Possibile l'avvio dei lavori entro la fine dell'anno per la messa in sicurezza del rio Penego, la costruzione di nuovi edifici residenziali e la tanto attesa strada di collegamento fra corso Europa e via Monaco Simone
Dovrebbe finalmente essere arrivata a una svolta decisiva l’ormai ultratrentennale vicenda che riguarda la realizzazione di alcuni nuovi edifici residenziali in via Shelley. Rispondendo, infatti, ad alcuni obblighi imposti da sentenze della giustizia amministrativa e da un’operazione di polizia idraulica della Provincia di Genova, la Giunta comunale ha dato il via libera a un processo a catena che potrebbe portare all’avvio definitivo dei lavori entro la fine dell’anno. Ma la situazione è piuttosto intricata perché unisce, da un lato, la necessità di ammodernare la canalizzazione del rio Penego per una definitiva messa in sicurezza in caso di forte piogge, dall’altro, il completamento del nuovo collegamento stradale tra via Monaco Simone e corso Europa.
La situazione è spiegata meglio dalle parole del vicesindaco, Stefano Bernini: «Abbiamo l’obbligo – dice l’assessore all’Urbanistica – di realizzare una modifica alla tombinatura del rio Penego perché quella fatta dagli abitanti di via Shelley negli anni ‘60-‘70 è piccola e ha creato diversi disagi in seguito a forti piogge. A monte, invece, il lavoro è stato fatto correttamente ma, nel tratto di congiungimento tra le due tubature, l’acqua che arriva non riesce a essere recepita dal vecchio scolmatore, che fa tappo e provoca i conseguenti allagamenti».
L’intervento, però, viene anche considerato tra le opere propedeutiche alla realizzazione della nuova viabilità pubblica di collegamento tra corso Europa e Apparizione (qui l’approfondimento), che il Comune aveva inserito negli oneri di urbanizzazione per la costruzione di un centro residenziale in via Shelley. In questo contesto, è inevitabile che le due situazioni si siano intrecciate indissolubilmente. Da un lato, gli abitanti della valle del Penego sono soddisfatti perché finalmente si realizzano la tombinatura e, soprattutto, la nuova strada che decongestiona il traffico di via Tanini e via Posalunga a Borgoratti; dall’altro, gli attuali abitanti di via Shelley si oppongono a nuovi insediamenti residenziali, facendosi forti della bandiera del no alla cementificazione scriteriata e sollevando diversi dubbi sulla necessità di revisione alla tombinatura del rio Penego, grazie anche all’appoggio di alcuni ambientalisti.
«È un conflitto che si sana solo facendo una scelta o un’altra» ammette Bernini, dalle cui parole ben si intuisce come l’amministrazione la propria scelta l’abbia già fatta. «I residenti di via Shelley hanno comunque il peso di aver fatto male, a suo tempo, la tombinatura del Penego a cui dovrebbero rimediare a proprie spese. Quanto alla nuova urbanizzazione, bisogna sfatare alcuni falsi miti: innanzitutto non è vero che si fa fuori dalla linea verde ma è un intervento che ricade dentro l’area urbana. Naturalmente l’opera, ben ponderata, impone a chi si fa carico dei nuovi palazzi anche il mantenimento del verde circostante». Non si tratta, dunque, di una vera e propria speculazione da parte di qualche imprenditore edile ma piuttosto dello sviluppo di un progetto che esiste da decadi e che è stato realizzato da una cooperativa di abitanti futuri. «Non siamo di fronte al classico “mettere le mani sulla città” – assicura il vicesindaco – da parte di imprenditori che vogliono costruire sulle colline. Ma si tratta di un progetto per cui tra l’altro il Comune ha già incassato gli oneri di urbanizzazione ma non ha ancora fatto nulla».
Che cosa c’entri il Comune con la realizzazione del nuovo centro residenziale è presto detto. «Nell’accordo con il Consorzio cooperative Rio Penego (il soggetto interessato alla costruzione del nuovo centro residenziale, NdR) – spiega Bernini – è previsto che i lavori possano iniziare una volta realizzata la strada necessaria all’insediamento del cantiere. È, dunque, ragionevole che mentre il Comune mette in sicurezza il rio, possa allargare leggermente la strada soprastante che servirà come base per dar via ai lavori dei tre blocchi di edifici previsti dal piano regolatore e della strada di collegamento come onere di urbanizzazione. Da lì, infatti, il Consorzio potrà fare la cantierizzazione e utilizzare il movimento terra per completare il collegamento tra corso Europa e Apparizione». Una strada che dovrebbe costare circa 5 milioni di euro che però il Comune non ha a direttamente disposizione, tanto da averla appunto “addebitata” al Consorzio.
In realtà su questo progetto insisterebbe anche un veto del Tar. Ma, come ci racconta il vicesindaco, la sentenza del Tribunale amministrativo fa riferimento esclusivamente a una sorta di vizio di forma: «Il progetto del nuovo alveo tombinato del Rio Penego e della base su cui realizzare le altre opere è stato chiuso dalla Conferenza dei servizi quando il commissario nominato dal governo era già scaduto. È su questo aspetto che la giustizia amministrativa ha imposto di iniziare nuovamente il percorso: la Conferenza dei servizi, dunque, dovrebbe ripartire perché è stata chiusa in sede deliberante quando non aveva più il commissario. Ma il progetto nel suo contenuto non ha avuto nessuna eccezione: la colpa è dei tempi burocratici che, come spesso accade in queste situazioni, si sono dilatati a dismisura provocando un avvicendamento di diversi commissari per una piccola questione. Ad ogni modo, se il ricorso al Consiglio di Stato non dovesse avere successo, si tratterebbe solo di riacquisire i pareri già acquisiti e riformalizzare la deliberazione».
Il Comune, dunque, interverrà con urgenza sulla tombinatura del rio Penego. La messa in sicurezza riguarda, tuttavia, un tratto limitato di 120 metri a partire dall’impianto di via Monaco Simone che risponde alle misure stabilite dal piano di bacino. La canalizzazione, però, non sarà completata: restano ancora 370 metri insistenti su aree demaniali e private, tra cui quelle del Consorzio stesso, che potranno essere messi in sicurezza solo nel corso dei lavori di completamento della nuova viabilità tra corso Europa e Apparizione.
Insomma, l’obiettivo è quello di prendere tre piccioni con una fava: mettere in sicurezza il rio Penego, completare il collegamento tra via Monaco Simone e corso Europa e iniziare i lavori per il nuovo insediamento residenziale che attende il via libera dal 1981. E tutto sembra muoversi in questa direzione visto che anche il consiglio di Municipio IX – Levante ha recentemente approvato all’unanimità un ordine del giorno che sprona l’amministrazione comunale a proseguire definitivamente il percorso.
Simone D’Ambrosio