Il destino dell'area alle spalle dell'Albergo dei Poveri sembra andare verso un primo riuso temporaneo che, con tutta probabilità, potrebbe aprire le porte alla riqualificazione complessiva e definitiva di un’area che sarebbe malauguratamente dovuta diventare un parcheggio e che rimarrà a destinazione agricola e di verde pubblico
Il futuro della Valletta San Nicola (o Carbonara) ci è sempre stato a cuore. Sarà perché si intravede la possibilità di recuperare uno dei pochi polmoni verdi così preziosi rimasti in città, sarà perché questo recupero muove imprescindibilmente da un progetto nato dai cittadini, quella politica dal basso che tanto sosteniamo e che, per una volta, può effettivamente avere uno sbocco concreto. Fatto sta che su Era Superba abbiamo sempre dato conto dell’iter istituzionale che, finalmente, sembra aver piantato un mattoncino importante per quest’aera, che sorge alle spalle dell’Albergo dei Poveri e sale fino alla collina di San Nicola, che per decenni ha ospitato le serre comunali.
Qualche settimana fa la giunta ha approvato una delibera che dà il via libera a un nuovo contratto d’affitto fino alla fine del 2015 tra l’amministrazione, beneficiaria dei terreni, e l’Istituto Brignole, proprietario. Si tratta, in sostanza, della riproposizione di un accordo esistente fin dal 1970 e rinnovato tacitamente fino a fine 2001 quando l’Istituto inviò una lettera di sfratto al Comune. In realtà, l’area non è mai stata totalmente abbandonata per la necessità da parte di Tursi di mantenere in loco il vivaio pubblico (compresa la storica collezione di felci e piante tropicali) nonché alcune attività di rimessaggio di Amiu. Questa situazione, tuttavia, ha dato luogo a un complicato contenzioso tra Comune e Regione, da cui dipende l’Istituto Brignole, nel momento in cui quest’ultimo è stato messo in liquidazione a fine 2012.
«La vertenza per quanto riguarda il pregresso – spiega Simone Leoncini, presidente del Municipio I Centro Est – è piuttosto complicata e, di conseguenza, l’iter per l’accordo di programma va un po’ a rilento. Ma il Patrimonio e l’Istituto Brignole stanno ragionando su alcune permute che potrebbero far chiudere anche questo capitolo e arrivare alla quantificazione del diritto di superficie a lunga durata in favore del Comune».
La soluzione definitiva è sancita proprio dalla delibera accennata ma è maturata soprattutto in virtù del confermato orientamento da parte di Tursi a non modificare l’attuale destinazione d’uso agricola e di verde pubblico dell’area (prevista anche nel nuovo Puc) in favore di speculazioni edilizie, dando attuazione a quanto previsto dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e dalla volontà testamentaria del primo proprietario, Emanuele Brignole. In attesa di una soluzione del pregresso (ovvero gli ultimi 13 anni di occupazione della Valletta da parte del Comune) e della sigla di un contratto di locazione a lunga gittata o di un diritto di superficie il più possibile permanente, la Regione ha dato il proprio nulla osta per concedere nuovamente l’area in affitto al Comune fino alla fine del prossimo anno, escludendola di fatto dai beni alienabili da parte del liquidatore dell’Istituto Brignole.
Impensabile, tuttavia, che gli oltre 25 mila metri quadrati continuino a restare semi-abbandonati, fatte salve quelle poche aree di diretto interesse per l’amministrazione. Ecco, allora, che contestualmente al nuovo contratto di locazione tra Comune e Istituto Brignole, la delibera approvata in giunta dà il via libera anche a un accordo di indirizzo tra tutti gli enti interessanti alla gestione e alla valorizzazione degli spazi. Tra questi, infatti, c’è anche l’Università che sta completando la riqualificazione del confinante complesso monumentale dell’Albergo dei Poveri, su cui l’ateneo ha acquisito il diritto di superficie per i prossimi 50 anni, e che si è detta pronta a mettere a disposizione il proprio know-how a supporto delle nuove attività che coinvolgeranno la Valletta in cambio di qualche spazio verde per il nascente Campus.
