Renzi torna nel capoluogo ligure per siglare il "Patto per Genova": ufficializzati i 110 milioni previsti dal Fondo Sviluppo e Coesione, e vincolati a infrastrutture, trasporto pubblico e cultura
Renzi torna a Genova e porta con sé 110 milioni, previsti dal Fondo Sviluppo e Coesione, destinati a infrastrutture, trasporto pubblico, territorio e cultura. Questa la sostanza che scaturisce dal “Patto per Genova”, siglato questa mattina dal Presidente del Consiglio e il sindaco Doria (qui il testo integrale): un documento che mette nero su bianco il finanziamento già preventivato per aiutare l’amministrazione comunale nel lavoro di messa in sicurezza del territorio e di sviluppo economico e turistico della città. Il premier è arrivato intorno alle 12 a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova per il breve vertice con il primo cittadino genovese, per poi partecipare a Palazzo Ducale a un evento di propaganda elettorale per le ragioni del sì al referendum costituzionale. Tutte le personalità cittadine presenti: oltre al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, i rappresentanti provinciali di Cigl, Cisl e Uil, il sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Maurizio Roi, la direttrice di Palazzo Reale, Serena Bertolucci, il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci, il presidente di Porto Antico spa, Ariel Dello Strologo, i vertici delle Forze dell’Ordine e della Capitaneria di Porto, il presidente di Ght (società che ha in carico la realizzazione del Parco Scientifico-Tecnologico di Erzelli), Carlo Castellano, i vertici della Camera di Commercio di Genova. Un evento che per la sua tempistica pre-elettorale lascia non poche perplessità.
Gli stanziamenti previsti dall’accordo tra Comune e governo ammontano a 110 milioni: sono i soldi previsti per il periodo 2014-2020 dal Fondo Sviluppo e Coesione, ma che vengono affiancati da una serie di impegni politici di finalità di intervento. Tra le macro voci per i nuovi investimenti, 10 milioni vanno al settore mobilità e infrastrutture, 8,5 milioni per la riqualificazione dei forti e dei beni confiscati alla mafia, 11 milioni per interventi diffusi sulle strade metropolitane, 23,5 milioni per interventi di messa in sicurezza idrogeologica. Ulteriori 30 milioni verranno stanziati dal governo per la realizzazione del Parco scientifico e tecnologico di Erzelli, mentre 13,5 milioni si andranno ad aggiungere al Blueprint per la riqualificazione delle aree ex fieristiche. Identica cifra anche per la cura della città e la cultura che prevede, tra gli altri, interventi alle piscine di Nervi e Voltri, a Villa Gentile, la realizzazione del museo dell’emigrazione, la riqualificazione di Palazzo Reale e di Palazzo Rosso. Come saranno utilizzati è lo stesso Marco Doria a specificarlo durante la conferenza stampa di presentazione del documento di intesa: al primo posto è stato ribadito l’impegno per la lotta al dissesto idrogeologico, con nuovi fondi previsti per opere sui torrenti Chiaravagna, Vernazza e Sturla, non precedentemente finanziate da Italia Sicura. Poi, immancabili, le infrastrutture con «l’essenzialità del collegamento ferroviario ad alta capacità tra Genova e Milano – ha sottolineato il sindaco – e la necessità del recupero dei ritardi nella riqualificazione del nodo ferroviario di Genova, la realizzazione della stazione ferroviaria di Genova Aeroporto, opera chiave in vista del collegamento con gli Erzelli, la prosecuzione della metropolitana verso piazza Martinez, Terralba e, in prospettiva, l’ospedale San Martino». In questa voce rientrano anche finanziamenti per l’acquisto di nuovi autobus. Altro asse chiave del Patto, la riqualificazione urbana con rinnovate risorse per il completamento del Parco scientifico-tecnologico sulla collina di Erzelli, per cui viene ufficializzato l’impegno politico a individuare un commissario come per Expo, e l’avvio della realizzazione del Blueprint. Ulteriore asse riguarda il miglioramento della qualità della vita in città con fondi per riqualificare beni confiscati alle mafie e spazi e strutture, come i forti di Genova, acquisti a titolo non oneroso dal Demanio. A riguardo, il Patto prevede anche la sdemanializzazione non onerosa della fascia rispetto di Pra’ e delle aree di Voltri su cui insistono l’impianto sportivo e la sede del MunicIpio. Ultimo capitolo, la cultura. «Genova- conclude il sindaco- si propone come grande città d’arte, di cultura per cittadini e per chi viene a visitarla da fuori. Interventi specifici sono previsti nella valorizzazione del patrimonio museale, con la realizzazione del grande museo nazionale dell’emigrazione, e nel potenziamento di istituzioni esistenti come il teatro Carlo Felice». In altre parole, tutti i progetti di cui si discute in città da anni avranno un’iniezione di liquidità più o meno congrua.
