Sono tre le mozioni approvate all'unanimità dal consiglio municipale: oltre alla situazione della sanità, al centro dell'attenzione anche il proliferare di sale giochi/scommesse e la difesa della Centrale del latte di Fegino
Tre mozioni che ribadiscono alcuni punti fermi per il Municipio Val Polcevera sono state discusse ed approvate all’unanimità nella seduta del 18 luglio scorso. Parliamo di tre iniziative consiliari su temi attuali e particolarmente sentiti nella delegazione: in primis la situazione della sanità, poi il proliferare di sale giochi/scommesse ed infine la difesa della storica Centrale del Latte di Fegino.
La mozione più significativa è quella relativa alle strutture sanitarie della vallata che, prendendo spunto dalla recente chiusura, per il periodo estivo, del punto Cup di via Canepari a Certosa, evidenzia efficacemente le carenze generate da una gestione deficitaria del comparto sanitario a livello locale.
«Premesso che sono ritenuti due punti irrinunciabili la prossima realizzazione del famoso ospedale di Ponente a Villa Bombrini e della Casa della Salute a Teglia nell’area ex Miralanza, prima che queste opere siano effettivamente presenti e funzionanti, occorre continuare a mantenere i presidi attualmente esistenti sul territorio – sottolinea il presidente del Municipio Val Polcevera, Iole Murruni – Sappiamo di trovarci nel quadro di pesanti quanto inevitabili tagli al comparto sanitario ma riteniamo che negli anni scorsi la vallata abbia già subito notevoli ridimensionamenti per quanto riguarda i servizi sanitari».
Il punto Cup di Certosa è stato chiuso senza preavviso a partire dalla prima metà di giugno, spostando i servizi di prenotazione presso l’ex Ospedale Celesia di Rivarolo e lasciando così scoperta una zona alquanto popolosa. «Siamo riusciti ad impostare una trattativa con la Asl 3 e l’azienda ha dichiarato la propria disponibilità a tenere aperto il Cup di via Canepari per una volta a settimana, il mercoledì mattina – sottolinea Murruni – Decisione che apprezziamo ma che risulta comunque insufficiente a coprire le esigenze della popolazione. Inoltre abbiamo preso contatti con le farmacie di quartiere: una di queste ha mostrato il suo interessamento e a partire da settembre garantirà il servizio di prenotazione».
I locali di via Canepari non sono di proprietà dell’Asl 3 che è costretta a pagare un ingente affitto e nei mesi scorsi, proprio a causa del costo eccessivo a carico dell’azienda, è stata paventata la possibilità di una chiusura definitiva del punto Cup. Per scongiurare questo rischio il Municipio Val Polcevera intende collaborare attivamente nell’individuazione di spazi idonei alternativi, al fine di mantenere l’erogazione del servizio sul territorio.
Gli ambulatori di via Canepari – secondo il consiglio municipale – dovranno continuare a coesistere con la piastra attualmente presente presso l’ex ospedale Celesia vista l’entità numerica della popolazione presente sull’intero territorio di Rivarolo. Ma purtroppo l’orientamento dell’azienda sembra essere un altro. Il 3 luglio scorso si è svolto un incontro con l’assessore alla Salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo e la dirigenza dell’Asl 3 alla presenza della giunta municipale della Val Polcevera ma anche dei sindaci dei comuni limitrofi (Sant’Olcese, Ceranesi, Serra Riccò, Mignanego, Campomorone). In questa sede è stato comunicato che all’interno dell’ex ospedale Celesia (sottoposto in questi mesi ad importanti lavori di riqualificazione per la trasformazione del padiglione a valle in residenzialità, ndr) verranno trasferiti servizi non alla persona e non verranno ulteriormente integrati i servizi ambulatoriali a fronte della chiusura del Cup di Certosa; gli ambulatori di via Canepari verranno trasferiti presso la palazzina della salute di via Bonghi a Bolzaneto; la radiologia del Celesia, sottoutilizzata a causa della carenza di domanda dell’utenza, verrà dismessa e trasferita, insieme al personale medico e tecnico, presso l’ospedale Gallino di Pontedecimo per potenziarne i turni offrendo un servizio più ampio nell’arco delle 12 ore.