Regione e Comune, invece, si sono impegnati a ricercare finanziamenti pubblici, magari sotto forma di bando europeo, per la copertura degli investimenti necessari alla realizzazione del progetto che verrà.
Ma qual è il progetto che le istituzioni hanno in mente per riqualificare la Valletta? Negli accordi fin qui siglati di certo resta solo la vocazione agricola e il verde pubblico, il resto è ancora tutto molto fumoso. Sul futuro dell’area, si sa, sta lavorando ormai da parecchio tempo il comitato “Le Serre”. La proposta dei cittadini (qui l’approfondimento) punta molto sulla gestione partecipata del verde pubblico, con la realizzazione di orti urbani che fungano da naturale spazio di aggregazione sociale, affiancati ad attività ricreative, didattiche e turistiche, con la valorizzazione delle serre storiche, e produttive, attraverso l’insediamento di un polo botanico per la produzione orticola e vivaistica prettamente locale. Alcune attività sono meglio delineate in una mozione, presentata da Marianna Pederzolli (Lista Doria) e approvata a larga maggioranza dal Consiglio comunale a giugno 2013, in cui si fa esplicito riferimento all’assegnazione in comodato d’uso gratuito di alcune aree a progetti innovativi nel settore della green economy, della ricerca e della produzione agro-alimentare. Inoltre, si prevede la realizzazione di un Osservatorio del paesaggio rurale, con la regia delle facoltà umanistiche dell’Università e dell’Orto botanico, che funga da coordinatore e promotore di azioni di valorizzazione del patrimonio culturale, urbanistico e rurale della città, e si impegnano sindaco e giunta a inserire il complesso della Valletta Carbonara – San Nicola, una volta recuperato, all’interno dei percorsi museali del centro di Genova.
«Proprio venerdì scorso – ci racconta Leoncini – abbiamo fatto un incontro all’assessorato all’Ambiente a cui ha partecipato anche il comitato Le Serre. Dal momento che l’area è passata fino a fine 2015 tutta al Comune dobbiamo iniziare a capire come far diventare da subito protagonisti i cittadini: certamente si può partire con una pulizia accurata degli spazi ma l’obiettivo è quello di giungere all’affido almeno di una parte del verde. Insomma, le cose si stanno muovendo e presto faremo un altro sopralluogo».
«Finalmente riprende quel percorso partecipativo che speriamo ci permetta di entrare a pulire e zappare un po’ la terra veramente a breve» conferma Franco Montagnani del comitato “Le Serre”. «Dopo i primi passi della primavera scorsa, il confronto si era un po’ bloccato per dar modo al Comune di chiudere l’accordo con l’Istituto Brignole. Adesso possiamo tornare alla carica chiedendo l’affido della Valletta, in modo da poter iniziare a valorizzare questo bene pubblico insieme con altre associazioni. Anche perché oltre all’affitto fino a fine 2015 ci sono ipotesi concrete per il futuro diritto di superficie».
Ci stiamo, dunque, avvicinando quantomeno a un primo riuso temporaneo (tema che tratteremo ampiamente nel prossimo numero della nostra rivista, Era Superba 57, in uscita l’1 dicembre) che, con tutta probabilità, potrebbe aprire le porte alla riqualificazione complessiva e definitiva di un’area che sarebbe malauguratamente dovuta diventare un parcheggio e che, grazie alla spinta dei cittadini, al sostegno del Municipio Centro Est e all’ascolto di Consiglio e Giunta comunali, sta per tornare in un certo qual modo alla sua vocazione naturale. Un esempio virtuoso che può servire da sprone per tante altre aree abbandonate o sottoutilizzate che in città, certo, non mancano.
Simone D’Ambrosio