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Il seminario informativo nel Salone di Rappresentanza del Municipio III Bassa Valbisagno, per illustrare ai cittadini i progetti di prossima realizzazione sul territorio. Per capire tutti insieme come cambierà la Valbisagno e quale nuova fisionomia acquisirà
Nel pomeriggio di ieri (lunedì 3 Giugno), presso il Salone di Rappresentanza del Municipio III della Bassa Val Bisagno, si è tenuto il seminario informativo “Le aree di trasformazione in Val Bisagno: a che punto siamo?”, voluto dai rappresentanti municipali e comunali, al fine di illustrare lo stato di avanzamento dei progetti urbanistici in corso e di quelli di prossima realizzazione. Un intervento che si inserisce sulla scia della serie di incontri di osservazioni al PUC che si stanno svolgendo in questo periodo (l’ultimo, il 30 maggio 2013 proprio nel Municipio III e il prossimo è previsto per il 5 giugno).
L’area di interesse è la Val Bisagno, tutta: non a caso, all’incontro hanno partecipato i presidenti dei tre municipi di riferimento, ovvero Massimo Ferrante, del Municipio III Bassa Val Bisagno, Agostino Giannelli (Municipio IV Media Val Bisagno), e Alessandro Morgante, del Municipio VIII Medio Levante. Oltre a loro, presente anche l’Assessore all’Urbanistica Bernini e all’Ambiente Valeria Garotta. Assente Crivello, Assessore ai Lavori Pubblici, impegnato su altri fronti. Inoltre, presenti anche rappresentanti dell’Associazione territoriale Genova Bene Comune, con la presidente Barbara Comparini.
Distinguendo tra i progetti ancora in fase di approvazione e quelli già in via di attuazione, si è fatto il quadro della situazione sotto il triplice aspetto legislativo, finanziario e ambientale.
«Nel territorio della Val Bisagno – sostiene il vicesindaco Stefano Bernini – sono due le problematiche principali: in primis, non c’è una linea ferroviaria, questo crea problemi nelle infrastrutture dei trasporti ed è necessario cercare nuove soluzioni come ad esempio collegare la zona al sistema della metropolitana esistente, o creando una rete filobus e altri percorsi. In secondo luogo, la vallata da sempre ha mostrato elevata densità abitativa e presenza industriale: questo ha trasformato il rapporto con il territorio circostante e ha oggi lasciato grandi aree libere, da riqualificare e trasformare».
È questo il caso, ad esempio, dell’ex area Boero o del centro storico di Molassana, la cui riqualificazione è prevista dal POR. «Sono due casi virtuosi di mediazione tra i proprietari privati e l’amministrazione – continua Bernini – in cui sono state trovate linee comuni nell’interesse della collettività. Queste zone di trasformazione industriale, una volta riqualificate, devono rendere omogenea la vallata, con un’offerta di servizi funzionale alle nuove domande collettive e sociali: dobbiamo pensare a disegnare social housing, nuovi servizi sociali e un’offerta sanitaria decentrata e diffusa».
L’attenzione dei partecipanti è scesa poi più a valle verso lo stadio Luigi Ferraris e il carcere. Per entrambe le strutture il punto di partenza è lo stesso: ormai inglobate nel centro cittadino, andrebbero trasferite altrove. Ma se nel primo caso si può parlare di progetti quantomeno abbozzati, lo spostamento e l’adeguamento del carcere di Marassi rimane per ora una chimera. Per quanto riguarda l’impianto sportivo rimane viva l’ ipotesi di riqualifica da parte del Genoa e di costruzione di una nuova struttura alla Foce di proprietà della Sampdoria. Su quest’ultimo progetto si è soffermato Bernini: «Da parte comunale ribadisco la disponibilità a ragionare insieme alla società Sampdoria per trovare una soluzione, migliorare la zona della Fiera del Mare –ora svuotata in molti locali all’interno- e decongestionare il centro della città dall’intasamento del traffico. Per fare questo, è importante un preventivo accordo con il sistema del Porto Antico, in modo da creare un percorso privilegiato di collegamento tra le varie zone: non è possibile pensare che lo stadio si realizzi mantenendo la viabilità attuale, perché ciò finirebbe per creare dei blocchi e boicottare il turismo. Le problematiche da affrontare, come si vede, sono tante, ma il tempo stringe: a settembre la Giunta vorrebbe finire queste fasi di consultazioni e raccogliere le informazioni ricevute in questi incontri in Municipio, in modo da essere pronti a dicembre con il nuovo PUC decennale».
L’assessore Garotta ha poi illustrato la questione dello scolmatore del Bisagno per alleviare il Fereggiano dai rischi di esondazione della rete di acque meteoriche e alleggerire il Bisagno dalle pressioni idrogeologiche, passando poi a lavorare anche sugli altri rivi minori (come il Finocchiara e altri affluenti alti del Fereggiano). «Si sta lavorando per creare anche uno sbocco a mare del Bisagno – ha dichiarato l’assessore – e ci sono trattative con Regione e Provincia, per creare la soluzione ottimale e fare una scelta progettuale. L’iter burocratico dovrebbe procedere in fretta: entro il 30 novembre si dovrebbe arrivare alla soluzione definitiva, rispettando i tempi imposti a livello ministeriale. L’intervento è complesso, già ai tempi dell’alluvione del ’70 vari tecnici si sono messi al lavoro per risolvere questa carenza in termini idrogeologici (risalenti a errori di valutazione commessi ai primi del ‘900), senza grandi risultati. Nel ‘900 la valutazione della portata del Bisagno era stata sottostimata, e la città si è sviluppata attorno a queste valutazioni errate: oggi intervenire su situazioni così complesse in un tessuto urbano consolidato è ben difficile e comporta scelte drastiche. Nel piano di bacino, si è pensato di optare per la soluzione dello scolmatore, attuandone per ora una parte grazie alle risorse messe a disposizione dall’amministrazione, e prevedendone la fine per il 2017».
La discussione pubblica ha mosso l’interesse dei cittadini, associazioni, CIV e singole persone che hanno fatto sentire la loro voce. Ad esempio, proprio Solferino, presidente del CIV Corso Sardegna, tocca la spinosa questione dell’ex mercato di Corso Sardegna, auspicando una soluzione collettiva, per amministratori, cittadini e ditta appaltatrice. Altro intervento, quello di Massimiliano Bonacci, ideatore degli schermi CityMessage in Piazza Manzoni, che solleva la questione –molto attuale- della realizzazione di piste ciclabili e della dotazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche. E poi il “caso” Terralba: la prosecuzione del sistema ferroviario da Brignole, con l’annessa riqualifica della zona e il recupero di aree dismesse. O ancora il problema del monitoraggio del territorio sotto il profilo della sicurezza idrogeologica: per ora, si sta lavorando per riscrivere il piano di protezione civile –in collaborazione con ARPAL-, ridefinire le soglie di precipitazione e razionalizzare le emergenze e il comportamento in caso di allerta, per offrire adeguata protezione ai cittadini senza scadere nell’eccesso e senza portare danni agli esercizi commerciali.
Elettra Antognetti