Ecco le singole voci degli investimenti strategici, come specificato dal sito web del governo:
Rinnovo parco autobus: 5 milioni per acquisto mezzi di trasporto pubblico urbano, e 5 milioni per l’acquisto di mezzi di trasporto pubblico extraurbano
Sostegno a progetti di recupero e valorizzazione dei beni acquisiti dal demanio o confiscati alle mafie: 8,5 milioni per la messa in sicurezza e bonifica dell’ex caserma Gavoglio, messa in sicurezza e accessibilità per alcuni locali dei forti Begato e Sperone, recupero e sistemazione di alloggi del centro storico per realizzare nuove strutture sociali.
Lotta al dissesto idrogeologico: 16 milioni per la messa in sicurezza del rio Vernazza, 7,5 milioni per la messa in sicurezza dell’ultimo tratto del Chiaravagna, 11 milioni per interventi diffusi in ambito metropolitano
Sviluppo economico: 30 milioni come contributo per la realizzazione del polo scientifico, tecnologico e universitario di Erzelli, 13,5 milioni per opere propedeutiche al recupero del Waterfront (Blueprint)
Impianti sportivi: 2,5 milioni per la piscina comunale “Mario Massa”, 3,6 milioni per la piscina “Nicola Mameli”, un milione per le manutenzioni di piscina e campo da calcio della fascia di rispetto di Pra, 300 mila euro per i lavori di ottenimento della certificazione di impianto inclusivo per attività sportive paralimpiche a Villa Gentile
Valorizzazione patrimonio Storico e Artistico: 2 milioni per gli affreschi e l’impiantistica del piano nobile di Palazzo Rosso; 1,5 milioni per la messa in sicurezza e il riallestimento del Museo di Sant’Agostino, 2 milioni per l’ampliamento del padiglione “emigrazione” del Galata, 600 mila euro per il recupero del giardino del Canzio e delle grotte di Villa Durazzo Pallavicino.
«Il governo non inserisce valutazioni di merito sui singoli progetti ma vuole aiutare il Comune di Genova a realizzarli, nel rispetto delle scelte elettorali dei cittadini – afferma Renzi, come riportato dalla agenzia Dire – ma condivido la necessità di interventi sul dissesto e il recupero dei ritardi sugli interventi previsti per infrastrutture e trasporti in una realtà come Genova, il cui protagonismo nel futuro è sotto gli occhi di tutti, e che rischia di essere messa in discussione se non c’è un sistema di infrastrutture degno di questo nome». Il premier ringrazia, poi, il sindaco Marco Doria per «l’attenzione mostrata ai conti pubblici: se non lo fanno i genovesi – scherza Renzi – figuriamoci il resto del paese. E’ una tradizione molto forte che vi fa onore». Il presidente del Consiglio rispedisce al mittente le accuse di centralismo. «Il sindaco Doria – dice – ha vinto le elezioni, come il presidente della Regione Toti, e ciascuno di noi ha le proprie valutazione di natura politica; quando lavoriamo sul piano istituzionale, però, il nostro compito è di collaborare affinchè le singole realtà possano raggiungere gli obiettivi».
Nel suo intervento, Doria ha specificato come Genova, negli ultimi anni, abbia dato «un notevole contributo al paese sul terreno fondamentale del risanamento dei conti pubblici, avendo da anni bilanci in perfetto ordine ed equilibrio e avendo ridotto, anno dopo anno, l’indebitamento, diminuendo il fardello per le generazioni successive, e senza aver mai fatto un passo indietro rispetto a imprescindibili doveri di solidarietà sociale. In questi anni non abbiamo tagliato un euro a servizi sociali e non ci siamo tirati indietro una sola volta nell’affrontare la drammatica emergenza dei profughi e dei migranti».
Come dicevamo, questi 110 milioni erano già previsti. I soldi del presidente, quindi, sono zero: la novità della giornata è l’aver messo nero su bianco i vincoli e le destinazioni progettuali. La tempistica lascia più di una perplessità, vista l’imminente scadenza elettorale, e la declinazione del “patto” risulta da decodificare, visto che si rifà ad una “visione della città”, come ricordato sia da Doria che da Renzi durante i loro interventi, non proprio chiara e quanto meno discutibile. Dal punto di vista strettamente locale, questi soldi potrebbero essere utili, se non necessari, visti i tempi, ma sicuramente non sufficienti per risolvere le criticità strutturali del territorio. E se li confrontiamo con altre quantità di risorse messe in campo per altri progetti, i soldi del presidente sembrano spiccioli.