Ma un radicale processo di trasformazione, con relative nuove colate di cemento, coinvolge l’intera zona, sponda destra e sinistra del Bisagno, senza eccezioni
Sono partiti i lavori per la riconversione del cementificio dismesso Italcementi s.p.a. in via Ponte Carrega a Molassana. Un’area vastissima, circa 216.000 metri quadrati, che si trova sulla sponda sinistra del Bisagno, in prossimità dello storico Ponte Carrega.
La riqualificazione dell’ex sito industriale – decisa dall’amministrazione Vincenzi – prevede la realizzazione di nuovi edifici a destinazione commerciale e produttiva. Nel panorama dei grandi progetti cittadini fermi al palo a causa della crisi economica (Verrina, Till Fischer, via Majorana, Mira Lanza, Scalinata Borghese, ecc.) – rappresenta un’eccezione.
Il progetto della società Coopsette prevede la totale demolizione degli edifici esistenti e la realizzazione di un nuovo volume che ospiterà una grande superficie di vendita non alimentare, una media superficie di vendita non alimentare, oltre a nuove attività produttive compatibili. La parte restante dell’area sarà dedicata, oltre alla razionalizzazione della viabilità, a parcheggi e verde. Nell’ambito del progetto è prevista la sistemazione idraulica del tratto terminale del rio Mermi.
Il nuovo manufatto multipiano ospiterà una grande struttura di vendita “Bricoman”, ovvero un grande magazzino per il “fai da te” ma al suo interno troveranno spazio anche altre attività produttive e commerciali. L’ampio terrazzo di copertura della struttura sarà prevalentemente dedicato a parcheggio pertinenziale. Inoltre è prevista la realizzazione di alcune opere di urbanizzazione finalizzate alla razionalizzazione del sistema viario e servizi pubblici (rotatoria di innesto su via Lungobisagno Dalmazia con relative aree verdi; parcheggio pubblico; allargamento di via Ponte Carrega nel tratto di innesto e altri interventi sulla viabilità).
L’operazione di riqualificazione non ha suscitato particolari entusiasmi in cittadini e commercianti, anzi, al contrario desta parecchie perplessità per diversi motivi. A preoccupare è soprattutto la vulnerabilità della zona dal punto di vista idrogeologico, come purtroppo abbiamo visto con l’alluvione dello scorso novembre. «È necessario mettere in sicurezza il rio Mermi, ma non solo, anche gli altri piccoli rivi che scorrono nelle vicinanze – spiega il leader di Legambiente, Andrea Agostini – e speriamo che lo facciano».
Il mondo del commercio, invece, manifesta tutto il suo disagio per l’eccessiva presenza di grandi strutture commerciali – in un fazzoletto di terra – che condanneranno a morte certa i piccoli negozi di vicinato.
A poche centinaia di metri dall’ex Italcementi, infatti, troviamo la Coop Val Bisagno in via Lungobisagno Dalmazia. Mentre nel prossimo futuro, nell’area dell’ex maxi officina Amt Guglielmetti – 5000 metri quadrati proprietà di Talea (braccio immobiliare della stessa Coop)- sorgerà un nuovo polo commerciale, probabilmente destinato a sostituire l’attuale punto vendita.
Ma un radicale processo di trasformazione, con relative nuove colate di cemento, coinvolge l’intera zona, sponda destra e sinistra del Bisagno, senza eccezioni. «La Val Bisagno già oggi è un territorio in sofferenza con pochi servizi per la cittadinanza – spiega Agostini – nei prossimi 5-6 anni, se questi progetti verranno portati a termine, questa porzione di territorio diventerà il nodo scorsoio della vallata».
Oltre alla già citata ex officina Guglielmetti e all’ex Italcementi, infatti, nel giro di 500 metri troviamo anche l’area deposito dell’Amga e ancora una serie di zone pubbliche in cerca di futura destinazione «L’ex canile comunale di via Adamoli, gli ex macelli e le aree a nord di quest’ultimi – continua l’esponente di Legambiente – Qui regna il totale degrado, altro che riqualificazione». Infine non bisogna dimenticare l’ex stabilimento Piombifera di via Lodi dove sono previsti «Nuovi insediamenti residenziali su un terreno altamente inquinato», sottolinea Agostini.
In cambio nulla per il quartiere, salvo un inevitabile peggioramento della qualità della vita e dell’ambiente circostante, a causa dell’aumento dei volumi di traffico privato.
«Il problema è che questi interventi, presi singolarmente, seguiranno anche tutte le regole del caso ma guardando il risultato complessivo troviamo un territorio volutamente soffocato», precisa Agostini. La domanda spontanea è «Ma qual è la visione d’insieme dell’amministrazione comunale? Come Legambiente, insieme ad altre associazioni ambientaliste, abbiamo presentato diverse osservazioni al Puc (Piano Urbanistico Comunale). Vedremo quale sarà l’orientamento della nuova Giunta», conclude Agostini .
Anche i cittadini se lo chiedono. Nel caso dell’area ex Italcementi – oltre 200 mila metri quadrati – opinione comune è che si è persa un’altra occasione per riqualificare davvero la delegazione. Il rischio è trasformare questa parte della Val Bisagno in una nuova Campi, in un quartiere dormitorio senza luoghi di aggregazione, giardini pubblici e servizi per i residenti. Anche perché le promesse aree verdi – a quanto par di capire davvero poca cosa rispetto al valore economico dell’operazione – sembrano essere solo un “contentino” per i cittadini.
Matteo Quadrone
Foto di Diego Arbore