«Le scelte finora adottate non tengono conto della particolarità territoriale della Val Polcevera – ribadisce la mozione – e rendono deficitari i servizi ambulatoriali e Cup nella zona di Rivarolo».
Infine, per quanto riguarda l’ospedale Gallino di Pontedecimo «Siamo preoccupati perchè, considerando il taglio dei posti letti deciso dalla spending review del Governo Monti, questo potrebbe essere il primo presidio ad essere colpito – spiega Iole Murruni – L’assessore Montaldo si è impegnato a conservare la struttura di Pontedecimo. Noi monitoreremo la situazione affinché l’ospedale lavori al 100%».
«L’orientamento è specializzare il Gallino su interventi di media bassa intensità – continua Murruni – però vogliamo che siano garantite tutte le specialità in modo tale che l’ospedale funzioni a pieno regime». Data la nuove vocazione «Il primo soccorso dovrà essere strategico nello sgravio della mole di accessi al pronto soccorso del Villa Scassi – si legge nella mozione – sia nelle operazioni preliminari di triage e diagnosi, sia nella cura, accompagnata da prestazioni ortopediche e chirurgiche di bassa complessità che, se organizzzate a dovere, l’ospedale può certamente svolgere efficacemente. In generale il Gallino dovrà essere un polo dove si svolgono attività multidisciplinari e dove tuttte le sale operatorie sono utilizzate pienamente per fornire un servizio efficace e di qualità».
In conclusione «Secondo noi è necessaria un’attenta pianificazione del sistema saniario locale e delle risorse disponibili con il pieno coinvolgimento di tutte le istituzioni della Val Polcevera (municipio e comuni limitrofi) e della Valle Scrivia», conclude Murruni. Il documento impegna il Presidente e la Giunta affinché «Nel municipio di competenza e più in generale nella zona che accoglie il bacino di utenza, si vigili per far sì che il livello assistenziale numerico e qualitativo non sia solo mantenuto ma ottimizzato e ampliato per quello che le strutture attuali forniscono».
Il secondo documento punta il dito contro l’eccessiva presenza di sale giochi/scommesse sul territorio cittadino. Secondo l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), a Genova, dal 2011 sono presenti oltre 2000 esercizi con new slot e 56 sale con video lottery.
La mozione ricorda che «Il Municipio Val Polcevera è stato tra i primi ad attivarsi per contrastare il dilagare del fenomeno delle sale da gioco e della ludopatia organizzando un’assemblea pubblica sul tema alla presenza della sindaco Marta Vincenzi, ascoltando i consigli e i pareri della cittadinanza, oltre ai funzionari della Questura e del Comune incaricati del monitoraggio del fenomeno, denunciandone gli effetti dannosi diretti e indiretti e attivandosi quale portavoce delle esigenze e delle volontà del territorio della Val Polcevera in data 8 Marzo 2012 presso la Presidenza della Repubblica, la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Liguria». Inoltre sul territorio «Si sono attivate numerose iniziative di carattere popolare sotto forma di raccolta di firme che nell’ultimo periodo sono state fatte per denunciare la volontà dei cittadini di contrastare il sorgere ed il produrre di tali attività».
Le istituzioni locali – per quanto possibile considerando le proprie competenze – hanno provato a fornire risposte su questo fronte: la delibera n° 00013/2012, approvata dal Consiglio comunale di Genova, istituisce e disciplina la Consulta permanente sul gioco con premi in denaro e pone in evidenza le linee di indirizzo per la prevenzione della ludopatia. Mentre la Legge Regionale n° 17 del 30 Aprile 2012 pone limiti all’esercizio delle attività delle sale da gioco, vieta la pubblicizzazione delle vincite, la pubblicizzazione dell’apertura o dell’esercizio di sale da gioco, e istituisce sanzioni amministrative per i trasgressori di quanto sancito negli articoli 1 e 2 della detta legge.
