c’è ancora 1 milione di euro a disposizione per ricalibrare la progettazione. Si tratta di soldi che, se non utilizzati, andrebbero comunque restituiti alla Cassa depositi e prestiti e credo, quindi, che sia giusto spenderli per apportare i correttivi necessari all’altezza dei due imbocchi».
Problema: a febbraio 2012 il Consiglio comunale aveva votato l’avvio della procedura di liquidazione (affidata al commissario Giancarlo Bonifai) della società Tunnel di Genova spa. Due le soluzioni sul piatto per uscire da questa impasse, come ci ha spiegato il vicesindaco Stefano Bernini, da sempre tra i principali sostenitori della bontà e dell’efficacia dell’opera:
«O si propone l’ampliamento della mission della società fino ad arrivare all’adeguamento del progetto così come tra l’altro richiesto dal CIPE e quindi si proroga la vita di Tunnel di Genova spa per il periodo necessario oppure, opzione che personalmente prediligo, la si recupera come srl o società di scopo dando un po’ più di respiro alla sua sopravvivenza. In questo modo si consentirebbero le opportune valutazioni della nuova situazione di calata Gadda e si potrebbe rimodulare il progetto entrando nel merito della necessaria modifica dell’uscita del tunnel per salvare la scelta, da noi condivisa, della nuova destinazione dell’Istituto Idrografico della Marina ma salvando il collegamento diretto con la Fiera attraverso il tombamento di Duca degli Abruzzi». Secondo il vicesindaco, invece, non ci sarebbero problemi per quanto riguarda l’uscita di San Benigno: «Il secondo lotto dei lavori di rifacimento dell’intersezione tra la barriera di Genova Ovest e la città – spiega Bernini – prevede infatti l’accesso al tunnel non più attraverso un’uscita diretta come pensato inizialmente ma tramite una precisa ramificazione all’uscita dell’autostrada».
Come detto, comunque, la decisione di bloccare la liquidazione di Tunnel di Genova spa spetta però al Consiglio comunale. Poi si tratterà di trovare chi può essere interessato alla realizzazione di un’opera di tale portata, con costi sull’ordine di grandezza dei 500 milioni di euro e sei di realizzazione. Ma su questo tema il vicesindaco non sembra piuttosto preoccupato: «È naturale che il nuovo tunnel dovrà essere a pagamento, con tariffe vantaggiose appositamente pensate per i genovesi. E proprio questa soluzione consentirà all’opera di diventare appetibile per molti imprenditori edili».
Ulteriore ostacolo all’iter progettuale potrebbe arrivare dall’Autorità portuale che già più volte nel passato aveva storto il naso nei confronti di un’opera comunque inizialmente approvata nell’ormai lontanissimo 2003. In questo caso, la situazione potrebbe essere sbloccata dagli uffici comunali di urbanistica che stanno predisponendo tutte le controdeduzioni alle osservazioni sollevate dall’Autorità portuale al progetto preliminare che, secondo Bernini, dovrebbero essere sufficienti a convincere Merlo & co. a sottoscrivere la continuazione di questo percorso.
Simone D’Ambrosio