La mozione approvata all’unanimità impegna Presidente e Giunta «A farsi portavoce presso il Comune di Genova affinché venga attivata la Consulta Permanente sui Giochi con premi in denaro, così come stabilisce la deliberazione consigliare del 28 Febbraio 2012; a farsi portavoce presso il Comune di Genova affinché, in detta Consulta, sia presente di diritto un delegato per ogni Consiglio Municipale di Genova; a continuare l’azione di sostegno del Municipio alla Fondazione Antiusura, alla Caritas, all’ARCI, alle ACLI, a Libera, e a tutte le associazioni che similmente si occupino di contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo, della ludopatia, e dell’usura; a sostenere ogni iniziativa lecita, quali ad esempio raccolte firme per petizioni o iniziative di legge, volta a modificare la legislazione nazionale in modo da contrastare il fenomeno in oggetto, sia in riferimento ai pericolosi effetti della ludopatia sia, soprattutto, in merito alla possibilità di limitare o impedire l’apertura di nuove sale gioco e di scommessa; a sollecitare gli enti preposti per una completa e piena applicazione della legge Regionale 17 del 30 Aprile 2012».
Infine un focus particolare è posto sulla nuova attività, aperta da pochi mesi a meno di dieci metri in linea d’aria dal complesso scolastico di piazza Pallavicini a Rivarolo, per cui occorre «Verificare con gli enti preposti l’iter procedurale e giudiziario della diffida in essere a carico della sala slot di Via Vezzani 1».
La mozione sulla Centrale del Latte di Fegino, invece, ribadisce la difesa di un sito produttivo attivo da 75 anni, oggi a rischio chiusura a causa delle scelte della proprietà. «Il Municipio si oppone con decisione alla scelta preannunciata da Parmalat-Lactalis di voler chiudere la Centrale del Latte, esprimendo forte solidarietà verso tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici di questa storica azienda polceverasca – sottolinea il documento approvato all’unanimità – il pericolo maggiore è quello di perdere dei posti di lavoro sia in maniera diretta con i dipendenti (75 lavoratori) sia di tutto l’indotto (circa 200 operatori tra allevatori, trasportatori e cooperative dell’alta Valpolcevera)».
L’azienda ha comunicato che manterrà un magazzino di smistamento nel Mercato Ortofrutticolo di Genova-Bolzaneto, ma come precisa la mozione «Non si hanno alcune garanzie circa il numero degli occupati in questa nuova attività e sul tipo di contratto che sarà stipulato».
Il piano industriale presentato attualmente da Lactalis «Si configura come un piano di dismissioni, rappresentando l’ennesimo schiaffo delle grandi multinazionali alle produzioni locali, anche se valide ed efficienti, oltre che una presa in giro per i consumatori genovesi che continueranno ad acquistare Latte Oro pensando che sia prodotto e provenga da Genova ed invece non sarà più così».
Secondo il Municipio Val Polcevera «Il rilancio e lo sviluppo della Centrale del Latte di Genova potrebbe essere al centro di un polo agroalimentare ligure (eventualmente in un nuovo sito produttivo) a salvaguardia degli attuali livelli occupazionali».
Il documento impegna il Presidente e la Giunta ad «Attivarsi presso il Comune di Genova e la Regione Liguria per la difesa delle prospettive produttive e dei livelli occupazionali della Centrale del Latte di Genova e del suo indotto, mettendo a disposizione le strutture del Municipio per facilitare incontri tra le parti; a verificare le ricadute della cessata produzione della Centrale di Fegino sulla lavorazione e confezionamento di prodotti caseari utilizzati anche per prodotti con marchio IGP (tipo “focaccia di Recco”); a verificare la compatibilità e le criticità che un magazzino di distribuzione di latticini può creare all’interno della struttura del Mercato Ortofrutticolo di Bolzaneto».
Matteo Quadrone
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